Grazie per avermi protetta

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Molly

Tornai a casa camminando, l'autobus era pieno di gente e non me la sentivo di prenderlo.

"Sono a casa!" Annunciai dopo aver aperto la porta.

Tolsi la giacca e la riposi nell'appendino.

"Ciao tesoro" Mi salutò la voce squillante di Paula.

Di solito non è mai di buon umore.
Soprattutto il mercoledì.

"Ehi Paula, come va?" Le chiesi per risultare cortese.

"Bene dai" Rispose semplicemente, senza degnarsi di chiederlo anche a me.

Pazienza, è fatta così.
Bisogna abituarsi.

Il mio sguardo ricadde sulla sala vuota, mio padre e mio fratello non sono ancora rincasati.
Strano, oggi Nicholas finisce la scuola prima di me, dato che non fa letteratura.

Paula è seduta sul divano in pelle bianca, ha in mano un calice di vino rosso e nell'altra il telecomando per accendere la TV.

"Sai per caso dove sono Nicholas e mio padre?" Le chiesi con un tono di voce invadente.

"No, Massimiliano ha detto che avrebbe portato tuo fratello da qualche parte" Ci riflettè su.

"Stai tranquilla Molly, torneranno tra poco" Accese il televisore.

Io ero tutto meno che tranquilla.
E se gli fosse successo qualcosa?
E se non tornassero?
Come farei io senza loro due?!

Rilassati Molly, torneranno tra poco.

"Grazie. Ora vado di sopra, ho un sacco di compiti da fare" Mi avviai verso le scale, percorsi qualche scalino prima che la sua voce mi fece voltare.

"Ho un disperato bisogno del tuo aiuto, Molly" Disse con voce teatrale.

Lei ha bisogno del mio aiuto?
Non avrei mai pensato di sentire queste parole.

"Certo, di cos'hai bisogno?" Le chiesi avvicinandomi a lei.

"Sabato sera avrò una cena molto importante con il mio capo, mi ha chiesto di portare i miei figli e, come ben sai, io non ne ho. Così ho pensato a te!"

Ricadei sul divano, provocando un tonfo assordante.

"E Nicholas?" Chiesi dopo essermi ripresa dalla botta.

"Non ci serve, rovinerebbe la cena. Tu, invece, mi faresti fare bella figura e magari potrei ottenere una promozione!"

Odio quando parla così di mio fratello.
È come se non lo sopportasse, forse è proprio così.
Eppure mi domando il perché del suo disprezzo.

"Mio fratello non rovinerebbe niente" Digriniai i denti, cercando di mantenere la calma.

"Pensala come vuoi ma lui non è invitato. Tu potresti anche venire, che ne dici?"

Sono abbastanza combattuta.
Da una parte questa sarebbe la mia occasione per legare di più con Paula e dimostrare a Nicholas che si sbaglia, che infondo è una brava persona.
Dall'altra invece ho una brutta sensazione, come se avessi paura che potesse succedere qualcosa di brutto.

Presi la mia decisione.

"D'accordo Paula, verrò con te sabato sera"

"Sapevo che mi avresti resa felice" Si alzò dal divano e mi venne ad abbracciare.

Non ricambiai subito, alla fine cedetti.
Suppongo di aver fatto la scelta giusta.

"Ero quasi certa che avresti accettato, infatti per l'occasione ho deciso di prenderti un vestito!" Sparì, elettrizzata, al piano di sopra.

Quando tornò, non era più sola.

"E quello cos'è?" Chiesi, indicando lo strano borsone nero che teneva in mano.

"Qua dentro c'è il tuo vestito!" Lo estrasse e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.

Un elegante abito blu notte, con una leggera scollatura a V circondata da brillantini, abbastanza lungo per arrivare alle caviglie tranne per lo spacco che aveva sul lato destro.

"Ti piace?" Mi chiese, con gli occhi che le uscivano dalle orbite per l'emozione.

Sono sicura che, se non fosse imbarazzante, si sarebbe messa a saltellare sul posto.

"È stupendo, non trovo parole per descriverlo. Ma quando ti è costato?"

"Non preoccuparti del prezzo, ho chiesto a Massimiliano un prestito" Disse, come se niente fosse.

Fù così che tutta la mia felicità svanì in pochi secondi.
Non è la prima volta che succede, anzi lei usa sempre i soldi di mio padre.
Come quando eravamo al mare, mio padre ci aveva proposto di andare a fare un giro in una barca affittata, ma lei non voleva sembrare una poracccia.
Voleva una barca tutta sua.
Alla fine riuscì a convincere mio padre ed è per questo che ora, nella nostra casa al mare, abbiamo uno stupido yacht!

Se la cena di sabato dovesse andar bene, se ricevesse la promozione, forse non chiederebbe più soldi a mio padre.

"Ora vado in camera mia, ci vediamo a cena" Mi alzai e la salutai con un gesto della mano.

Paula ordinò due pizze e, verso le otto di sera, arrivarono.

Sono passate quasi quattro ore, Nicholas e di mio padre non sono ancora tornati.

Chissà cosa gli è successo...

Il resto della cena lo passammo quasi in silenzio, o meglio io stetti zitta, lei mi dava delle dritte per sabato sera.
Sono passate solo alcune ore, eppure mi sono già pentita della mia scelta.

Ora sono in camera mia, nel mio comodo letto color panna, sono quasi le undici di sera e io sto per addormentarmi.

Un cigolio proveniente dal piano di sotto mi fa sussultare.
Aguzzo l'udito e sento dei passi che si fanno sempre più vicini.

Oddio forse sono dei ladri!

Feci appello a tutto il mio autocontrollo per non farmi prendere dal panico e urlare.
Armata di non so quale coraggio, mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta.
La aprii di poco e aspettai.

Dopo poco tempo apparì una figura familiare.

Un momento...
Ma quello è mio fratello!
Questo significa che anche mio padre è in casa.
Eppure non l'ho sentito entrare.

Per colpa del buio non riesco a vedere completamente la sua faccia ma, dalla sua postura, non sembra star bene.

Si tiene una mano sullo stomaco, l'altra è appoggiata al muro e credo la usi per non barcollare.
Tiene lo sguardo sul pavimento, lo alza solo quando decide di entrare in camera sua, richiudendosi la porta alle spalle.

Solo allora uscii anche io dalla mia stanza e mi diressi verso la sua.

La mia mano si posò sulla maniglia ma non la spinse subito.

Per la prima volta in tutta la mia vita ho paura che mio fratello mi nasconda qualcosa.

E questa consapevolezza mi distrugge.

Nicholas c'è sempre stato, ogni volta che mi succedeva qualcosa, lui era il primo con il quale mi confidavo.
Anche da piccoli, per coprire le urla dei nostri genitori, mi metteva le sue cuffie con la musica che mi sfondava le orecchie.
Mi ripeteva che sarebbe andato tutto bene.
Ma si sbagliava.

Voleva soltanto difendermi, lo ha sempre fatto e sono sicura che lo farà anche in futuro.
Sembra che abbia un unico obiettivo nella vita: proteggermi.

Feci un profondo respiro e finalmente aprii questa dannata porta, la quale mi separa dall'unica persona a cui tengo veramente.

la Reina de la NocheWhere stories live. Discover now