Confessioni

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Molly

La suoneria della sveglia mi obbliga ad alzarmi.
Ci metto un po' ma alla fine mi arrendo, infilo i piedi nelle scarpe e indosso i vestiti che ho preparato la sera prima.
Mi stiracchio un pochettino e poi scendo le scale per la colazione.
Appena entro in cucina l'odore dei pancake mi riempie le narici, provocandomi un piccolo sorriso.

"Buongiorno, tesoro. Dormito bene?" Domanda mio padre, intento a preparare il mio piatto.

Faccio di sì con la testa, lui mi afferra per il braccio e mi da un leggero bacio sulla tempia.
Adoro le attenzioni che mi da e dato che non sono molte, cerco sempre di godermele appieno.
Raggiungo il tavolo dove si trovano Paula e Nick, entrambi con lo sguardo rivolto verso i propri piatti.
Mi siedo affianco a mio fratello, però non mi saluta.

"Ecco a te, Molly" Mio padre mi porge il piatto e si accomoda a capo tavola, alla sua sinistra si trova Paula.

Lei ha lo sguardo spento, gioca con il cibo nel piatto, bucherella i pancake, taglia le fragole in tanti piccoli pezzi, senza mangiare niente.
Sembra non si sia nemmeno accorta della mia presenza, sono anni che ogni mattina mi saluta con il nomignolo "Tesorino". Ogni singolo giorno.
Mi schiarisco la voce e sia lei che Nicholas alzano la testa di scatto, quasi si rendessero conto solo ora di me.

"Ehi, Molly" Mi salutò mio fratello, rivolgendomi un rapido sguardo.

Lo studiai bene, indossava delle scarpe bianche, un paio di jeans blu e una felpa color cammello. Aveva i capelli scompigliati, la pelle pallida e gli occhi contornati dalle occhiaie.
Non lo avevo mai visto in questo stato.
Spostai l'attenzione verso Paula, persino lei aveva un aspetto orrendo, gli occhi socchiusi, le labbra tese in una linea sottile e i capelli pieni di nodi.
Sotto il maglioncino nero che indossava, potei scorgere un rigonfiamento al braccio.
Sulla fronte si trovava un livido violaceo, che aveva provato a nascondere con il fondotinta.
Per sbaglio feci cadere il coltello, mi chinai per raccoglierlo e sotto il tavolo vidi la sua gamba fasciata.
Sussultai e sbattei la testa contro il legno.

"Ahia" Borbottai, massaggiandomi il punto dolorante.

"Ti sei fatta male?" Mi chiese mio padre.

"No, tranquillo" Risposi.

Mi voltai verso Paula, con un'espressione di terrore dipinta sulla faccia.

"Cosa ti è successo?" Chiesi titubante.

Prima di rispondermi, puntò per una frazione di secondo lo sguardo verso mio fratello e poi lo portò su di me per la prima volta da quando ero arrivata.

"Mi sono fatta male in azienda, non è nulla di grave" Rispose con tranquillità.

"Sei sicura? Guarda che puoi dirc-" Non feci in tempo a finire la frase che lei si alzò dalla sedia e battè le mani sul tavolo.

"Si, sono sicurissima. Smettila di fare l'impicciona!" Gridò, completamente frustata.

Rimasi sbalordita dal suo atteggiamento, volevo soltanto essere gentile.
Nicholas strinse di più la forchetta e le rivolse un'occhiataccia che la fece risedere.

"Scusa..." Bisbigliò.

Mio padre le posò la mano sulla sua, cercando di calmarla.
Eppure io la vidi la stanchezza negli occhi di lei, la notte passata a piangere e le parole che si stava tenendo per sé.
La mia mente volò a un ricordo lontano, ma lo fermai prima che potesse prendere forma.

"Dobbiamo andare" Nicholas mi prese per un braccio, facendomi alzare con forza.

Lanciai un ultimo sguardo a Paula, la quale tenne la testa bassa per tutto il tempo.
Afferrai il giubbotto e il mio zaino, lo misi in spalla, esattamente come fece mio fratello, dopodiché richiusi la porta dietro di me.
Affrettai il passo per raggiungerlo.
Quando fui al suo fianco, gli feci una domanda particolare.

la Reina de la NocheWhere stories live. Discover now