Sono stanca di essere perfetta

77 9 10
                                    

Selene

Scendo le scale per fare colazione, giù mi aspettano mia madre e mia nonna.
Purtroppo mio padre lavora molto quindi non è sempre presente.
La cosa non mi pesa molto, nei momenti più importanti c'è sempre stato.
È questo che conta no?
Sapere che la persona alla quale vuoi bene sia presente nei migliori momenti della tua vita.

"Dormito bene?" Domanda la gracile voce di mia nonna.

Annuisco e prendo posto vicino a lei, scoccandole un leggero bacio sulla guancia.
Di fronte a me si accomoda mia madre, ci porge i piatti e iniziamo a mangiare, parlando dei nostri programmi per la giornata.
Il mio piatto è formato da due strisce di bacon croccante e dalle uova strapazzate.
Adoro questa colazione.

"Hai cucinato benissimo" Mi congratulo con mia madre, intanto prendo un altro boccone.

"Grazie" Notai un leggero imbarazzo da parte sua.

Mia madre si alzò dalla sedia per sparecchiare, prese i nostri piatti e si diresse verso il lavandino.

"Aspetta" La raggiunsi.

"Che c'è Selly?" Mi chiese con aria sorpresa

Odio quel soprannome, lo usa da quando sono bambina.
E, quando mi chiama in quel modo, mi sento tale.
Ha contagiato anche Javier.

"Non lavare il mio piatto, ho visto che c'è ancora un po' di bacon e mi andrebbe proprio" Le tolsi il piatto dalle mani.

"Oh d'accordo" Sorrise lei, prima di rimettersi a lavoro.

Presi una forchetta nuova ed afferrai le mie due striscioline di bacon.
Poi, prima di tornare al mio posto, vidi una ciambella al cioccolato sul bancone.
Decisi di prenderla, l'avrei accompagnata con un buon succo all'arancia.
Stavo per addentare il mio dolcetto, quando una mano rugosa me lo impedì.

"Selene, sai che le ciambelle contengono 417 calorie?" La ripose nel piatto.

Feci un piccolo sbuffo impercettibile.
Mia nonna è sempre stata fissata con la dieta, infatti ha un fisico perfetto, però pretende che anche gli altri seguino i suoi consigli.

"Per non parlare del bacon. Sono 96 calorie aggiuntive" Spostò il mio piatto verso di lei, in modo che non lo potessi raggiungere.

Sembrava che ripetesse i numeri a memoria, come se li avesse studiati e ora fosse ad un'interrogazione.
Alzai gli occhi al cielo, pensando smettesse.
Invece il peggio stava per arrivare.

"E poi, detto tra me e te, non hai proprio un fisico perfetto. Non fraintendermi ma qui" Indicò le mia braccia.

"Hai un po' di ciccia. Per non parlare di quando ti metti le magliette aderenti, si vede il grasso addominale. Ti cosiglio di rivedere il tuo guardaroba" Mi squadrò da capo a piedi.

"Mamma!" Sibilò mia madre a mia nonna, in segno di rimprovero.

"Ho solo detto la verità" Mia nonna si stava irritando.

Mentre loro discutevano, silenziosamente tornai in camera mia.
Dovevo scegliere i vestiti per andare a scuola.
Apro l'armadio e prendo una maglietta color caffè, è davvero stupenda.
Quando ti metti le magliette aderenti si vede il grasso addominale. Ti consiglio di rivedere il tuo guardaroba.
Rimisi la maglietta al suo posto e ne presi una molto più grande, in modo da coprirmi per bene.

Finì di vestirmi e, prima di uscire, mi fermai davanti allo specchio.
Mi posizionai di lato, misi la mano sulla pancia e chiusi gli occhi.
Non hai proprio un fisico perfetto.
Tocco il tatuaggio che ho sul braccio sinistro, appena sotto la mano, rappresenta un piccolo fiocchetto lilla.
Devo uscire da questa casa.

Raggiunsi mia madre che mi aspettava al piano di sotto.

"Ti aspetto in macchina" Disse lei.

"Arrivo" Le risposi.

Presi il mio zaino, pronta per uscire.
Ma, come stamattina, mia nonna mi fermò.
Mi attirò a sé per sussurrarmi una cosa che mi fece arrabbiare.

"Ho prenotato un appuntamento dal nutrizionista, sarà lunedì prossimo.
Ho anche cambiato la tua merenda, al posto del panino al tacchino ti ho messo una mela. Sono 204 calorie in meno" Mi lasciò andare.

"Buona giornata" Disse con voce raggiante.

Stavo per chiudere la porta quando lo vidi.
Il suo sorriso.
Quello di chi sa di avere ha il coltello dalla parte del manico.
Quello di chi sa di avere ragione.
Quello di un cacciatore che sa di aver appena intrappolato la preda, non lasciandole via di scampo.

Apro la portiera della macchina e trovo mia madre che mi guarda, con aria di scuse, dallo specchietto.
Apre la bocca per dire qualcosa ma le parole le muoiono sulle labbra, rilasciando un piccolo sospiro.
Ci rinuncia e mette in moto.

Il viaggio è silenzioso.
Sono i nostri occhi a parlare.
I suoi sono carichi di sconforto e i miei pieni di dolore.
Fortunatamente non piango.
Ho imparato a smettere tanti anni fa.

"Buona giornata" Dice prima che io scenda dalla macchina.

Le faccio un cenno di consenso, non ho la forza di parlare.
Ho un nodo allo stomaco che mi impedisce di essere la solita Selene.
Quella spensierata, allegra e gentile con tutti.
Quella che sembra avere una vita perfetta.
Quella che sembra essere una ragazza perfetta.
Quella che, in verità, non è perfetta per niente.

Javier mi saluta da lontano, è da solo e sta venendo in questa direzione.
Cammina con passo spedito e, stranamente, sorride.
Lo conosco da diciassette anni e sono rare le volte in cui decide di mostrare il suo sorriso.
In quelle occasioni ha l'aria di un bimbo felice, come se ogni volta fosse la prima.

"Ciao Selly" Mi sbeffeggia.

"Sai che odio quel soprannome" Faccio una finta faccia offesa.
Dannazione a mia madre che gli ha detto di chiamarmi così perché, secondo lei, mi dava un'aria più 'dolce'.

"Lo so" Rispose solamente.

"Allora perché continui a farlo?" So già la risposta.

"Perché mi piace darti fastidio, altrimenti non ci sarebbe gusto" Mi avvolse le spalle con il suo braccio tatuato.

Sorrido ma decido comunque di tirargli una gomitata leggera nelle costole, anche se noto di averlo divertito ancora di più.
Ci incamminiamo verso l'entrata della scuola, ridiamo come due persone che si conoscono da molto tempo.
Ed è così, spero che il nostro rapporto non cambi mai.
Con lui il mio cattivo umore passa sempre.

"Che lezione hai?" Mi chiede mentre superiamo alcuni studenti.

"Ho storia e matematica. Ti va di vederci per pranzo?" Ci stacchiamo.

"Certo, chiedo anche agli altri?" Si mette le mani in tasca.

Annuisco e ci salutiamo, entro in aula e decido di sedermi in secondo fila.
La lezione sta per cominciare e noto entrare Molly, ha lo sguardo assente come il mio.
Decido di avvicinarmi a lei.

"Scusa, è libero questo posto?" Le chiedo, indicando la sedia accanto a lei.

"Si certo" Fa un mezzo sorriso.

"Tu sei la nuova amica di Alejandro, Molly giusto?" Domando mentre mi siedo.

"Si sono Molly ma non penso di essere la 'nuova amica' di Alejandro, ci conosciamo appena" Noto che il suo sguardo cambia.

"Sciocchezze, lui parla quasi sempre di una nuova ragazza che ha conosciuto. La descrizione ti si addice" Sistemo il mio quaderno per gli appunti.

Non fa in tempo a replicare perché il professore entra in aula e comincia la lezione.
Forse le ho mentito un po', Alejandro ha parlato di una ragazza conosciuta ad un ballo.
Diceva che indossava un vestito blu notte, abbinato con delle scarpette argento.
Era una ragazza bionda con due occhi color smeraldo.
Smetto di pensarci e presto attenzione alla lezione.

la Reina de la NocheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora