9. GIUDIZI E PREGIUDIZI

1.8K 113 73
                                    

Il giorno successivo dovetti riunirmi col gruppo allo studio di registrazione di Tiziano per parlare dei progetti che avevamo in mente. Davide sembrava essere arrivato in anticipo per portare i suoi attrezzi in modo che potessimo suonare tutti nello stesso posto. Maria Grazia aveva saputo tutto al riguardo ed era stata felicissima che il suo ragazzo — anche se ancora non voleva ammettere che lo fosse — si era unito a noi per formare la band. Tiziano invece non sembrava aver fatto ancora il passo di parlare con Gloria, quindi la sua conoscenza con Dalila era a un punto fermo.

Poco dopo arrivò anche — ahimè — Riva col suo bel faccino da schiaffi.

«Scusate il ritardo, ho appena finito di lavorare. Oggi erano dei tatuaggi impegnativi» disse non appena entrò nello studio seguito da zia Claudia che ci portò dei bicchieri con del succo di frutta e dei biscotti. La ringraziammo.

«Allora, io e Marzia avevamo in progetto un brano. Abbiamo già una demo creata principalmente con i campionamenti, ma ci dà almeno un'idea di come sarebbe. Marzia si sta occupando anche del testo, ma ovviamente qualsiasi idea è accetta. Vi va di ascoltarla?» introdusse Tiziano.

I due annuirono senza aggiungere parola. Tiziano fece partire la base che i due ascoltarono attentamente, andando di tanto in tanto coi loro corpi a ritmo della musica. Quando finì li guardammo in attesa del giudizio.

«Ha un buon potenziale» iniziò Davide. «Già, proprio non male».

«Con tutti gli strumenti reali credo ne uscirebbe fuori qualcosa di molto carino. È alternative rock, il che mi piace molto. Mi piacerebbe però leggere il testo se possibile» aggiunse Riva voltandosi verso di me.

Avevo dimenticato il particolare "testo del brano", sì, perché quelle parole le avevo scritte basandomi su di me, sulle mie sensazioni, e ora rivelare ancora un'altra parte di me a lui mi avrebbe resa ancora più vulnerabile.

«Devo per forza?» mi voltai verso Tiziano. Lo trovai con un sopracciglio alzato simbolo di "che domande fai?". «Ok. Mi manca ancora una parte però. Ho scritto le due strofe e il ritornello» dissi loro prendendo il mio telefono, aprendo la nota col testo e passandolo a Riva. Poi voltai lo sguardo. Non volevo guardare la sua espressione mentre leggeva le mie parole.

Passarono attimi interminabili in attesa del giudizio universale. Il cuore sembrava battermi in petto a un ritmo burrascoso. Cosa mi prendeva? Perché sapere del suo giudizio mi rendeva così nervosa? Forse perché non volevo che mi conoscesse così intimamente? Una cosa era cantare quel pezzo a un pubblico come "band", un'altra cosa era sapere che quelle parole erano solo frutto della mia mente.

Alzai per un attimo lo sguardo per controllare la sua espressione. Avrebbe riso di me? Mi avrebbe presa in giro? Sembrava completamente assorto in quelle righe. Non leggevo emozioni. Non leggevo nulla dal suo viso. Era frustrante.

«Questi sono pensieri tuoi?» chiese improvvisamente facendomi per un attimo mancare il fiato, senza però guardarmi. Fissava ancora lo schermo del telefono.

«Lo sono» risposi a stento.

«Ci sei tu in queste parole?» voltò infine lo sguardo verso di me. Era ancora indecifrabile. Mi schiarii la voce che sembrava volesse andar via.

«Sì».

Mi studiò per un attimo prima di ritornare sul testo.

«Mi piacerebbe scrivere la parte del bridge con te se me lo consenti» disse inaspettatamente. Cosa?!

«P-perché?» incespicai senza neanche saperne il motivo. «Non ti piace?».

«Al contrario. Ma vorrei fare questa cosa» ripeté.

My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️Where stories live. Discover now