capitolo 30

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Claire camminava svelta per le vie di Orange City, casa sua era a circa tre chilometri dalla scuola, e lei era in ritardo. 7:55.

Dopo poco smise di camminare velocemente. Era a pochi isolati da casa di Mike ed aveva paura di incontrarlo.

Arrivata davanti casa di Mike, la porta si spalancò in modo brusco e un Mike ancora assonnato corse con gli occhi chiusi verso la strada, andando rovinosamente addosso a Claire. "Scusami!" Disse Mike. "È che sono in ritardo." Aveva ancora gli occhi chiusi. "Ti sei fatto male?"

Claire non rispose, ma vedendo che Mike stava per aprire gli occhi disse con voce più profonda: "No, amico, tranquillo." Si alzò da terra e continuò per la sua strada, mentre Mike la seguiva con gli occhi ancora chiusi. Claire sorrise inconsciamente, al ricordo di loro due, insieme, nel letto dell'ospedale. Si mise a lato della strada, facendo passare Mike, mentre un fioco sospiro le usciva dalle labbra.

Allontanarlo è la cosa giusta. Si ripeteva.

Aspettò un po' per incamminarsi di nuovo verso scuola, giusto per essere sicura del fatto che se Mike avesse aperto gli occhi, lei non si sarebbe trovata nelle vicinanze. 8:01.

La voce armoniosa di Louis Armstrong le riempiva le orecchie, mentre lei ondeggiava piano il capo a ritmo di "La Vie En Rose". Era un vero peccato il fatto che ogni persona stimata da Claire fosse morta e/o mai esistita. Si era ritrovata sola e incompresa, in quel mondo ostile a lei e alle persone diverse.

8:07. La campanella era già suonata, ma Claire non affrettò il passo. Se fosse stata in un gigante ritardo avrebbe saltato la prima ora. Era il 3 novembre e lei odiava quel mese. E anche quel giorno. La professoressa di inglese, per quel mercoledì, aveva assegnato una relazione su un libro a piacere. Libro che Claire non aveva letto.

Entrò a scuola che erano ormai le 8:15. Il bidello, George, la guardò come fosse un fantasma. E forse lo era. Claire - nonostante si fosse accorta dell'occhiata del bidello - continuò a camminare lentamente con le note dei Rolling Stones che le graffiavano le orecchie. Si recò verso l'armadietto 704 e posò i libri che non le servivano, infilando la sua copia ormai obsoleta di Romeo e Giulietta nello zaino. Sarebbe andata in biblioteca, dato che era troppo tardi. Avrebbe saltato l'ora di matematica e non ne avrebbe fatto una tragedia, dato che eccelleva in quella materia.

Appena arrivò in biblioteca, notò con suo grande piacere che era quasi deserta, se non per qualche ragazzo che ripeteva piano la lezione dell'ora successiva. Si sedette ad un tavolo vuoto e tirò fuori il libro di Romeo e Giulietta. Si infilò meglio le cuffie nelle orecchie e abbassò il volume, in modo di potersi dedicare alla lettura con un leggero sottofondo musicale. Scelse Louis Armstrong per la lettura, mise la sua playlist e iniziò a immergersi in un mondo tutto suo.

La lettura era una grande spugna.

Cuore di lattaWhere stories live. Discover now