Come hai potuto farmi questo?

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Molly

"Ti va di ballare?" È questa la frase che riecheggia nella mia testa.

Alejandro è ancora chino con la mano tesa.
I suoi occhi mi scrutano, impazienti di una risposta.

Sembra che l'aria si sia fatta più pesante, impedendomi di respirare.
E inzia a fare caldo. Molto caldo.

"Io non so ballare" Sussurai imbarazzata.

"Non importa" Il suo sorriso rassicurante mi fa accettare l'invito.
Un giorno imparerò a dirgli di no.

Mi afferrò per il polso e, in meno di qualche secondo, il mio petto sfiorò il suo.
Le sue mani mi tennero per la vita, d'istinto gli posai i palmi sulle spalle muscolose.
Mi attirò più vicino a sé, in modo che le nostre facce siano a qualche centimetro di distanza.

Cominciammo a ballare, ogni tanto gli pestai i piedi e lui reagì con un "ahia" divertito.
Mi fece volteggiare per poi riportarmi alla posizione iniziale.
Anche se sono una pessima ballerina, con lui non mi sento in imbarazzo.

Entriamo in sintonia, dove io sbaglio lui rimedia, quando ci allontaniamo i nostri corpi vogliono tornare vicini.
Per tutta la durata del ballo non ci togliamo gli occhi di dosso.
Sembra che tutto e tutti intorno a noi scompaia.
Non mi preoccupo neanche che Paula posso vedermi con un ragazzo.

La musica si ferma, rovinando il momento magico che si era creato.
Tuttavia Alejandro ed io rimaniamo fermi, senza staccare le nostre mani dal corpo dell'altro.
Ci fissiamo a lungo, le sue dita mi scostano una ciocca bionda dal viso, seguo quel gesto con lo sguardo.
Si avvicina lentamente al mio orecchio e sussurra.

"Sei bellissima con questo vestito" E poi se n'è va, scomparendo tra la folla.

Mi lasciò lì, con le guance in fiamme e la bocca schiusa.
Mi aveva appena fatto un complimento?
A quel pensiero dovetti mordermi l'interno guancia per trattenere un sorriso.

Iniziò un altro ballo, al quale decisi di non partecipare e me ne andai.
Cercai Paula in mezzo ai partecipanti, girovagai per tutta la casa ma niente.
Mi ritrovai in un luogo sperduto del giardino, non sentivo più i rumori della festa.
Intorno a me c'era un piccolo boschetto immerso nel buio.

"Che ci fai qui?" La voce di Victor mi arrivò da dietro le spalle.

"Cercavo Paula, sai dov'è?" Chiesi un po' a disagio.

"Penso sia dentro a parlare con qualcuno degli invitati" Si avvicinò con passo deciso.

"Forse dovrei tornare da lei" Inventai una scusa per andarmene.

Come se non mi avesse sentito, continuò ad avanzare.
Indietreggiai finché la mia schiena non si appoggiò ad una superficie dura e fredda.
Mi ritrovai Victor davanti e le sue mani si posarono sul muretto dietro di me, impedendomi il passaggio.

"Seriamente, dovrei andare" La gola si stava chiudendo per la paura.

"Quanta fretta" Il suo alito puzzava d'alcool.

"Molly giusto?" Sapeva benissimo il mio nome.

"Sai sei una bella ragazza, dovresti fare attenzione, il mondo è pieno di brutta gente" Mi accarezzò una guancia e, con l'altra mano, mi toccò il fianco.

"Perfavore, mi lasci andare" Gli occhi iniziarono a bruciare.

"Tranquilla, non ti farò del male" Sentii i suoi polpastrelli toccarmi la gamba scoperta.

"Non mi tocchi!" Provai a spingerlo ma non lo mossi di un centimetro.

"E allora tu non provocarmi! Con questo vestito appariscente è normale che qualcuno ti guardi o ti tocchi" Ora la mano che mi accarezzava la guancia stava piano piano scendendo verso la scollatura.

Quindi, secondo il suo ragionamento, sarebbe colpa mia?
Del modo in cui mi vesto?
Del fatto che, oggettivamente, sia una bella ragazza?
Le sue labbra si posarono sul mio collo e mi morsicò, strinsi i denti per il dolore, intanto la sua altra mano si stava piano piano infilando sotto la gonna.

"Quando ti ho vista varcare la soia di casa mia non ho resistito, stavo aspettando il momento giusto che Paula si togliesse dai piedi" Mi sussurò all'orecchio.

Le sue parole mi fecero venire la nausea.
Le lacrime mi rigavano le guance, mi mise una mano sulla bocca per non far sentire i miei lamenti.
Chiusi gli occhi, come se potessi cancellare questa situazione spiacevole.
Vi prego aiutatemi...

E poi non sentii più niente.
Niente sudice mani sul mio corpo.
Niente alito che puzza d'alcool.
Niente mani sulla mia bocca.

Riaprì gli occhi e vidi Victor, steso a terra, contorcersi dal dolore.
In quel momento ripresi a respirare, come se per tutto questo tempo fossi stata in apnea.
Vidi solo una figura con un pugno in aria.

Mi voltai per vedere la faccia del mio salvatore ma non feci in tempo perché, come una furia, tornò all'attacco mettendosi sopra Victor e colpendolo ripetutamente in viso, fino a farlo sanguinare.

Quando si girò verso di me riconobbi Alejandro.
Aveva gli occhi iniettati di rabbia.
Lui mi aveva appena salvata.
Si avvicinò a Victor e, con la voce carica di rancore, gli sbraitò contro.

"Osa toccarla ancora e sarà l'ultima cosa che farai nella tua miserabile vita, stronzo!" Si alzò di scatto e gli tirò un calcio nelle costole.

Alejandro venne verso di me, aveva le mani piene di sangue e le nocche arrossate.
Le nostre dita si intrecciarono ma ero ancora troppo sconvolta per notarlo.

Prima di andarcene, però, sentimmo un rumore dietro di noi.
Era Victor che, anche se dolorante, stava provando ad alzarsi.
Alejandro mi spostò con un braccio e mi mise dietro la sua schiena.

"Comunica a tuo padre che il nostro accordo è appena saltato!" Ci urlò dietro.

Noncuranti tornammo nella sala da ballo, oramai quasi deserta.

"Stai bene?" Mi prese il volto con le sue mani calde, asciugandomi le lacrime.

Non risposi, mi limitai a guardarlo.

"Grazie" Trovai la forza per fare un mezzo sorriso.

"Non devi ringraziami, ricordi? Finché ci sarò io nessuno ti farà del male" Si fece serio.

Non parlammo molto perché, sfortunatamente, qualcuno mi afferrò per il braccio, trascinandomi fuori dalla villa.
Riconobbi l'Uber che aveva accompagnato me e Paula, infatti era proprio lei che mi teneva il braccio.
Aprì la portiera e mi spintonò dentro con una tale brutalità da farmi spaventare, infine entrò pure lei e la macchina partì.

"Sei impazzita!" Mi fulminò con lo sguardo.

Ma di cosa stava parlando?

"Per colpa tua ho perso una grande opportunità!" Si agitò sul sedile.

"Non capisco di cosa tu stia parlando"

"Perché non hai accettato le avance di Victor?" Mi sentii soffocare e, per qualche strano motivo, il morso sul mio collo iniziò a bruciare.

"Quelle non erano avance, quelle erano molestie!" Davvero stava dando ragione a lui?

"Non ti avrebbe fatto nulla" Sminuì la situazione.

Lei lo sapeva...
Probabilmente anche il padre di Alejandro doveva esserne al corrente.
E se si fossero messi d'accordo?
E se Alejandro non fosse intervenuto, fino a che punto si sarebbe spinto Victor?
Come ha potuto farmi una cosa del genere?
Forse Nicholas ha ragione, forse Paula non cambierà mai.
Sentii il mondo crollarmi addosso.

"È per questo che mi hai portato a questo stupido incontro" Realizzai.

"Se lo avessi saputo prima non avrei mai accettato l'invito!" Sapevo che i miei presentimenti erano giusti.

"Sai Molly, a volte nella vita devi fare cose che non vorresti fare per raggiungere i tuoi scopi" Detto questo, non mi rivolse più la parola per tutto il tragitto.

la Reina de la NocheOn viuen les histories. Descobreix ara