Una vecchia conoscenza

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Alejandro

Il suo sorriso.
Il suo maledettissimo sorriso.
Mentre la osservavo sul vialetto di casa sua, la mia mente non riusciva a non pensare alle sue labbra guizzare all'insù.
Un raggio di sole si posò sul suo volto, accarezzandola con dolcezza e facendomi assistere a uno spettacolo mozzafiato.
Sentii il cuore battere più forte quando i suoi occhi, illuminati dalla luce del tramonto, si posarono su di me, donadomi il loro luccichio.
Quelle due pagliuzze verdi smeraldo parlavano in un modo tutto loro, osservando la mia figura contornata dal sole calante.
Ho sempre pensato che quella ragazza, senza rendersene conto, mi abbia riscaldato con la sua luce fin dall'inizio.
Non parlo dei sorrisi finti, fatti per circostanza, tirando le labbra fino a sentir dolore per lo sforzo; ma di quelli veri, spontanei, quelli che spuntano sulla faccia senza nemmeno rendersene conto.
Sono loro che portano gioia nelle nostre giornate, sono i più memorabili perché non sono falsi, vengono provocati da persone speciali, imprimendo il loro marchio sul nostro viso.
Il fatto che mi avesse sorriso, prima di afferrare la mia mano, mi aveva provocato un brivido di adrenalina per la sua fiducia.
A malincuore, dovetti voltarmi e tornare a casa mia, eppure avrei voluto rimanete lì e continuare a guardarla.

"Ti spaventata l'alcool?"

"Non ho paura dell'alcool, solo dei suoi effetti. Perché se mia madre ha subito violenze dall'uomo che amava, allora anche le persone a cui tengo potrebbero farmi del male. Temo di essere delusa di nuovo, e questa volta il mio cuore non lo reggerebbe"

"Ti prometto che non berrò una singola goccia d'alcool"

Ero serio quando le ho fatto quella promessa.
Le ho sempre mantenute, non intendo infrangerle con lei.
Da bambino, ho visto le litigate dei miei genitori, mio padre non completamente ubriaco ma quel tanto che bastava per fargli dire cose che non avrebbe detto da sobrio.
Non ho mai capito la reale motivazione dei loro litigi, ho sempre creduto alle parole di mia madre, la quale affermava il tradimento provocato dall'uomo che amava.
Fortunatamente non mi hanno mai messo in mezzo, cercavo di restarne fuori per non ferirmi ulteriormente, tuttavia mi sentivo impotente.
Ho sempre odiato esserlo, vorrei poter aiutare tutti, specie le persone a cui tengo.
Non ho mai compreso il perché alcuni non usino tutte le loro forze a la propria determinazione per aiutare, io al loro posto agirei in maniera diversa.
Una sola, singola volta sono stato sconfitto, in un tardo pomeriggio di tanti anni fa.
Da allora ho tentato di non esserlo più, vorrei tornare a quel giorno per lottare di più, implorarla di restare o di portarmi con sé.

Continuo a camminare, svolto a destra quando arrivo all'incrocio e il ricordo del litigio con il fratello di Molly mi colpisce rapidamente.
Rammento di essermi pentito dopo aver visto Molly fuggire per inseguirlo, però provai anche una fitta di gelosia quando non sapevo ancora chi fosse.
Ero a qualche metro di distanza da loro, l'avevo vista uscire da scuola e mi ero incamminato per seguirla e chiederle come stesse, non avevamo ancora avuto modo di parlare di quella sera.
Quando mi avvicinai di più e diminuirono gli studenti, la vidi con un ragazzo poco più alto di lei, con i capelli biondi poco ricci come i suoi e gli occhi nocciola, la osservavano con uno strano affetto che mi fece irrigidire la mascella.
Non può essere il suo fidanzato, Molly non è fidanzata, continuai a ripetermi per autoconvincermi, mentre correvo nella loro direzione.
Quando arrivai lì, con il fiatone per lo sforzo, dissi qualcosa e non avrei dovuto farlo.
Volevo solo sapere come stesse, se si fosse ripresa o se dovessi andare a casa di Victor per completare il mio lavoro, spaccandogli qualche ossa.
Ricordo che Nicholas mi accusò di essere quell'essere abominevole e scattò verso di me, sbattendomi contro un albero.

"Come hai potuto abusare di mia sorella!" Disse con astio nella voce.

E da lì non ci vidi più dalla rabbia.
Al suo volto si sovrappose quello di Victor e poi ancora quello di mio padre, con forza alzai il braccio e gli diedi un pugno sulla mascella per poi afferrarlo per la maglia e invertire le posizioni.
La voce soave di Molly con cui affermava che non ero stato io, mi fece tornate in me, facendomi vedere di nuovo il volto di suo fratello
Al tempo non lo sapevamo, ma stavamo lottando per lo stesso motivo: proteggere Molly.
A pensarci adesso, lei e suo fratello Nicholas si assomigliano molto.
Gli stessi capelli biondi, lo stesso modo di camminare, la stessa testardaggine, lo stesso atteggiamento e la stessa luce negli occhi.
Non ho mai visto i loro genitori ma penso abbiano preso di più dalla madre, così come me.

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⏰ Last updated: May 10 ⏰

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