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Passai la sera a girovagare all'interno della casa in solitudine. Dovetti scansare alcuni ragazzi insistenti, ma per il resto, tutto sommato, la serata stava procedendo tranquillamente. Tess e Jason come sempre erano scomparsi nel nulla nello stesso istante e per quanto entrambi cercassero di dissimulare, sapevo che stavano insieme. Anche Asher e la ragazza erano scomparsi, dedussi che anche loro si fossero appartati. Scacciai il pensiero prima che diventasse letale.

Salii al piano superiore, in terrazza. Solitamente durante le feste nessuno veniva quassù, forse perché non si sentiva bene la musica, forse perché bisognava indossare il cappotto, dato che si affacciava proprio verso le montagne, da cui arrivava aria fredda.
Ciononostante, uscii senza cappotto e mi strinsi nel mio vestito abbastanza pesante.
Appoggiai i gomiti al parapetto e mi misi a guardare il paesaggio. Era buio e di norma quando è scuro non si dovrebbe vedere nulla, eppure mi sembrava tutto illuminato e chiaro, o forse conoscevo talmente bene quel panorama che non avevo difficoltà nel distinguere le ombre.

Strinsi leggermente le spalle e chiusi gli occhi quando sentii l'arrivo di una folata di vento. Il Vermont sa rigenerarti, ha il suo modo di farti sentire vivo e io avevo sempre amato quel modo così delicato e naturale. Opposto alla vitalità che sanno darti certe altre città, come Miami, Los Angeles, Boston o New York, con il caos e luci colorate.

«Mi è piaciuto il tuo discorso oggi.» disse una voce, o meglio la Sua voce.

Aprii di scatto gli occhi e mi voltai verso di lui, in piedi con un bicchiere di whisky e una mano infilata nella tasca dei pantaloni.

«Eri alla conferenza.» riuscii a dire solo. Indossava un paio di pantaloni grigi e una maglia scura di lana con il collo. Sembrava proprio uno studente di Harvard, uno di quelli bravi e diligenti, ma Asher era un Harrison e loro sapevano porre la loro firma ovunque. I capelli erano leggermente spettinati e per quanto il collo della maglia potesse essere alto, non riusciva a coprire i tatuaggi. In quelle vesti stava strappando anche il barlume di ragione più radicato. Notai persino che non aveva una presa salda sul bicchiere, ma nonostante questo le sue dita sapevano dare stabilità.
«Mi hai visto.» disse.
«Anche tu.» replicai.
«Impossibile non vederti, Bucaneve.» affermò.

Avevo mille dubbi irrisolti e volevo arrabbiarmi con lui per come si era comportato in camera sua una settimana prima, ma quel nome bloccò totalmente il flusso dei miei ragionamenti.
«Perché Bucaneve?» chiesi.

Lui fece un passo verso di me e si appoggiò delicatamente al parapetto accanto a me guardando il liquido scuro all'interno del bicchiere.
«Perché Bucaneve...» abbozzò un sorriso «Li hai mai visti qui in Vermont?»
«Sì» annuii «Nell'aiuola della mia vicina di casa, in primavera.»
«Si narra che la primavera, incarnata in una donna, si fosse ferita e le gocce del suo sangue che finirono sulla neve diedero vita ai primi bucaneve» disse assorto «È simbolo di purezza e speranza per il futuro. Quando la primavera è alle porte, il Bucaneve, è il primo fiore a rompere lo strato di neve, in uno stelo così piccolo risiede una forza capace di farsi largo fra i cristalli di ghiaccio.»
«E io che cosa centro?» aggrottai le sopracciglia.
Lui si voltò verso di me. Posò il suo sguardo su ogni singolo centimetro del mio volto, come se volesse scolpire le linee nel suo cervello.
«Tu rompi l'equilibrio della neve» disse facendo scattare gli occhi nei miei. Trattenni il respiro, colta da un'ondata di brividi «Rompi il mio equilibrio, Angelica.» aggiunse con voce roca.
Schiusi le labbra rapita.

Rompi il mio equilibrio, Angelica.
Quelle parole riecheggiarono come un ruggito nella mia mente. Potevo pormi mille diversi dubbi in quell'istante, ma quelle parole spazzavano via tutto, anche l'orgoglio. Per quanto questo potesse opporsi, ero di nuovo lì, con le labbra che pulsavano di desiderio e il collo proteso verso di lui.
Ma lui si scostò di nuovo, tornando a guardare il bicchiere.

Unconditionally mine || Saga HarrisonWhere stories live. Discover now