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Asher

Era stata una settimana lunga e di dolore. Avevo passato la maggior parte del mio tempo a pensare. Jason era tornato a Miami, dopo una discussione piuttosto violenta avuta con Tess, da cui mi ero tenuto a debita distanza.

Perciò ero rimasto allo Chalet da solo. Arrivavo a riflettere così tanto sull'accaduto e sul da farsi, che a volte andavo a dormire presto solo per alleviare i mal di testa. Non riuscivo più a studiare, avevo tentato un paio di volte, ma era stato un totale fallimento. Dopo aver letto qualche  paragrafo, i pensieri tornavano verso di lei, ancor prima se incontravo qualche parola a cui l'associavo.

Alla fine mi ero stancato persino dei miei stessi pensieri e avevo preso una decisione. Dovevo parlare con lei.
La situazione era in stallo e stava diventando estenuante.
Le cose non mi erano ancora chiare. Cercavo di accettare il fatto che lei mi avesse tradito, qualsiasi persona non si finisce mai di conoscere, come si suol dire. Eppure...
Eppure Angelica per me era un libro aperto da anni, più volte, da quando ci eravamo messi insieme, l'avevo sentita parte di me. E non capivo... non era da lei quello che era successo.

Tutto si era ridotto a quella settimana di scontro fra la mia ragione, che mi suggeriva di smettere di fare congetture e basarmi solo sulla realtà dei fatti come sempre avevo fatto, e il mio istinto. O forse era il mio amore per lei che mi portava a difenderla ancora e ancora, nonostante l'evidenza.

Perciò per prendere una decisione sul da farsi mi ero recato nel luogo in cui trovavo risposta a tutto.
Guardai la foto lucida, probabilmente il custode l'aveva appena pulita quella mattina.
Era una foto troppo piccola perché mi ricordasse la sua immensità. Mia madre era una donna snella e non tanto alta, tuttavia nei miei ricordi era come se con un abbraccio potesse avvolgermi completamente. Forse perché l'ultima volta che l'avevo vista avevo poco più di 12 anni, quando ancora avevo le sembianze di un bambino...

Sospirai guardandola. Le avevo portato un mazzo di garofani bianchi, i suoi preferiti, che emanavano un profumo dolce, come il profumo vanigliato che indossava. Magari non erano nemmeno i suoi preferiti quei fiori, magari li portavo solo perché mi ricordavano in modo più vivido il suo odore.
Quando mi recavo lì per cercare risposta tornavo bambino e pensavo a come lei mi avrebbe fornito soluzione al problema.

Dato l'affetto che nutriva per Angelica, sapevo che mi avrebbe suggerito di non mettere fine alle cose, piuttosto di cercare la verità insieme. L'idea di troncare il nostro rapporto in modo definitivo, mi seccava la gola e mi spezzava il respiro. Avevamo faticato così tanto per ritrovarci in quegli anni... Non potevo lasciarla andare senza almeno aver fatto un tentativo. E poteva sembrare un pensiero positivo, se non che mi conoscevo bene e sapevo che dopo quell'episodio non avrei visto più allo stesso modo il nostro rapporto. La scena di lei accanto a Jason di tanto in tanto mi tornava in mente e bruciava sempre allo stesso modo. Mi provocava una rabbia dentro che mai avevo provato. Non sapevo se poi in presenza di Angelica tutto si sarebbe amplificato.

Mi sentivo in balia di una tempesta che durava giorni, non sapevo a cosa appigliarmi, ne quale fosse l'isola più vicina. Forse stavo già affogando e non me ne rendevo conto.

Guardai di nuovo il volto sorridente di mia madre in quella piccola foto e ne sfuggì uno anche a me, come se mi avesse contagiato.

Angelica

La musica era alta e balzava da una parete altra della camera, attraversando il mio corpo e scuotendolo di vibrazioni. Mi lasciai trasportare da quella scarica di brividi, abbandonai le braccia e mi feci cullare da quella sinfonia tanto cruda quanto sensuale. La canzone doveva essere stata scelta da Tess, era tipica del suo essere, così spietata e dolcemente maliziosa, una carezza del Diavolo.
Poggiai le mani sulle spalle della persona davanti a me. Avevo gli occhi chiusi e stavo immaginando Asher... a tutto quello che avremmo fatto a ritmo di quella canzone.
Sentii una mano posarsi sul mio fianco, poi una piroetta solleticò le mie risa. E iniziai a ridere di gusto...
«Avanti Ang, è il tuo turno!» cantilenò «Da dove vuoi che parta?»
Fra le risa alzai le braccia in alto. «Dalla maglietta ovviamente.»
Incrociai gli occhi di Jason, i quali avevano un'insolita sfumatura, che non gli avevo mai visto rivolgermi, ma che gli calzava a pennello. Era uno sguardo che preannunciava cattive intenzioni, cupo e tanto simile a quello che Tess non si vergognava di risparmiare a nessuno.
Non riuscii a smettere di osservarlo mentre mi spogliava.

Unconditionally mine || Saga HarrisonNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ