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Quella sera avevo cercato di fare ciò che mi aveva suggerito Tess. Mentre mi facevo la doccia avevo fatto scorrere le mani sul mio corpo, soprattutto sul mio seno, ma mi sentivo impacciata e imbarazzata. Non riuscivo a focalizzarmi sulle parole di Asher, tanto meno sulla sua figura. Mi sentivo troppo esposta, perciò avevo lasciato perdere ed ero uscita dalla doccia e avevo infilato il pigiama.
Io e Asher quel giorno non ci eravamo sentiti, ero stata così impegnata con le Femministe che avevo perso la cognizione del tempo e a quanto pareva anche lui aveva avuto di meglio da fare. Non ero arrabbiata o confusa, non dopo le parole di Tess che avevano decisamente spiegato il suo atteggiamento. Subito dopo la conversazione non ci avevo riflettuto su, ma mentre guardavo il soffitto della mia camera prima di dormire, ripercorsi la serata. Eravamo davvero vicini, riuscivo ancora a percepire il suo respiro sulla mia pelle. La birra sicuramente aveva sicuramente gran parte del merito per entrambi, ma eravamo più disinibiti del solito. Chiusi gli occhi e ripensai alle sue parole.

Forse il fatto di non essere partita con il presupposto di toccarmi o forse la doccia bollente, sentii un fremito nel basso ventre. Immaginai che la sua mano si spostasse dal mio fianco, con quel suo tocco delicato e deciso al contempo, fino al mio ventre.
Rabbrividii a contatto con le mie stesse dita.
Seguii il consiglio di Tess e mossi un dito in senso circolare sull'apice. Mi ci vollero alcuni minuti per esplorarmi e capire dove fosse quel punto in cui avvertivo le scosse confluire. Ma non appena lo trovai e l'immagine che Asher mi aveva descritto, di quello che avremmo fatto in quel bagno, combaciarono con le piccole scosse, non dovetti aspettare molto per raggiungere l'apice. Era come se una scarica partisse dall'intimità e si ripercuotesse in tutto il corpo.
Mi sfuggì un sussulto rumoroso, quasi gutturale. In quell'istante non gli diedi peso, solo quando la respirazione mi tornò regolare e sommessa, mi preoccupai che i miei o mio fratello avessero potuto sentire.
Deglutii.

Asher

Karim aprì la porta e puntò i suoi occhi su di me con fare deciso.
«Buongiorno Karim» scandii il suo nome.
«Che ci fai qui, Asher?» domandò quasi in un ringhio.
«Ieri, io e Angelica non ci siamo visti per tutto il giorno, perciò sono venuto a farle una piccola sorpresa, è un problema?»

Lui mi squadrò. Non sapevo ancora cosa pensasse di me dopo la cena, ma non m'importava un gran che, volevo solo vedere Angelica, non ci eravamo sentiti per un'intera giornata e mi mancava già. Avevo scaricato la tensione allenandomi con i miei fratelli poi svolgendo i compiti assegnatomi da Aidan fino a tarda serata, non avevo avuto tempo di riportare il pensiero su di lei. Tranne la notte, in cui l'avevo sognata sotto di me, nuda e ansimante e mi ero svegliato di nuovo con un'erezione. La situazione stava diventando irritante.

«Sta ancora dormendo» affermò.
Lanciai un'occhiata al mio orologio.
«Strano, be'...» schiarii la voce e mi guardai alle spalle. L'unica soluzione era andarsene e ripassare, non mi avrebbe di certo permesso di attendere in casa sua senza di lei.
«Entra» disse spostandosi.

Rimasi di stucco, ma non lo diedi a vedere. Quando Angelica aveva detto che eravamo più simili di quanto credessi, avevo fatto finta di non capire a cosa si riferisse, ma la realtà era che me ne ero accorto. E se in quel momento gli avessi mostrato il mio stupore a quel gesto, probabilmente lui mi avrebbe chiuso la porta in faccia. Io l'avrei fatto.

«Buongiorno signora, Fatima» sorrisi.
«Asher» ricambiò lei «Cos'hai portato?»
«Muffin e brioche» le passai il sacchetto che tenevo in mano.
«Non dovevi» portò una mano sul cuore.
«Dovevo invece, volevo ringraziarvi per la cena dell'altra sera» dissi rivolgendomi verso Karim che nel frattempo si era accomodato dalla parte opposta del bancone centrale della cucina. «Tutto sommato è stata una piacevole serata»
Lui mi lanciò un'occhiataccia prima di nascondere la testa dietro il quotidiano.
«Asher cosa preferisci, un succo o un caffè?» mi chiese dolcemente Fatima. Era una donna molto bella, dai lineamenti dolci e gentili. Il piccolo e rotondeggiante naso al centro del viso mi ricordò quello di Angelica. Avevano anche lo stesso taglio degli occhi, all'insù.

Unconditionally mine || Saga HarrisonWhere stories live. Discover now