capitolo 38

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Claire era furiosa perché lei, la sua vita, non la poteva vivere.

Correva e correva mentre tornava a casa, e vorrei dire che non fu lei, in quel momento, che non fu lei a dire quelle parole, a fare quelle cose, ma fu proprio lei. Fu proprio Claire.

Corse dentro casa, il nero ormai era ovunque. Le era entrato nelle ossa, fino al midollo. Le ossa, l'unica parte di lei che era ancora bianca.

François era in camera sua. O meglio, in camera di Mary. Claire lo sapeva. Non fece rumore.

Andò in cucina, prese l'unico coltello che aveva in casa. Se lo mise sotto la felpa ed andò in bagno.

Vorrei dire che non fu lei a prenderlo, che era vittima di una delle tante persone che le abitavano nella testa... ma fu lei.

Si chiuse nel bagno e lo guardò. Nero. Il nero la perseguitava. Avrebbe voluto urlare, dirgli di andarsene, dirgli che lo odiava. Avrebbe voluto scappare dai mostri. Ma dove scappi quando i mostri ce li hai dentro?

Si tolse la felpa, le scarpe, i calzini e i pantaloni. Si guardò allo specchio ed era più grassa, più di prima. Era enorme, per i suoi occhi petrolio. Si tolse anche il reggiseno e le mutande, e poi si scostò dallo specchio. Sicura che, se fosse rimasta un secondo in più, non sarebbe stata lei a fare quelle cose. E invece voleva proprio essere lei.

Chiuse gli occhi, e disegnò col coltello dei tagli sulla sua pancia, sul suo petto. Corrispondevano ai tagli che aveva Mike, questo, voleva fare. Aprì gli occhi e vide il sangue uscirle, lo toccò con le dita e le sembrò denso, e le sembrò petrolio.

Lei non aveva mai voluto nascere, non era stata interpellata. Lei voleva che le si dicesse quanto il mondo era una merda, voleva sapere come sarebbe andata a finire la sua vita, prima di nascere. Se avesse saputo che la sua vita era quella, non sarebbe nata.

E si ripeteva in testa la canzone di Louis Armstrong "What A Wonderful World", e la canticchiò con la mente, prima di dirigersi verso lo specchio e sputare sulla superficie.

Pensò: "Ecco le mie promesse." Raccolse un po' di sangue con le dita e fece una grande "p" sopra il suo sputo. Mike avrebbe capito.

Si allontanò dallo specchio, si mise a terra e continuò a tagliarsi. Si tagliò le vene dei polsi, si tagliò sulle cosce. Prese fiato. Era lei, per una volta, a controllare le sue azioni. E se morire fosse proprio la soluzione?

Chiuse gli occhi e sorrise, mente poggiava il coltello sul suo collo. Quando si moriva, si diventava bianchi? Fuori sì. Ma fuori, lei, bianca, lo era sempre stata.

Dentro? Dentro, quando si moriva, come si diventava?

Si tagliò la gola, ed aprì gli occhi. Le bruciava tutto, le faceva tutto malissimo. Il prezzo era alto. Il prezzo della vita, era alto. Come diceva Emily Dickinson:

Ho preso un sorso di vita

Vi dirò quanto l'ho pagato

Precisamente un'esistenza

Il prezzo di mercato, dicono.

M'hanno pesata, granello per granello

Bilanciata fibra con fibra,

Poi m'han dato il valore del mio essere

Un solo grammo di Cielo!

E a lei, quanto spettava?

Le venne un colpo, quando, invece di vedere bianco, vide nero.

Cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora