17. FARFALLE O FALENE?

1.7K 105 48
                                    

Allora, ricapitoliamo il tutto: io, ossia Marzia Valente, non mi facevo mai guidare da emozioni irrazionali o da gesti dettati dall'impulso del momento. Cercavo sempre di fermarmi e pensare alle conseguenze, ai rimorsi che avrei potuto avere dopo essermi comportata in un certo modo, al disastro che avrei potuto creare, eccetera, eccetera. Trasportiamo ora questa cosa sul mondo maschile, su quel mondo fatto di ragazzi inutili, di playboy, di casanova e di dongiovanni. L'unica cosa che io, sempre Marzia Valente, avrei potuto fare in presenza di uno di quegli individui, era evitarli, o dargli un calcio dove il sole non sorge, o semplicemente fingere che non esistessero. L'unica cosa però che io, ancora Marzia Valente, non avrei mai e poi mai pensato di fare in compagnia della categoria sopraelencata, era alzarmi in punta di piedi, spingermi verso un ragazzo e baciarlo di mia spontanea volontà. Strana la vita, eh? Avevo sicuramente perso qualche rotella prima di salire su quella maledetta ruota panoramica, altrimenti non si spiegava il mio gesto! E non si spiegava neppure il fatto che il playboy in questione, un certo Gabriel bel-faccino Riva, sembrava essere rimasto paralizzato dal mio improvviso gesto. Non era stato lui ad avvicinarsi, a fare intendere di voler fare qualcosa del genere? Perché ora sembrava di pietra?!

Non avendo esperienza al riguardo — e andava assolutamente bene così perché la mia bocca non si sarebbe più posata su nessun altro! — ciò che potei fare è lasciare che le mie labbra restassero sulle sue immobili, notando la morbidezza delle sue, un leggero brivido lungo la mia schiena e una strana sensazione nel mio stomaco. Marzia, torna subito in te!!! Non vedi che lui manco si muove a ricambiare?! Infatti, come presa da un fulmine, mi staccai da lui di scatto sgranando gli occhi alla realizzazione di ciò che avevo appena combinato. Lo fissai cercando di capire cosa gli passasse per la testa, ma lui sembrava essere nel mio stesso identico stato. Marzia, non vedi? Lui non voleva baciarti, probabilmente gli disgusti addirittura. Pensa ai suoi standard femminili: alte, belle, perfette. Non si mette di certo a baciare ragazze come te che di sexy e perfetto non hanno nemmeno un'unghia del piede. Come hai potuto fare quella figuraccia e fare quel gesto di tua volontà? Vergognati!!!

«Dimentica ciò che ho fatto. So che starai ridendo di me in questo momento» gli dissi in fretta e furia, un magone che si stava formando dentro di me.

«Che... che...» non sembrava connettere i pensieri. «Che cavolo stai dicendo?».

«Non è accaduto, ok? È stato un riflesso involontario. Figurati se volessi fare quella cosa disgustosa. Io volevo solo... volevo solo... beh, dimenticalo. Basta che bacerai una perfetta bambola e riuscirai a dimenticare lo shock di questo evento... sì, farai proprio così-» e fui interrotta nel momento in cui fui afferrata da lui per le spalle.

«Ma cosa stai blaterando?» mi guardò incredulo.

«Non mi hai... ricambiato. In un certo senso non rientro nei tuoi standard, e neanche ci voglio rientrare. E non lo sto dicendo perché volevo che mi ricambiassi, eh? Io neanche volevo farlo. Non so cosa mi sia preso. Devo farmi controllare la testa, qualcosa non va. Non mi funziona il meccanismo mente-azioni. E poi-»

«Ma sta un po' zitta, va» lo sentii mormorare prima che mi rendessi conto che mi aveva appena zittita piazzando ora la sua bocca sulla mia con una foga incredibile. In un attimo le sue braccia mi circondarono stringendomi a sé, una sua mano dietro la mia testa per tenermi ferma in quella posizione, come per paura che potessi scappare via. E volevo scappare via, certo. Volevo farlo con tutta me stessa, ma la mia testa sul serio non funzionava. Avevo bisogno di un check-up completo non appena fossi ritornata a Milano, perché una Marzia del tutto sana non sarebbe rimasta in quella posizione, non avrebbe provato quelle cose strane nello stomaco, non avrebbe permesso che uno come Riva, o meglio ancora, proprio Riva la baciasse in quel modo. Neanche mi accorsi che le sue labbra avevano iniziato a muoversi piano sulle mie, massaggiandole a un ritmo lento e deciso. E non mi accorsi neppure che le MIE labbra stessero ricambiando di loro spontanea volontà! Labbra infami e disobbedienti!!! E anche braccia traditrici!!! Cosa fate?! Non andate!!! State ferme!!! Perché lo state circondando in quel modo?! Nessuno vi ha dato il permesso!!! A quanto pare avevano vita propria. Io non avevo dato loro comando di tenerlo stretto a me.

My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora