Che ragazzo insolente

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Molly

Dagli altoparlanti arrivò un annuncio del preside, in cui chiedeva di recarsi nell'Aula Magna.
Tutti gli studenti iniziarono a muoversi, e facemmo lo stesso io e Greta.
Una volta entrate nell'Aula riuscì a scorgere il volto di Nicholas, avvisai Greta e ci avvicinammo a lui.

"Ehi Nicholas" Lo salutò lei.

"Ehi Greta" Ricambiò il saluto.

"Questi posti sono liberi?" Chiesi a mio fratello, annuì e ci sedemmo.

Dopo qualche minuto arrivò finalmente il preside, prese posto sulla poltrona e iniziò a parlare.

"Benvenuti a tutti, oggi come saprete arriveranno dei ragazzi nuovi e inizieranno a frequentare le lezioni insieme a voi. Sono già stati smistati nelle diverse classi, io e il corpo docenti vi preghiamo di aiutarli ad integrarsi al meglio. Detto questo potete tornare in classe, loro saranno già lì ad aspettarvi. Arrivederci" concluse il discorso.

Ci alzammo tutti insieme, io e Greta salutammo mio fratello e ci dirigemmo verso l'uscita.

Greta entrò un po' prima rispetto a me, dato che mi fermai per chiedere una cosa al mio professore di storia.

Quando entrai in classe avvistai alcuni nuovi ragazzi, uno era alto e biondo con gli occhi verdi.
Al suo fianco si poteva scorgerne uno castano scuro, alto, con alcuni tatuaggi e degli occhi così scuri che ti mettevano in soggezione.
C'era anche una ragazza con i capelli rossi, non tanto alta ma nemmeno troppo bassa e con gli occhi azzurri.
È davvero molto bella.
Aspetta un attimo, ne manca uno.
Il professore ci aveva avvisato che noi avremmo avuto quattro ragazzi. Appena pensai questo, venni spinta da qualcuno.

"Ehi ma che cavolo..." dissi a bassa voce, sperando che non mi sentisse

"Levati dai piedi" mi rispose. Che maleducato, sembra che stamattina abbia fatto colazione con pane e simpatia.

"Scusami tanto se ho osato intralciare il tuo cammino" Gli risposi in modo arrogante.
Si girò per guardarmi, aveva degli occhi color oceano che stavano benissimo con il castano dei suoi capelli.
Creava un effetto che poteva ricordare vagamente un bosco in pieno autunno, attraversato da un fiume scintillante.

"Come ti chiami ragazzina?" Mi chiese.
Sul suo volto c'era la traccia di un lieve sorriso.

"Non sono affari tuoi. La prossima volta cerca di fare meno l'arrogante" Mi feci più vicina. Solo di qualche passo.

"E non chiamarmi 'ragazzina' " Lo guardai dall'alto in basso.
Poteva sembrare una scena ridicola, dato che lui era molto più alto di me eppure non mi importava.

Trattenne una risata e io mi innervosì di più.

"Cos'hai da ridere?" Sbuffai.

Vidi che provò a controbattere ma non fece in tempo perché uno dei nuovi arrivati, il biondino, lo richiamò e lui se né andò senza dire una parola.

Evidentemente oggi non era la mia giornata fortunata perché anche Claudia mi spintonò.

"Ops non l'ho fatto apposta" Cinguettò, con una voce falsamente pentita.

"Si certo..." Sussurai.

Mi superò per dirigersi verso il gruppetto dei nuovi arrivati, si rigirò una ciocca di capelli attorno al dito e iniziò a parlare.

In quel gruppetto c'era anche il ragazzo di prima, anche se non sembrava molto interessato a lei.

Claudia faceva sempre la gatta morta con i ragazzi, andava lì e metteva in atto la sua solita scenetta patetica.
Eppure i ragazzi ci cascano sempre.
E quando dico sempre, intendo sempre.

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