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Strinsi il lenzuolo al petto mentre cercavo delle parole per spiegare quella situazione. Ma le parole escono solo quando i pensieri sono in fila e in quel momento era come se stessi affogando nella confusione.
Mi stavo sforzando di ricordare cosa fosse accaduto e perchè io mi trovassi nuda affianco a Jas, ma la verità era che c'era buio nella mia mente. Era come se ogni mio pensiero e ricordo fosse stato nascosto dietro una porta invisibile.
Tuttavia, non credevo affatto che fosse accaduto qualcosa fra me e Jason. L'alcol inibisce la ragione, è vero, ma non fa uscire completamente di senno. Semmai mette in risalto ciò che uno già prova e io per Jason ho sempre e solo provato amicizia, nulla di più. Per quanto fosse oggettivamente un bel ragazzo, non ne ero mai stata attratta, il pensiero di me e lui nudi a rotolarci sul letto non mi aveva sfiorata nemmeno per un istate in tutti quegli anni di amicizia. Ero convinta perciò, nonostante le dubbie circostanze, che fosse un equivoco.

«No-non...» deglutii guardando Jas ancora assopito e osservando per l'ennesima volta attorno a noi. Gli abiti erano sparsi ovunque nella stanza in cui filtrava la luce del sole di luglio. Le lenzuola stropicciate nel tipico modo dopo una notte intensa di sesso.

Il problema era spiegare quello di cui ero convinta ad Asher, il quale se ne stava immobile con gli occhi fissi su di noi. Sembrava che qualcuno lo avesse appena accoltellato.
Non qualcuno, io.

«Non è ciò che credi.» dissi alla fine tutto d'un fiato.
«E cosa dovrei credere?» chiese. Il petto iniziò ad alzarsi e abbassarsi irregolarmente, gli occhi più ci osservavano più si incendiavano di rabbia. Di lì a poco, ne fui certa, sarebbe scoppiata una bomba.
«Che succede?» mugugnò Jas. Per un istante fui sollevata che si fosse svegliato in quel momento, mi avrebbe aiutata a spiegare il malinteso. Come me, anche Jas passò il suo sguardo confuso sulle circostanze fino ai nostri corpi semi coperti.
Non dubitai del fatto che fosse un equivoco fino a quando non lo vidi allarmarsi.

«Li hai trovati?» Tess apparve al fianco di Asher.
«Jas...» sussurrai cercando aiuto.
«Ditemi che è uno scherzo.» ringhiò Tess.

Ci guardammo negli occhi per un lungo istante. Probabilmente entrambi intenti a cercare la verità e i ricordi nell'altro, ma c'erano solo confusione, dubbi e paura. Amavo Asher e Jas amava Tess. Se davvero l'alcol ci aveva spinti fino a quel punto avevamo appena ferito le persone più importanti della nostra vita, oltre a rovinare la nostra amicizia.

Jas deglutì e scosse impercettibilmente il capo in segno di totale confusione.
«Volete parlare voi due?» alzò la voce Tess attirando la nostra attenzione «Che cosa cazzo è successo?»
Afferrai i miei abiti e mi alzai con il lenzuolo stretto al petto. Forse lo feci per allontanarmi da Jas, per rimediare l'irrimediabile, o forse lo feci per prepararmi alla reazione di Asher.
«Non è successo n-niente» sussurrò Jason tutt'altro che convinto.
Tess fece una smorfia. «Se fossi cieca, ti crederei. Invece, a quanto vedo, sei un pezzo di merda come tutti gli altri.»
«Non ci posso credere...» sussurrò Asher.

Ci guardammo e lui indietreggiò con espressione di sgomento. Fu un istante sufficiente per farmi assalire dal panico. Sentii ogni cosa crollare, avvertii solo con quel gesto quello che stava accadendo. Non servivano parole, Asher non ne usava mai troppe. Mi bastò guardarlo indietreggiare e voltarmi le spalle per capire che il nostro legame si era sfilacciato, se non rotto del tutto.
Trasalii e trascinando la coperta con me, lo inseguii.

Ogni due passi inciampai sui lembi del lenzuolo, ma fu abbastanza per fermarmi.

«Asher!» lo richiamai.
Stava procedendo a passo spedito per i corridoi della casa. Ero certa che si sarebbe rifugiato nella sua camera, quello era il posto in cui si era sempre sentito protetto dal dolore.
«Ash, fermati, dobbiamo parlarne.» dissi quando rallentò in prossimità del salone.

Unconditionally mine || Saga HarrisonWhere stories live. Discover now