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Scuola.
Scuola.
Scuola.
e indovinate?
Sì, ancora scuola!

Il quinto anno del liceo scientifico si stava rivelando più complicato del previsto, la mia testa scoppiava, uscivo da scuola e dovevo subito mettermi a studiare.

Nonostante questo, però, avevo realizzato tanti di quei propositi che mi ero fissata a fine anno.

Eravamo nella mia nuova era.

Avevo fatto dei tatuaggi, tre per l'esattezza.

Il primo che avevo era il numero 19 affiancato da un minuscolo cuoricino blu proprio dietro il mio collo;

Per il secondo avevo sofferto tanto, avevo deciso di farlo sul costato e avevo optato per la riproduzione di parte del dipinto di Michelangelo : "La Creazione di Adamo".

Non so dirvi di preciso perché avevo scelto questo dipinto, mi piaceva l'arte, mi affascinava sapere che quei disegni erano rimasti per anni e anni, che nessuno li aveva rovinati e chissà se questi pittori se lo aspettavano, chissà se Michelangelo nel 1500 si sarebbe mai aspettato che qualcuno nel 2022 si sarebbe tatuato parte del suo disegno sulla pelle.

Le due mani avevano per me un senso di speranza, sensualità; lo sfiorarsi mi permetteva di avere un sospiro di sollievo da tutto lo stress che avevo intorno.

Ed ultimo ma non meno importante, avevo tatuato una frase, di certo non una qualunque, una sciocchezza per alcuni, mentre per me, quella frase voleva dire amore.

Avevo fatto due piercing, entrambi dermal, ma poi li avevo tolti e fatti richiudere perché mi causavano troppi problemi e la paura di strapparli via a causa di una distrazione, era troppa; così come il piercing alla lingua dove però il buco era rimasto, impercettibile, ma c'era.

Avevo lasciato crescere i capelli e dalle mie amate ciocche scure un giorno ero uscita dal parrucchiere con la testa più chiara, non bionda ossigenata, ma color caramello, forse più chiaro, ma mi piacevano.

Avevo cambiato il mio modo di essere, il mio modo di pensare, iniziavano a piacermi gli abbracci, ma solo dalle persone che volevo io, sentivo il cuore battermi meno nel petto ma vivevo comunque perché la vita correva e io stavo iniziando a faticare a stargli dietro.

Avevo provato a iscrivermi in palestra, ma niente da fare, preferivo correre ed allenarmi all'aria aperta che in un posto in cui l'unica cosa che puoi trovare sono uomini di 50 anni che ti fissano il sedere perché infelici con le proprie mogli.

Avevo risentito Hamilton.

Oh Lew era sempre così carino con me, di certo stava affrontando un brutto periodo, ma cercava di sentirmi ogni giorno.

Pierre invece si era quasi trasferito a casa mia.

Oh dimenticavo, lui e Kat si erano lasciati, non so bene quale fosse il motivo, quando Gasly era corso da me quella sera non avevo chiesto nulla, lo avevo abbracciato perché nonostante non ci fossero lacrime sul suo viso, percepivo il suo immenso dolore.

Il giorno dopo avevo cercato di sentire Kat ma non mi aveva risposto e come biasimarla, avevo pensato solo al mio migliore amico e non a lei che mi era stata accanto nei giorni più bui.

Ero stata una pessima amica e mi ero ripromessa che finita la scuola la prima cosa che avrei fatto, sarebbe stato andare a casa sua per parlarci.

Avevo legato tanto anche con Charles che era spesso in Italia per lavoro e di conseguenza anche Charlotte era spesso qui.

Faticavo a vederli e avevo rinunciato a tante cose ultimamente, soprattutto perché oramai eravamo a Febbraio e mancavano solo 3 mesi alla mia maturità.

Rush To LoveWhere stories live. Discover now