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La cognizione del tempo non c'era più e non c'era perché chi stava controllando la più grande certezza sul pianeta terra, era Asher.
Non riuscii a sentire cosa aveva da dire al mia ragione. Avvertivo talvolta lo stomaco in fiamme e i polpastrelli delle dita pizzicarmi. Era come se il mio corpo stesse reagendo a lui.

«Asher...» sussurrai sporgendomi impercettibilmente verso di lui. Per quanto l'orgoglio potesse fare resistenza, sentivo che quello era il momento giusto, che forse tutti quegli anni passati a cercare di dimenticarlo erano stati semplicemente inutili. Un sentimento di quella portata non si dimentica, né si archivia.
I suoi occhi sulle mie labbra avevano acceso qualcosa in me. Forse per semplice riflesso o forse mossa da quel sentimento avevo spostato lo sguardo sulle sue di labbra. E mi accorsi di non averle mai desiderare così tanto come in quel momento.
I secondi scorrevano, ma noi eravamo intrappolati nell'eternità.
Eppure nessuno dei due si mosse davvero.

«Bucaneve, se ti serve il bagno c'è in camera di Jason.» disse facendo un passo indietro.
Di colpo l'atmosfera si fratturò. Nei suoi occhi era balenato qualcosa, un fervore acceso che l'aveva spinto a farsi da parte. Non riuscii di nuovo a non chiedermi: Perché ce l'ha con me?
Mi infastidiva non sapere per quale motivo serbasse rancore nei miei confronti, ma ero troppo orgogliosa per domandarglielo.

Lo sorpassai silenziosamente trattenendo il respiro fino al corridoio. A qualche passo dalla sua camera sentii la tensione sciogliersi, ma i dubbi no, quelli ormai si erano incastrati nella mia mente.
Poggiai la mano sulla maniglia della porta di Jason, ma prima di entrare, non potei fare a meno di lanciare uno sguardo alla mia destra, alla ricerca di un minimo rumore che provenisse da lì. Non sentii nulla, se non la porta chiudersi di colpo.

Mi fermai a pranzo come mi aveva chiesto Jason, anche se avrei preferito scappare da quel posto.
Schiarii la voce quando Rosa poggiò sul tavolo alcuni vassoi.
«Bene, possiamo iniziare.» disse Aidan.
Le forchette colpirono la ceramica dei piatti riempiendo il severo silenzio.
«Non aspettiamo Jason?» chiesi di punto in bianco.
Tutti alzarono il viso in mia direzione.
«No.» rispose Aidan
«Potrebbe avere leggermente da fare.» disse Josh ammiccando un sorriso malefico.
«Leggermente? Direi duramente.» aggiunse Jake.
«Ci darà buca per le ragazze, venerdì.» scosse il capo Aron.
Sapevo a cosa si stesse riferendo, Rosa me l'aveva detto. Eppure fu un duro colpo sentirli parlare così apertamente e gioiosamente di quel loro impegno.
«Potresti unirti tu a noi venerdì, Angi.» disse Aron verso di me alzando e abbassando le sopracciglia con fare lascivo.
Abbozzai un falso sorriso «Non chiamarmi con quel nomignolo.»
«Ah giusto, scusami.» alzò le mani.
Che sbruffone. Pensai.
«Eccoci.» Jason fece la sua comparsa dall'ingresso seguito da Tess. Compresi al volo a cosa si riferissero i discorsi dei fratelli.
«Ci hai messo una vita...» scosse il capo Aron.
«Oh fidati che sono stata da record.» disse Tess.
«Fammi indovinare sei venuta tre volte nella posizione del missionario...» propose Jake con una smorfia.
«Mi credi così noiosa?!» scoppiò a ridere lei.

Smisi di masticare di colpo il cibo, cercai di nascondere l'imbarazzo, ma mi fu praticamente impossibile. Il sesso non era un argomento che mi disgustava, ma era qualcosa che faticavo ancora ad affrontare in quella maniera così ironica e aperta.
I fratelli non sembravano destabilizzata da quel commento fuori luogo, anzi, aggiungevano altre imbarazzanti considerazioni.

«Vi sembra il momento?» ad un tratto la voce di Asher spezzò il chiacchiericcio.
«Che c'è piccoletto? Hai paura che questi discorsi ti facciano venire un'erezione?» scoppiò a ridere Josh.
Quando alzai lo sguardo, trovai gli occhi di Asher su di me. Quei discorsi gli erano indifferenti, lo notai dalla sua postura rilassata, ma mettevano a disagio me e lui se ne era accorto a differenza degli altri.

«No» rispose risoluto «Ma potremmo semplicemente non parlarne mentre stiamo mangiando.»
«Ha ragione.» aggiunse Aidan raggelando l'atmosfera scherzosa.
Dopo quelle parole, nessuno tentò di riaprire la conversazione. Aidan aveva posto un punto bello grande che non permetteva loro di cancellarlo.
Non riuscii a mangiare nulla. Sentivo la pressione degli occhi di Asher addosso e i mille dubbi a cui aveva dato voce mi tartassavano lo stomaco.

Unconditionally mine || Saga HarrisonWhere stories live. Discover now