Amore e fiori

71 10 7
                                    

Molly

Da piccola mia madre mi portava sempre nel suo giardino segreto, era costituito da parecchi fiori usuali come ad esempio dei tulipani, delle rose e infine alcuni gigli.
Dietro il piccolo gazebo, in cui conservavamo i nostri stumenti, c'erano i nostri fiori preferiti.
Il mio il Kadupul, mentre il suo era la Rosa Juliet.

"È qui che vengo quando devo nascondermi" Mi aveva rivelato, in una giornata soleggiata.

Avevo appena compiuto cinque anni e, come regalo di compleanno, aveva promesso d'insegnarmi tutto quello che sapeva sulla botanica.
Quando me lo comunicò, mi brillarono gli occhi per l'emozione.
Io e Nicholas non pasavamo molto tempo con i nostri genitori, papà era sempre ubriaco e nostra madre era impegnata a scappare da lui.
Anzi, a nascondersi.

"Da cosa devi nasconderti?" Chiesi ingenuamente.

Ogni volta che litigavano, mio fratello provvedeva a prestarmi le sue cuffie per distrarmi dalle grida.
'Ehi, ti andrebbe di ascoltare un po' di musica?' Diceva sempre.
Lo assecondavo costantemente, ignara che lui ascoltasse sempre quelle urla piene di rabbia.
Mi abbracciava, la sua testa si appoggiava delicata sulla mia, le sue piccole mani mi accarezzavano la schiena.
Mi faceva da scudo contro tutto il dolore fuori da quella porta.

"La domanda giusta, mia piccola Molly, sarebbe da chi devo nascondermi" Sorrise mia madre.

Ricordo che non capì subito, poi mi venne in mente un unico episodio in cui Nicholas non era riuscito a nascondermi la verità.
Mi aveva appena rimboccato le coperte, di solito non lo faceva mai.
Continuavo a rigirarmi nel letto, cercando una posizione comoda per dormire.
Dopo qualche minuto insonne, decisi di recarmi in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
Arrivai davanti all'imboccatura delle scale, mi stropicciai gli occhi e quello che vidi mi fece tremare le mani.

Nostra madre era a terra, piena di lividi e, di fronte a lei, c'era nostro padre.
Mio fratello, posizionato con le braccia aperte davanti a nostra madre, stava urlando a quell'uomo troppo ubriaco per capire le sue parole.

"Tu non le farai del male!" Gridava Nicholas.

Nostro padre si avvicinò a lui e, con tono crudele, gli sussurò una frase che mi fece venire la pelle d'oca.

"E chi me lo impedirà. Tu?" Quello che successe dopo mi segnò a vita.

La mano di nostro padre si schiantò, violenta, sulla guancia di mio fratello.
Passarono alcuni secondi d'interminabile silenzio.
Strabuzzai gli occhi, sentì un brivido salirmi lungo la schiena.
Facendo il più piano possibile, sgattaiolai in camera mia.

È tutto apposto sussurrava la vocina nella mia testa.
Nicholas si sarà comportato male e lui lo avrà punito, come si fa con i bambini cattivi.
Solo in quel momento realizzai una cosa.
Tutte le volte che Nicholas mi dava le sue cuffie, non lo faceva per farmi ascoltare la sua musica.
Lo faceva per proteggermi.
Lo faceva per non farmi preoccupare, per farmi credere che la nostra famiglia, apparentemente, sembrava perfetta.
Lo faceva perché ci teveneva a me.

"T-tu ti nascondi da papà?" La voce mi tremava. Avevo paura della risposta.

Mia madre si inginocchiò, spostò una ciocca ribelle dietro al mio orecchio.
Mi guardò con tenerezza, come se fossi un cucciolo spaventato.
Aveva sempre questo modo tutto suo di osservare le persone, i suoi occhi verdi ti trasmettevano serenità e comprensione.

"Io non ho paura di tuo padre, lo amo con tutta me stessa. Io mi nascondo dalla sua parte oscura, quella che mostra quando torna a casa la sera" Fece una breve pausa, quasi dovesse trovare le parole giuste.

"Pensi che tuo padre mi ami?" Sussultai, sorpresa da quella domanda.

"Certo che ti ama!" Il mio tono risultò infastidito.

Come poteva pensare che lui non l'amasse?
Ovvio che l'amava.
Scosse la testa divertita.

"Le persone che ti amano non ti fanno del male. L'uomo di cui mi sono innamorata era gentile, solare e non si sarebbe mai azzardato ad alzarmi le mani" Mentre diceva queste parole, formò un sorriso spento.

"Papà non ti ama..." Ripetei affranta.

"L'amore è una cosa stupida!" Ero arrabbiata.

"Non mi innamorerò mai!" Sostenei, convinta come non mai.

"L'amore è una cosa bellissima" Per poco mia madre, data la mia espressione imbronciata, non scoppiò a ridermi in faccia.

"Prendi questo fiore, per esempio" Colse una piccola margherita.

"Fai finta che questa sia la tua relazione. Se entrambi riuscirete a prendervene cura, allora il vostro amore sopravviverà. Sarà un legame speciale, niente riuscirà a separarvi" Ossevai i suoi petali.

"Se riceve amore soltanto da una persona, farà fatica a crescere. Rischierà di spezzarsi, ma le cure e le attenzioni del suo giardiniere faranno sopravvivere il vostro legame. Tuttavia, perderà dei petali" Ne strappò alcuni.

"Se, invece, nessuno dei due si prenderà cura di questo fiore, esso morirà. Lo farà in silenzio e, prima che voi possiate accorgervene, ormai sarà un'erbaccia" Distrusse la margherita tra le sue mani.

Guardammo entrambe per terra, dove oramai giaceva il defunto fiore, poi lei alzò lo sguardo su di me.

"Io amo tuo padre, ma penso che il suo cuore abbia smesso di battere per me tanto tempo fa. Mi sono presa cura del nostro fiore troppo a lungo, forse è arrivato il momento di trovare un nuovo giardiniere" Nei suo occhi scomparve qualcosa. Aveva l'espressione di chi ha smesso di lottare.

La consapevolezza mi colpì in pieno viso.
Voleva lasciarlo.
Voleva trovare un altro uomo che l'avrebbe amata e, insieme, avrebbero potuto prendersi cura di un nuovo fiore.
Mi fiondai su di lei per abbracciarla, le lacrime scendevano troppo velocemente.

"Non avere paura di amare" Sussurò al mio orecchio.

"Trova il tuo giardiniere, prendetevi cura del vostro fiore e continuate a farlo crescere. Dovrà essere il più bello tra tutti, dovrà avere i petali più soffici e dovrà essere unico. Raro" Una breve pausa.

"Ama come se fosse l'unica cosa che importasse veramente. Ama come vorresti essere amata, con tutto il tuo cuore" Si staccò dall'abbraccio, mi guardò intensamente.

"Promesso?" Sollevò il mignolo.

Titubante alzai anch'io il mio.

"Promesso" Lo allacciai al suo.

Si alzò da terra e tolse un po' di terra dai pantaloni.

"Vieni, devo insegnarti il significato di ogni fiore" Mi prese per mano, diretta verso il gazebo.

Ama come se fosse l'unica cosa che importasse veramente. Ama come vorresti essere amata, con tutto il tuo cuore.
Sarà questo il mio obbiettivo.
Forse avrei potuto provarci.

Mi sbagliavo, il vero amore esiste, basta cercare la persona giusta.
Quella che ti provoca emozioni contrastanti.
Quella che farebbe di tutto per te, e tu per essa.
Quella che non ti abbandonarà mai, nonostante i tuoi problemi.
Quella che, quando la vedi, ti fa battere forte il cuore, ti fa tremare le ginocchia e non ti fa pensare lucidamente.
La persona che si incastra perfettamente con la tua anima.
Chissà se troverò mai il mio giardiniere.

la Reina de la NocheWhere stories live. Discover now