capitolo 27

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Claire rimase raggomitolata sotto il lavello per ore. Qualcuno bussò. "Mike?" Chiese speranzosa.

"No, piccola Claire." Era Jacques. Claire si alzò ed andò ad aprire. Jacques aveva dei flaconcini per i medicinali e a Claire venne un colpo, perché erano davvero tanti. "La maggior parte sono vitamine, piccola Claire." La rassicurò.

"Okay." Disse Claire.

"Come mai sei chiusa in bagno?" Jacques aggrottò le sopracciglia, facendo cenno a Claire di uscire. "Sono le quattro del pomeriggio, tuo padre mi ha detto che stavi lì da stamattina. Tutto okay?" Posò i flaconi sul tavolo del soggiorno di Claire, e la guardò negli occhi.

Claire fece no con la testa, e sentì le lacrime formarsi. Fece una faccia disgustata, per poi buttarsi fra le braccia di Jacques e piangere. "Oh, mia piccola Claire.." Sussurrò Jacques, accarezzandole i capelli. Pensò a cosa potesse ferirla a tal punto. Disse semplicemente: "Mike." E non aveva un nesso logico, non per una persona esterna alla faccenda, ma per lui sì, per loro sì. Claire annuì contro la maglietta bianca di Jacques, e lui si dovette contenere dal correre fuori casa per picchiarlo. "Che ha fatto?"

E Claire si chiese perché gli aveva chiesto cosa avesse fatto lui e non cosa avesse fatto, invece, lei. Si allontanò di poco dal corpo di Jacques e si asciugò le lacrime con le maniche della felpa, ancora intrise di sangue. Sangue che, con le lacrime, rimase sul viso di Claire. "Claire, hai la felpa sporca di sangue." Disse Jacques o meglio: l'accusò Jacques.

"Gli ho detto di andarsene." Jacques strabuzzò gli occhi. "Non fare quella faccia, Jacques. Non sarebbe durata. Sono troppo dannosa per avere una relazione, troppo dannosa per lui. Li hai visti i suoi occhi? Sono buoni. Forse è questa la prima cosa che mi ha fatto innamorare di lui: ha gli occhi buoni." Claire continuò il suo monologo mentre Jacques la fissava con un 'ma-che-cazzo-dici' stampato in fronte. "Jacques, lui ha gli occhi buoni ed è grigio. Dal grigio ci si salva." Jacques continuava a non capire. "Io sono nera, non per mia scelta, ma lo sono. E... e se lui mi sta vicino.." In gola le si formò un nodo, stava per piangere. Di nuovo. "Jacques, non lo voglio distruggere per egoismo."

Jacques la guardò profondamente negli occhi. Lui era grande, non avrebbe assorbito il nero. Non ci riescono, i grandi, ad assorbire le cose. "Claire," Le disse. "ma ti rendi conto dell'enorme marea di stronzate che ha lasciato la tua bocca a cuoricino?" Chiese retoricamente, facendo sorridere la bionda. "Vai a prendere l'acqua e ne parliamo."

Claire andò in cucina e prese una bottiglia d'acqua con due bcchieri, nel caso Jacques avesse avuto sete. Tornò in soggiorno e poggiò la bottiglia sul tavolo. Jacques aprì il primo flaconcino. "Antidepressivo," Annunciò, facendo cenno a Claire di mettere fuori la lingua. Lei lo fece e lui ci posizionò la pasticca sopra. Claire la ingoiò per poi bere un po' d'acqua. Jacques chiuse il flacone per poi aprirne un altro, e un altro ancora. Tutto questo per dieci - se non dodici - volte. Claire aveva assunto la sua dose di vitamine e farmaci giornaliera.

"Allora, piccola Claire, stammi a sentire." Cominciò Jacques. "Pretendo di non essere interrotto." Sorrise. "Ho trent'anni suonati, quindi posso dire di saperne un po' di più sull'amore. Posso? Posso. Bene." Claire rise. "Piccola Claire, non sei per niente egoista, sei solo innamorata. È normale che tu voglia che Mike ti stia vicino, che abbiate un contatto fisico, è normale. È normale volere il suo bene, ma non è normale dire di essere il suo male. Perché dici di essere il suo male?"

Claire ci pensò su, perché onestamente non lo sapeva. "Quando è con me è felice, lo so, lo vedo. Però ci sono momenti in cui sembra così... stanco. Stanco di me."

Jacques sospirò e prese di nuovo Claire fra le sue braccia. "Oh, piccola Claire." Sospirò. "Non cambiare per lui, perché se ti ama veramente resta, nonostante tu sia un po'... problematica." Disse infine.

Claire si staccò dall'abbraccio e lo guardò negli occhi, a Jacques venne un colpo. I suoi occhi erano fusi, catrame. "Io... non ce la faccio più, Jacques." Aveva le lacrime agli occhi, lacrime che venivano dal profondo, e nonostante fossero trasparenti, pesavano come il nero che portava addosso.

Jacques le accarezzò una guancia. "Stringi i denti, Claire. È solo un po' d'amore."

Lei lo guardò e non disse nulla. Lo fece andare via, perché non avrebbe capito.

Fosse solo l'amore, Jacques. Pensò.

Cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora