La curiosità a volte può uccidere

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Edward

Eccolo lì.

È seduto insieme a due ragazze, una con i capelli castani e l'altra bionda, simile a lui.
Potrebbe essere sua sorella?

Quando si accorse che ero a qualche metro di distanza da lui, il suo sguardo cambiò da divertito a sconcertato.

Saluta le due ragazze e s'incammina verso l'uscita, che stranamente è proprio dietro di me.

Vorrei parlarli della discussione di prima, non perché mi interessi la sua opinione ma per la frase che ha detto.

'Almeno tu non rischi di deludere l'unica persona a cui vuoi bene'

Non riesco a togliermela dalla testa.
Che cosa vuol dire?

Mi riscossi dai miei pensieri, e lo vidi avvicinarsi a me...volevo dire alla porta.

D'istinto mi spostai leggermente, beccandomi una spallata da parte sua.

Feci un piccolo sorriso soddisfatto.

Poi, quando le porte di chiusero, andai a sedermi in un tavolo qualunque.

Che schifo il cibo di questa mensa.

Dopo qualche minuto arrivano alcuni miei amici.

"Ciao Edward" Mi salutò Gabriel.

Ci conosciamo da poco, però siamo entrati subito in sintonia.

"Ehi vampiro" Mi prese in giro Sam.

"Lo sai che non sopporto quando mi chiami così" La rimproverai.

"Lo so, ma continuerò a farlo"

Sbuffai irritato.
Da quando ha visto quel film con i vampiri non la smette più di chiamarmi così.

Poco dopo arrivò anche Alexander.

"Ehi Alex" Lo salutai.

Di ricambio, mi fece un cenno con la testa.

"Tutto bene?" Chiese Gabriel.

"Più o meno. Ho litigato con la mia ragazza" Confessò lui.

"Stai ancora con quella? Ma non ti sei stufato di essere tradito continuamente!" Alzò poco la voce Sam.

Alexander è un bravo ragazzo, a differenza di me e Gabriel, non capisco come faccia a sopportarci.
Il problema? Ripone troppa fiducia nelle persone, specie con la sua ragazza.
Lei continua a mancargli di rispetto, ma lui la perdona ogni volta.

Gabriel concordò con Sam.

"Senti Alex, mi spiace dirtelo ma forse è arrivato il momento che tu lasci Ophelia" Consigliai.

"Già forse hai ragione" Sbuffò con un velo di tristezza.

Parlammo ancora per qualche minuto, finché non suonò la campanella.
Annunciai ai miei amici che avrei saltato la lezione, dato che dovevo studiare per la verifica della prossima ora.
Lo annuirono e mi salutarono.

Ora ero lì, seduto sul pavimento del corridoio, con un libro sulle ginocchia e la schiena contro gli armadietti.

I minuti passavano ma io non riuscivo a concentrarmi, le parole mi sembravano quasi sfocate.

Nella mia mente appariva sempre la solita frase.

'Almeno tu non rischi di deludere l'unica persona a cui vuoi bene'

"Cazzo!" Urlai, sbattendo la testa contro un armadietto, pensando di poter scacciare quel pensiero.

Poi, come se il destino volesse prendermi in giro, eccolo in piedi a qualche metro da me.

Mi guardava, come una preda fa con il suo cacciatore.

Riuscivo a percepire la sua paura fin qua.
Che sfigato.

"Che hai da guardare?" Chiesi con ironia.

"Niente" Rispose lui a tono.

"Bene" Dissi.

"Bene" Ripeté lui.

"Hai intenzione di ripetere tutto quello che dico?" Domandai seccato.

"Forse" Rispose con uno sguardo di sfida.

Distolsi lo sguardo, puntando sul libro, e mi scappò una risatina sommessa.

"Allora un po' ti faccio ridere?" Mi chiese, avvicinandosi.

Non risposi.

"Posso?" Indicò il posto vicino a me.

Annuì e lui si sedette.

"Perché non sei in classe?" Sussurò.

"Devo studiare, e poi la professoressa mi odia" Ammisi.

"Perché?"

"Diciamo solo che non sono proprio uno studente modello, un giorno mi mise una nota e allora io le feci un bellissimo regalo per la macchina "

Nicholas mi guardò stranito.

"Anzi sulla macchina" Risi.

Fù allora che capì e rise anche lui.

"Tu invece perché non sei a lezione?" Gli chiesi.

"Preferisco stare qui"

"Su un pavimento?"

"Rispetto a tornare a casa? Allora si"

"Che intendi dire?" Azzardai a chiedergli.

"Niente, lascia stare" Mi liquidò.

Odio quando le persone fanno le difficili.

Non ci feci caso e tornai a 'studiare'

"Posso farti una domanda?" Parlò lui.

"Tanto la farai comunque" Dissi senza staccare gli occhi dal libro

"Non ti interessa deludere la tua famiglia?"

Di colpo sentì uno strano peso nel petto.

Nicholas sei troppo curioso.

"No" Riposi semplicemente, per chiudere il discorso.

"Perché?"

Già perché Edward?
Forse perché sono già delusi da te?
Oppure perché non ti hanno mai voluto, quindi ripongono tutte le loro speranze in tua sorella?

"Tu chi hai paura di deludere?" Lo guardai negli occhi.

"C-come scusa?" Balbettò.

"Stamattina mi hai detto che non volevi deludere 'l'unica persona a cui tieni'. Chi è?"

Magari se mi avesse risposto avrei finalmente messo a tacere tutti quei pensieri che mi tormentavano.

"Perché ti interessa?"

"Per il tuo stesso motivo. Curiosità" Lo sbeffeggiai.

D'un tratto si alzò da terra, mi guardò e se ne andò.

"Nicholas!" Lo richiamai.

Si girò lentamente.

"Ricordati che la curiosità a volte può uccidere"

Poi, senza aggiungere una parola, proseguì per la sua strada.

Un dialogo un po' turbolento, non trovate?

la Reina de la NocheDonde viven las historias. Descúbrelo ahora