capitolo 7

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Accese il motore, mise la retromarcia e uscì dal vialetto di casa. Raggiunse Mike in poco tempo, ravvivandosi i capelli di tanto in tanto. Appena l'auto blu arrivò davanti Mike, Mike aprì lo sportello di dietro e adagiò nei sedili posteriori la piccola Claire, che sembrava ancora più piccola con gli occhi chiusi, rannicchiata. Salì davanti, la madre aveva le mani perfettamente posizionate sul volante. "Mike puoi gentilmente spiegarmi che cosa è successo?" La sua voce era calma.

Mike si mise la cintura e sospirò. "Mamma... io non posso. Tradirei la sua fiducia." Disse, girato leggermente verso di Claire, che aveva iniziato a muoversi nel dormiveglia in cui si trovava. "Dai, portiamola a casa nostra, se si sveglia in una macchina darà di matto." Mike era diventato improvvisamente premuroso, come non lo era stato mai.

"Perché se si sveglia in una casa completamente sconosciuta no, vero?" Chiese ironicamente Annabel.

"Mamma." La ammonì Mike. "Le starò accanto."

"Dovremmo portarla a casa sua." Disse lei, categorica.

"Non posso. Non so dove abita, e lei non poteva tornarci." Disse Mike, pacato.

"Perché?" Chiese Annabel.

"E io che ne so?" Il silenzio, dopo quella frase, calò in macchina. Dopo qualche minuto arrivarono a casa, Annabel scese come una furia dalla macchina e Mike fece tutto con calma, come se avesse tutto il tempo del mondo a disposizione. Si tolse la cintura, aprì lo sportello e scese dalla macchina per poi chiudere lo sportello. Aprì lo sportello di dietro e si posizionò sopra la bionda. "Claire." Le accarezzo piano la guancia. "Claire, siamo arrivati."

Claire mosse leggermente il capo, per poi dischiudere gli occhi. "Mh." Mugolò. "Arrivati dove?" Chiese disorientata, ancora con gli occhi chiusi.

"A casa mia." Aprì di scatto gli occhi, ritrovandosi Mike a pochi centimetri dal suo viso. Divenne rossa come un pomodoro.

"Potresti... uhm... toglierti? E poi magari spiegarmi cos'è successo." Disse piano. Non era arrabbiata, né irritabile.

"Non-non te lo ricordi?" Chiese Mike, confuso.

"No." Disse lei, piano. "Dovrei?" Aggrottò le sopracciglia e incastrò i suoi occhi in quelli di Mike, ed ebbe paura di perdersi in tutto quel grigio.

Mike la guardò negli occhi neri e ci vedeva solo il suo riflesso. "Cos'hanno i tuoi occhi?" Chiese senza pensarci troppo.

"Nulla." Disse lei. "Perché?"

"Invece di riflettere te, riflettono le altre persone." Disse Mike.

Claire lo guardò spaesata. "Gli occhi riflettono le persone?" Chiese.

Mike le guardò le labbra leggermente a cuoricino, e sorrise. "Non la conosci la frase 'Gli occhi sono lo specchio dell'anima'?" Chiese.

"Uhm... no." Disse Claire, e sorrise della sua ignoranza.

"Beh, gli occhi sono lo specchio dell'anima." Disse Mike. Si alzò da sopra Claire, che sentì un brivido percorrerle la schiena per via della mancanza di contatto. "Dai, ora vieni che ti fai una bella doccia. Poi magari studiamo, o qualcosa del genere."

"Uh... non vorrei disturbare." Sorrise timida. Le guance le se tinsero di rosa e Mike pensò che quel rosa le donava, che quel rosa l'avrebbe potuto salvare. Anche se Claire non era rosa. Ma lui, questo, non lo poteva sapere.

"Dai, non fare complimenti. Non disturbi affatto." E quel rosa fece sorridere Mike, così ampiamente come non aveva mai fatto. E la pelle non era più bianca e le occhiaie non erano più nere. Non sembrava più lui.

"Io..." Claire ci pensò su. Poteva farlo, ma doveva tornare a casa in tempo. "Okay, Mike." Disse.

"Fantastico!" Disse Mike, e la trascinò dentro casa come se lo facesse da anni. Con una naturalezza spiazzante.

La madre di Mike si presentò con un sorriso a Claire, e non le fece domande. Però lanciò un'occhiata a Mike, per ricordargli che le doveva delle spiegazioni.

Appena salirono al piano di sopra, Mike gli indicò le varie stanze. C'era la sua, quella di suo fratello, e quella dei suoi genitori. "Quello là giù è il bagno, puoi usare il mio accappatoio. È grigio."

Cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora