Non riuscì a rintracciare Eikintjasna. La sua Visione appena acquisita non era ancora abbastanza acuta per cogliere tutte le sottigliezze della vecchia veggente. Quindi lasciò da solo la foresta.

«Ma quello è un Aptrgangr!» urlarono dei pastori che lo avvistarono.

È molto probabile che abbia davvero un aspetto da cadavere ambulante, quei poveracci scapparono e lasciarono indietro le loro greggi. Ma le pecore non interessavano al re di Gardariki. Chiuse gli occhi e si concentrò. Un prato zeppo di cavalli selvatici non distava molto da lui.

Li raggiunse di corsa e balzò sullo stallone più alto e muscoloso con la ferocia della quale costui era degno. L'animale s'imbizzarrì. Cercò di scrollarselo di dosso. Si impennò e mulinò le zampe in collera, ma il seidmadr gli ghermì la folta criniera e lo immobilizzò. Gli altri, come se non stesse accadendo nulla, continuavano a pascolare e a masticare l'erba umidificata dalla neve che si era disciolta.

Con i neri peli della bestia che gli sfuggivano fra le dita, Svafrlami galoppò verso i dintorni della sua capitale, Holmgard, che si trovava in una valle circondata da colline. Osservò dall'alto le bianche e poderose mura guarnite di torri di vedetta e percorse da un camminamento merlato. Sbuffò insieme allo stallone, non affatto intimidito dall'accampamento militare di suo cugino, che assediava la città avvinghiandola come fosse il serpente Jormungand. Colpì i fianchi del cavallo con i talloni ossuti e riprese il galoppo.

Le torri di legno innalzate all'ingresso del campo nemico crescevano davanti ai suoi occhi man mano che si avvicinava. Erano di alta stazza. Ormr aveva davvero sollevato una rispettabile fortezza circolare.

«Ma che diamine è quello?»

«Direi che è un draugr!» Si chiese se stesse immaginando le parole delle sentinelle o se il suo udito si fosse affinato al punto da assomigliare a quello di un felide.

Il sibilo delle frecce arrivò prima della cascata acuminata che piombò su di lui.

Tuttavia, forse a causa della paura dei soldati, forse per qualche altra arcana ragione, tutte le saette caddero a terra senza scalfire né il cavallo né lo scheletrico cavaliere. Una soltanto per un pelo non gli si conficcò nella spalla: Svafrlami l'afferrò al volo senza arrestarsi.


Il Verme del SangueWhere stories live. Discover now