2. "UGH"

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La serata precedente fu una noia mortale. Le chiacchiere tra adulti non mi erano mai interessate, soprattutto quando si parlava di aziende, bilanci, direzione e roba noiosa varia. L'unico tizio quasi mio coetaneo provò ad attaccare bottone con me fallendo miseramente. Non vedevo l'utilità di conversare con lui. Cosa avremmo potuto dirci? E poi era troppo allegro e con l'atteggiamento un po' da saputello. Avevo notato che somigliava in tutto e per tutto a suo padre, gesti compresi. E quando mia madre mi aveva spronato a portare Davide in camera mia per mostrargliela, non c'era neanche stato bisogno di deludere le sue aspettative. Ci aveva pensato mio padre con un secco: «Un ragazzo nella camera di mia figlia? Non se ne parla neppure». A volte amavo davvero tanto il mio papà.

Quella mattina mi diressi a scuola cercando di affrontare un altro giorno all'insegna del "fammi scappare dalle tre Marie" e nascondermi nel mio angolino di felicità fatto di silenzi e musica soave. Dovevo però immaginarlo che le cosiddette tre autodefinitosi amiche non avevano la mia stessa idea al riguardo.

«Ehi, Marzia! Come va la vita oggi?» esordì sorridente Dalila.

«Devo proprio rispondere?» roteai gli occhi.

«Meglio che non lo fa, altrimenti non potrei rispondere delle mie azioni» si avvicinò anche Venere già sul punto di scatenare una guerra se avessi risposto come avrei avuto intenzione di rispondere.

«Guardate il lato positivo, è già Venerdì ed è l'ultimo giorno di scuola per questa settimana» Maria Grazia cercò di alleviare la tensione.

«Mancano ancora dieci minuti per l'inizio della lezione... restiamo un altro po' qui a chiacchierare» propose Dalila avviandosi verso uno degli spazi vuoti della hall. Ugh, chiacchierare... «Allora, cosa avete fatto ieri?» si rivolse poi a me e Venere.

«Sono stato l'intero giorno a progettare metodi per far diventare Marzia più amichevole» rispose Venere. Inquietante...

«Tu, Marzia?» chiese Maria Grazia.

«Niente di interessante» feci spallucce nel momento in cui sbucò di nuovo nella mia vita quel Davide del giorno prima. Da dove era venuto fuori?!

«Così mi offendi, cara Marzia. Io sarei "niente di interessante"?» si intromise mettendosi una mano sul petto. E aveva anche ascoltato la nostra conversazione a quanto pare.

Intanto le tre ragazze si voltarono verso il belloccio che aveva fatto il suo ingresso da casanova rimanendo a bocca aperta. Tranne Venere.

«Non mi presenti queste tre bellissime fanciulle?» si rivolse di nuovo a me.

«Credo abbiano una bocca e siano in grado di farlo da sole» affermai. Fortunatamente le ragazze lo fecero ricevendo tutte un baciamano, anche se Venere fece un'espressione disgustata. Come darle torto. L'ultima a riceverlo fu Maria Grazia.

«Tu sei uno dei due ragazzi arrivati da Roma, dico bene? Si sente dal tuo accento...» disse lei quando si accorse imbarazzata che Davide era rimasto più del previsto a stringerle la mano.

«Già. Ti piace il mio accento, dolcezza?» le sorrise da perfetto Dondavide. Bleah, ho bisogno di Amina in questo momento.

«Sì, ehm, però la mano è mia» gli fece notare. Lui la lasciò facendole un occhiolino.

«Ci si vede in giro, bellezze. La mia aula è la prima a destra nel corridoio del primo piano se avete bisogno di me» disse quelle ultime parole prima di lasciarci finalmente sole.

«E chi avrebbe bisogno di lui?» sbottò Venere.

«Stranamente la penso come te» risposi. Lei si girò a guardarmi dandomi un sorriso malvagio.

My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️Where stories live. Discover now