Ciambelle al cioccolato

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Selene

Dopo la fine della lezione di matematica, durante la pausa del pranzo, decido di uscire a prendere una boccata d'aria fresca nel giardino posteriore.
Di solito gli studenti non vengono mai in questa parte della scuola, ecco perché mi piace.
Posso sedermi sulla panchina colorata di bianco e rilassarmi, senza pensare a niente e nessuno.
Indosso le cuffiette, le collego al telefono e faccio partire la musica.
Mentre le note di jealousy, jealousy di Olivia Rodrigo risuonano nelle mie orecchie, ripenso al discorso che mi ha fatto mia nonna.
Non hai proprio un fisico perfetto.
Una pugnalata al cuore.
Il mio viso viene riflesso nello schermo nero del telefono, lo sollevo per osservarmi meglio, usandolo come se fosse uno specchietto.
Nonostante il trucco leggero, stamattina ho applicato del mascara e ho rifinito le labbra con una matita e del rossetto non troppo appariscenti, mi vedo comunque spoglia, sbagliata e brutta o almeno non bella quanto le altre ragazze.
I kinda wanna throw my phone across the room
'Cause all I see are girls too good to be true
With paper-white teeth and perfect bodies
Wish I didn't care
I know their beauty's not my lack.
But it feels like that weight is on my back
And I can't let it go

All'improvviso ho di nuovo dodici anni, vado ancora alle medie.
Da piccola mi piaceva mangiare, soprattutto le ciambelle al cioccolato.
Non sono mai stata tanto magra, ero sempre in leggero sovrappeso ma non mi è mai importato.
Solo che in quegli anni, dopo che mio padre se n'era andato per tornare a lavoro, mi sono sentita abbandonata.
Non avrei dovuto pensarlo perché avevo sempre mia nonna e mia mamma, eppure avrei voluto che anche lui facesse parte della mia vita, non solo nei momenti più importanti.
Ogni giorno vedevo i padri dei miei compagni venirli a prendere, li abbracciavano e ogni tanto si davano un bacio sulla guancia, poi salivano in macchina e se ne andavano.
Io rimanevo lì, davanti al cancello della scuola con lo zaino in spalla, ad aspettare anch'io che mio padre venisse a prendermi, però non arrivava mai.
Così, quando per l'ennesima volta era andato via, mi ero sfogata sul cibo, ingrassando di qualche chilo.
I miei amici e compagni, anziché restarmi affianco o aiutarmi, mi deridevano, si prendevano gioco di me, dandomi appellativi spregevoli. Sono andati avanti per un anno.
Iniziai a limitare i pasti, mangiare mi risultava difficile e doloroso.
Il cibo era diventato il mio peggior nemico, come se ingerendolo potesse avvelenarmi invece di curarmi.
Mi mettevo davanti allo specchio, colui che senza volerlo mi mostrava una versione di me che non mi piaceva, mi disgustava a tal punto che preferivo strapparmi gli occhi piuttosto che osservarmi; mi posizionavo di lato, provavo a piegarmi e vedevo la mia pancia dividersi in tante piccole sezioni, presa dalla rabbia le stringevo talmente forte da lasciare i segni rossi delle mie mani.
Non sarò mai belle come le altre, pensavo nel buio della mia cameretta.
Co-comparison is killing me slowly
I think, I think too much
'Bout kids who don't know me
I'm so sick of myself
I'd rather be, rather be
Anyone, anyone else
My jealousy, jealousy
Started following me (he-he-he, he-he)
Started following me (he-he-he, he-he)

Tutte le ragazze della mia scuola erano stupende, così magre, con le curve nei punti giusti, nonostante la giovane età.
E poi c'ero io, una ragazzina che ha sempre amato mangiare e ora veniva punita per questo, ritrovandosi nell'armadietto foto di alcuni maiali con la propria faccia stampata sopra.

Stringo di più il telefono, tanto da farlo tremare, poiché il mio viso mi appare gonfio, le guance paffute, la faccia piena di brufoli, i denti storti e il grasso si accumula sotto il mento.
Ricordo un altro scenario, uno terribile e raccapricciante.

Un giorno stavo riponendo i libri nel mio armadietto, indossavo una maglietta leggermente più aderente rispetto alle altre che avevo, quando lo aprii ritrovai l'ennesimo foglio, lo accartocciai e lo buttai nel cestino di fianco.
L'anta venne richiusa con forza, sussultai spaventata e colta alla sprovvista, mi girai e vidi Marcus, un mio compagno di classe, insieme ai suoi amici.
Vestito di nero, i capelli del medesimo colore, una sigaretta spenta posata sopra l'orecchio, gli occhi marroni mi osservano come se fossi l'essere più ripugnante di questo pianeta.

la Reina de la NocheWhere stories live. Discover now