Confidasi fa paura

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Molly

Mio fratello è cambiato.
Non so quando né il perché.
Non riesco a pensare ad altro.
E se fosse a causa mia? Impossibile, me lo avrebbe detto. Credo.

Sono sola in un'aula che non viene utilizzata da molto tempo.
Le lacrime mi rigano il viso, sembra che lascino segni indelebili sulle mie guance.
Il mio respiro viene smorzato dai continui singhiozzi.

Qualcuno apre la porta, data la poca illuminazione riesco a vedere solo una sagoma scura, eppure a me familiare.
Alejandro.

L'ultima persona con la quale volevo parlare.

"Molly, sei tu?" Avanzò verso di me.

Non risposi, ero seduta in un angolo e cercai di nascondere il viso tra le mani.

Si abbassò per cercare di guardarmi in faccia, ma io glielo impedì.

"L-lasciami in p-pace" Tirai su con il naso.

"Andiamo Molly, lascia che ti aiuti..."

"Ho detto che devi lasciarmi in pace!" Finalmente lo guardai negli occhi, i quali trasmettevano stupore per il tono che avevo appena utilizzato.

Mi pentì di avergli urlato contro.
Voleva soltanto aiutarmi e io rifiutavo il suo aiuto.
Lo avevo sempre fatto con tutti, proprio come mia madre.

Non si diede per vinto, anzi ci riprovò.

"So che in questo momento stai soffrendo e, probabilmente, io non sono la persona con la quale vorresti confidarti..." Si fermò ma riprese quasi subito.

"Però ora sono qui e prometto che ti ascolterò, senza giudicarti" Sorrise.

Rimasi incantata per la gentilezza e la comprensione che mi stava rivolgendo.

Può darsi che più tardi mi pentirò di questo gesto, tuttavia adesso è tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento.
Così lo abbracciai, le mie braccia si allacciarono al suo collo e appoggiai la testa sul suo cuore, il quale batteva forte.
Barcollò un po' ma riuscì a stabilizzarsi.

Non ricambiò subito, forse per paura di mostrarsi compassionevole oppure perché non si aspettava un gesto così diretto, fatto sta che alla fine le sue braccia si posarono sulla mia schiena, stringendomi forte.

C'era un'unica differenza, io lo abbracciavo come se potesse darmi forza per affrontare tutto il mio dolore. Lui lo faceva come se potessi spezzarmi da un momento all'altro.

Sollevai leggermente la testa, quel tanto che bastava per guardarlo in faccia.
Scoprì che lui mi stava già osservando.

"Sei al sicuro con me" Con il polpastrello mi asciugò una lacrima.

"Vuoi dirmi cosa succede?" Usò un tono dolce, come se fossi una bambina.

Improvvisamente un pensiero si fece strada nella mia testa.
Mi ricordai che, quando ero piccola, mia madre utilizzava lo stesso tono con me e io mio fratello.
Non si arrabbiava mai con noi, cercava sempre di spiegarci i nostri errori invece di urlaci contro.
Lei era come l'acqua, calma e accogliente.
Nostro padre era come il fuoco, irruente e malvagio.
Questi due elementi, insieme, sarebbero in grado di distruggersi.

Scacciai via quei ricordi e mi concentrai sul presente.

"Vorrei farlo ma..." Distolsi lo sguardo.

"Ma?"

"Ho paura" Ammisi.
La verità è che avevo paura di mostrarmi debole, di essere ferita, di essere derisa e che sminuisse i miei problemi.

"Guardami" Utilizzò sempre un tono di voce calmo, mi prese il viso con le sue mani calde.
Feci come mi disse.

"Se non vuoi confidarti con me lo capirò, non voglio costringerti. Voglio solo che tu sappia una cosa: non sono qui per intimidirti, sono qui perché mi preoccupo per te e farò di tutto pur di farti sentire meglio"

Dovrei fidarmi?
Sembra sincero.

"Ti ricordi quando mi hai chiesto il significato della mia collana?" Iniziai.

Lui annuì e mi disse di continuare.

"Me l'ha regalata mia madre poco prima di morire. Dietro ad essa è presente una scritta in spagnolo, la sua lingua madre: La Reina de la Noche. A Nicholas ha regalato un anello, il suo ha una scritta diversa: Siempre defiende a los que amas" Proseguì.

"Perché la scelta di queste frasi? Hanno un significato particolare?" Mi chiese, seriamente ammaliato dalla mia storia.

"Diceva sempre che ci rappresentavano. La mia collana è a forma di Kadupul, il mio fiore preferito, e viene anche chiamato 'Reina de la Noche' mio fratello invece farebbe di tutto per le persone che ama" Spiegai.

"Perché sei arrabbiata con tuo fratello?" Andò dritto al punto.

In realtà non sono arrabbiata, sono solo delusa per il fatto che mi abbia tagliato fuori dalla sua vita.
Forse questo non glielo avrei detto.

"Perché da quando è morta nostra madre lui è cambiato parecchio, lei era la sua 'eroina', così la chiamava quand'era piccolo. Ogni tanto commetteva degli errori e lui si arrabbiava molto. Pur risolvendo, Nicholas non la perdonava mai completamente" Sorrisi, sentendo le lacrime fare capolineo.

"Ma nonostante ciò, lui le voleva un mondo di bene"

"Posso farti una domanda?" Mi accarezzò la guancia.

Annuì e lui parlò.

"Quando è morta tua madre?" Chiese titubante.

"Mia madre, Amanda, è morta il 12 luglio 2003. Io e Nicholas avevamo solo cinque anni" Risposi alla sua domanda.

Si accorse che stavo soffrendo notevolmente, ecco perché mi rivolse una frase che nessuno mi aveva mai detto.

"Se hai bisogno di sfogarti puoi farlo" Mi avvisò.

Dopo quelle semplici parole crollai.
Affondai il viso nell'incavo tra la sua spalla e il suo collo.
Piansi tutte le lacrime che avevo in corpo, non riuscì a trattenermi.
Penso di non aver mai sofferto così tanto.
Mi scappò anche un piccolo urlo disperato.

"Stai tranquilla, finché ci sarò io nessuno ti farà del male" Mi rassicurò, accarezzandomi la testa.

Le uniche persone che conosco il mio passato sono Nicholas e Greta.
Ora anche Alejandro.
Sento che di lui posso fidarmi, non mi tradirà.

Quando finì di sfogarmi, lo guardai dritto negli occhi.
Per un momento pensai fossero fatti di ghiaccio, sia per il colore ma soprattutto per le emozioni che trasmettevano.
Ho sempre associato il ghiaccio a freddezza, solitudine e abbandono.
Guardandolo potei constatare il fatto che avessi ragione, in parte, perché i suoi trasmettevano anche sicurezza, passione e stabilità.

Il suo sguardo ricadè sulle mie labbra, prima di tornare sui miei occhi.
Eravamo a qualche centimetro di distanza, riuscivo a sentire il suo profumo all'acqua di Colonia.

"Molly devo dirti una cosa..." Disse a un passo dalle mie labbra.
Sentii le guance andare a fuoco.

Ad un certo punto la porta si spalancò, sulla soglia c'era Greta.
Ci staccammo subito, stabilendo una distanza notevole.

"Ecco dove eravate finiti" Rilasciò un sospiro di sollievo e si mise una mano sul cuore.

Alejandro si alzò da terra, andò verso Greta e le sussurrò qualcosa all'orecchio simile ad un 'Ora sta bene, prenditi cura di lei'.
Dopo quello parole, la mia migliore amica si fiondò su di me, abbracciandomi e assicurandosi che stessi realmente bene.

Alejandro era ancora sulla soglia ad osservare la scena, dopodiché mi rivolse un occhiolino e se n'è andò.
Rimanemmo solo io e Greta.

la Reina de la NocheWhere stories live. Discover now