capitolo 26

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"Claire." Mike bussò alla porta del bagno. "È da dieci minuti che sei lì dentro." Disse con voce stanca.

Stanchi. Lo erano tutti. Chi più chi meno. Claire era stanca di suo padre, dei ricordi di sua madre, dei problemi, delle medicine, dei lividi. Claire era stanca della vita, che non era proprio un granché. Mike era stanco di starle addosso, di non riuscire a smettere con l'eroina. Era stanco di quell'amore che sembrava così sbagliato, che forse lo era. François era stanco di svegliarsi nel letto singolo della sua stanza, di guardare il soffitto color del cielo e di non sapere più in cosa sperare. François era stanco di svegliarsi. Voleva dormire. Per sempre, se possibile.

Claire era rannicchiata sotto il lavabo, si abbracciava da sola e si dondolava come gli autistici, che lo fanno per conforto. Anche lei lo trovava confortante, sembrava di essere nelle braccia della madre, che la cullava.

"Che devo fare?" Si continuava a chiedere. Lei non ci voleva stare, lì, in mezzo tutti quei casini. In mezzo tutta quella merda. Lei non ci voleva stare, lì, con tutto quel nero addosso che pesava, che la trascinava giù, con tutto quel grigio che alleggeriva troppo, per i suoi gusti. Mike era una spugna che assorbiva tutto troppo bene, ma quando arrivava al limite che succedeva? Lei non lo sapeva e non lo voleva scoprire.

"Va' via, Mike. Vai a scuola." Quante volte gli aveva detto di andare via?

"Claire, sono stufo." Disse e a Claire le si spezzò il cuore. Perfettamente in due e poi in mille pezzettini. Le sentiva, le macerie, nelle tasche. "Smettila di cacciarmi!" Urlò e colpì la porta.

"Tu smettila di fare così!" Urlò lei a sua volta.

"Così come?" Chiese Mike, esasperato.

"Smettila di avvicinarti, di entrarmi dentro." Disse Claire, poco sicura delle sue parole.

Mike sbuffò. "Perché, Dio santo?"

"Perché ho paura di quello che puoi trovare." Sbottò la bionda.

Mike smise di respirare, per un attimo. "Cosa posso trovare dentro di te?" Il battito era accelerato.

Claire si tirò i capelli, e soppresse un urlo nervoso. "Niente!" Urlò. "Non puoi trovare un bel niente! È questo il problema."

"Allora non c'è niente di cui preoccuparsi." Disse Mike.

"Allora entrami dentro e cadi nel vuoto." Disse.

"Aprimi." Disse Mike.

"Vattene." Disse Claire.

"Perché cazzo fai resistenza? Hai detto di amarmi!" Sbottò Mike. "Se mi ami, lasciami entrare!"

Claire rimase immobile, smise di dondolarsi. "Sai, Mike? Forse hai ragione. Forse..." Si fermò un momento per realizzare la cattiveria che stava per dire. "non ti amo." Concluse.

"Cosa?!"

Claire sospirò. Era la cosa giusta. Per lui, ovviamente. Per lei non sembrava esserci cosa giusta. "Non ti amo, Mike. Ora va' via."

"Perché non mi ami?" Mike si accasciò dietro la porta del bagno.

"Come posso amare qualcuno, Mike?" Disse Claire in una risata. "Ma mi hai guardata negli occhi?"

"Sì, troppe volte." Rispose Mike.

"Potrei essere la reincarnazione del Diavolo." Disse.

"Oppure potresti essere semplicemente stufa." Ipotizzò Mike.

A Claire le si mozzò il respiro.

Mike si alzò, "Grazie per la doccia." e se ne andò.

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