capitolo 23

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Claire era seduta, con i piedi appoggiati alla struttura del letto di Mike. In mano aveva un panino tonno e pomodori, come lui. "Mia madre come l'ha presa?" Chiese Mike, nuovamente.

"Preso cosa?" Chiese Claire, che da venti minuti evitava la domanda.

"Beh, sono finito in ospedale per overdose." Disse Mike, per poi mordere il panino. "Dovrebbe essere furiosa." Aggiunse, con la bocca piena.

"Oh." Disse Claire, semplicemente.

"Come?" Chiese Mike.

"Oh.." Ripeté Claire, con un leggero sorriso sul viso. "Potrei.. Uhm. Potrei non averglielo detto." Tossì fintamente.

Mike strabuzzò gli occhi, e per poco non si strozzò. "Cosa?!" Sbraitò.

"Gli ho detto che eri in giro." Disse Claire, vaga.

"In giro dove?" Indagò Mike.

"A casa mia." Disse in un sussurro.

"Avrebbe preso meglio la notizia del ricovero." Bofonchiò Mike, conoscendo la madre.

Claire alzò gli occhi al cielo. Guardò l'orario per poi esclamare: "È tardi! Dormi!"

Mike si sistemò per poi chiudere gli occhi. Claire, dopo poco, gli rimboccò le coperte e gli lasciò un bacio sulla fronte. Si sistemò sulla sedia, che era scomodissima ed era certa che il giorno dopo sarebbe morta dai dolori, ma non le interessava. Portò le gambe piegate vicino al busto e le circondò con le braccia, poggiò la testa fra le ginocchia e cercò di dormire.

Non ci riuscì, per niente. Fra incubi e posizioni scomode non chiuse un occhio. Però guardare dormire Mike la acquietava. Ogni tanto gli accarezzava la guancia, gli rimboccava le coperte o gliele toglieva a seconda della temperatura di lui.

La nottata passò lenta, e Claire in quel lunghissimo arco di tempo pensò. I pensieri andavano dal suo soggiorno in ospedale a suo padre, dal ricovero di Mike a sua madre, dall'eroina all'anoressia.

Appena vide i primi colori dell'alba sorrise. Ce l'aveva fatta. Era stata una notte intera a pensare e non aveva dato di matto. Poggiò i piedi per terra, e un brivido la investì. Si immobilizzò. Pensò a tutte le possibilità, si disse che non era possibile. Guardò. Era possibile, invece. Una macchia di sangue era sul pavimento, e lei ci aveva appena poggiato i piedi. Iniziò a respirare affannosamente, si guardò le braccia. Di nuovo. Era un circolo infinito. Lei non se ne accorgeva nemmeno. Lei non lo voleva. Voleva essere normale. Ma non ci esci, dalla merda. Non ci esci, dal nero. Nemmeno se ti ammazzi.

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