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La scuola era finita.

Le prove scritte erano già state corrette e oggi avrei sostenuto il mio esame orale.

Entravo tranquilla in aula, portando con me i miei 62 crediti.

Speravo di fare un buonissimo orale ed uscire almeno con 90 ma ero convinta che la mia ansia mi avrebbe fottuta.

Avevo sentito Pierre che mi aveva rassicurato dicendomi che se avessi saltato Canada e Azerbaijan prendendo più di 90 all'esame, avrebbe perdonato la mia assenza.

Così avevo fatto, ero rimasta a casa a studiare e avevo lasciato la televisione accesa, pronta a prendere il primo volo se fosse successo qualcosa.

La valigia era pronta davanti all'ingresso di casa per ogni evenienza e nonostante non fosse stata necessaria per i giorni precedenti, finito il mio orale sarei partita per la Gran Bretagna.

Il Gran Premio di Silverstone mi aspettava.

Indosso il tailleur verde acceso.

Sistemo i capelli abboccolati nel miglior modo possibile.

Indosso le Air Force bianche.

Sistemo la ciotola della pappa di Heidi e la faccio salire in auto.

Posiziono la valigia sui sedili posteriori e mi metto alla guida.

Durante il tragitto ripasso le cose su cui mi sento più insicura, ma a pensarci bene non c'è qualcosa che so meglio rispetto alle altre.

Arrivo a casa di mamma e faccio scendere Heidi dall'auto.

"Piccola mia" dice appena varco il cancello.

Mamma accarezza Heidi e poi viene verso di me.

"Sei bellissima amore mio, mi raccomando fai vedere quanto vali" mi sorride abbracciandomi.

"Tommaso vieni subito qui" lo sgrida mamma.

Tommy appare dalla porta mezzo svestito con una fetta di pane, burro e marmellata tra i denti.

"Grace andrai benissimo, ma io no se faccio ritardo" mi urla dalla porta.

"Vai e chiamami prima di salire sull'aereo, ti voglio bene amore mio, goditi anche la tua vacanzina in Inghilterra" mi dice lasciandomi un bacio sulla fronte.

L'ansia stava iniziando a farmi brutti scherzi, partendo con il fatto che non mi permetteva di parlare.

Sorrido e annuisco.

Abbraccio la mamma e salgo di nuovo in auto.

Faccio partire "Tortoise" la canzone più rilassante del pianeta terra.

In pochissimi minuti sono davanti a scuola.

"Eccolaaa" urla Rebecca venendomi incontro.

"Andrai benissimo" dice stringendomi a lei.

"Credo mi stia per venire un attacco" ammetto sospirando.

Sentivo i polmoni farsi stretti.

"G respira, sei già fuori ormai, non importa a nessuno se esci con 62 o 100" ammette la mia amica.

Aveva ragione, quel numero sarebbe importato a ben poche persone nella mia vita, ma a me importava, importava fin troppo.

Il rombo di una macchina fa girare tutti i miei amici, ma non me.

Era sicuro una bella macchina, ma non mi importava più di tanto dato che tra qualche minuto avrei dovuto sostenere il primo vero importante esame tra i mille che avrei dovuto dare nella mia vita.

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