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Apro gli occhi sentendo Thyago stringermi a lui.

Inevitabilmente una lacrima scende dai miei occhi, mentre ripenso a ciò che è avvenuto poche ora prima.

Stampo la mia faccia sul cuscino asciugando la piccola goccia.

"Buongiorno piccola" afferma con voce roca baciandomi la parte del collo subito dietro l'orecchio.

"Come hai dormito?" mi chiede.

"Benissimo, anche se ho avuto un po' caldo" ammetto rimanendo nella stessa posizione di prima dandogli la spalle.

"Ci credo, indossi una mia felpa" ridacchia.

Sorrido all'udire della sua risata contagiosa.

"Vado a farmi una doccia, se hai voglia raggiungimi" dice prima di lasciarmi un bacio sulla guancia per poi scappare via dalle lenzuola.

Non avevo voglia di fare la doccia.
Non avevo voglia di alzarmi.
Non avevo voglia di andare al circuito.
Non avevo voglia di vederlo.
Non avevo voglia di sentire il rombo della sua monoposto.

Ma non avevo nemmeno voglia di dargliela vinta e mostrargli la mia sofferenza.

Mi ero aperta con lui, avevo ammesso il mio sbaglio, mi ero scusata, mi ero giustificata e l'unica cosa che era riuscito a fare lui era stata quella di umiliarmi e ferirmi.

Questa volta non sarei stata io ad abbassare la guardia, lo avevo già fatto la sera prima, adesso era il suo turno.

Così mi alzo, mi spoglio nel cammino verso il bagno, arrivo alla doccia nuda e apro il vetro.

Neanche oggi avrei fatto sesso con lui.

Non era il momento, non avrei usato Thyago per sfogare il mio dolore.

"Pensavo non mi raggiungessi più" ammette quando mi vede.

Posa la sua mano sul mio fianco tirandomi a lui e immergendomi sotto il getto d'acqua tiepido, ma troppo freddo per i miei gusti.

Ruoto leggermente la manopola e subito l'acqua inizia a scaldarsi.

"Con cinquanta gradi tu riesci ancora a fare la doccia calda?" chiede posando le mani sulle mie spalle.

"Si fa solo calda, la doccia" dico.

"Attenta che escono i coccodrilli dal getto" mi prende in giro il mio ragazzo provocandomi una risata vera tra tutta questa finzione.

"Per questo devi fare la doccia con l'acqua calda, così muoiono prima di raggiungerti" sorrido voltandomi verso di lui e attaccandomi al suo busto e lasciando un bacio sui suoi pettorali.

Dopo venti minuti usciamo dalla doccia, appena in tempo per rispondere al mio cellulare che squilla con il numero 10 accompagnato dal cuore blu, impresso sullo schermo.

"Pierre" rispondo.

"Stai bene?" mi chiede immediatamente.

"Si?" rispondo poco convinta dal modo preoccupato con cui si sta rivolgendo a me.

"Grace stai bene?" ripete leggermente più rilassato.

"Si" confermo mentendo.

"Menomale, ho fatto un sogno, in cui tu, piangevi, sembravi a pezzi, eri distrutta" dice "Sono felice di sapere che fosse solo un sogno, sai per via del nostro sesto senso" continua.

Pierre avrebbe dovuto sapere che il nostro sesto senso non si sbagliava mai, ma lasciai correre, io stavo bene dopo tutto.

"Chi era?" mi chiede Thyago appena posso il cellulare.

Rush To LoveWhere stories live. Discover now