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Le cose erano cambiate parecchio a seguito di quella notte.

Tra me e Thyago c'erano stati molti alti e bassi.

Dopo quella volta eravamo stati a letto insieme altre volte e ogni giorno la situazione sembrava migliorare, o meglio, almeno non avevo più pianto per il senso di colpa.

Thy sembrava non essersi accorto di niente se non per una volta in cui avevo finto davvero male il mio orgasmo e lui si era bloccato insistendo poi fino a farmi venire per davvero.

Niente di speciale.

Non che fosse colpa sua, il problema ero io e ne ero consapevolissima.

Becca sembrava felice e io non potevo far altro che sorridere quando mi capitava di vederla inquadrata alla tv nei box Haas a sostenere quello che non avevo ancora capito se fosse il suo ragazzo o il suo scopamico.

"Chérie, allaccia le cinture" mi richiama Charles indicando la spia illuminata sul bracciolo del sedile dell'aeromobile.

Già, proprio così, stavo volando in Belgio con Leclerc, Sainz e Thyago.

Il mio ragazzo aveva davvero insistito per esserci dicendo che per nulla al mondo mi avrebbe più lasciata con il mio ex nello stesso paese.

Questo suo comportamento inizava ad assillarmi e a rendermi nervosa.

Mi sentivo in gabbia, un animale.

Penso a Heidi, a come lei sia più libera di me in questo periodo e di come se la stia spassando dalla nonna Coraline.

Finite le turbolenze, mi slaccio nuovamente le cinture e mi alzo per staccarmi da Thyago.

"Dove vai? Tra due minuti siamo a terra" mi domanda Carlos premuroso.

"Arrivo, solo un secondo" gli sorrido.

La verità era che preferivo sbattere la testa contro uno spigolo durante l'atterraggio che stare seduta e stringere la mano del mio ragazzo.

Chiedo ad un'hostess un bicchiere d'acqua e dopo avermelo dato mi invita a sedermi e ad allacciare le cinture.

Così faccio, torno al mio posto e mi sistemo.

"A che ora iniziate domani?" chiedo per informarmi, mi piacerebbe fare una corsa per il circuito con il mio migliore amico.

"Alle 10" afferma Sainz mentre Leclerc gli parla sopra "Alle 12"

I due si guardano mentre sul mio viso appare un sorriso.

Era incredibile come Carlos e Charles si assomigliassero tanto.

"Mettetevi d'accordo e poi fatemi sapere" rido consapevole che mi toccherà chiedere a qualcuno di più affidabile, anche se, chi poteva essere più affidabile di loro che sarebbero dovuti scendere in pista?

A seguito del dolce atterraggio, ritiriamo le valigie e con due taxi ci dirigiamo all'hotel.

È tardi, ma dobbiamo comunque cenare.

"Carlos ha detto che loro raggiungono gli altri tra dieci minuti, mi chiede cosa facciamo noi" dice il mio ragazzo portandomi sull'attenti.

"Potremmo andare con loro" dico mentre mi sistemo il trucco allo specchio.

"Ci sarà Lando?" mi domanda.

Cosa ne sapevo io.

Alzo le spalle e lo guardo dallo specchio.

Chiude gli occhi per un secondo poi li riapre.

"Non lo so" parlo "Credo di si" continuo.

Dove c'era Carlos automaticamente c'era Lando e mi sembrava strano che Norris con la sua ansia maniacale non fosse ancora in Belgio il giorno prima dell'inizio di un Gran Premio.

Rush To LoveWhere stories live. Discover now