Sesta tappa

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LIBRO SECONDO: LE MONTAGNE

Partirono a mattina inoltrata di una solare, splendente giornata di ottobre, dal cielo limpido, terso e privo di nubi.

- Qualche idea su dove andare?
- Nulla. Non sono mai stato qui.
- Siamo in una regione che mi ha sempre affascinato. Ma non ho mai avuto modo e tempo di visitarla. Invece, ora sono qui, immobile e incredulo di fronte all'immensa galassia di possibilità. E non so dove  portare il volante.
- Ho un'idea.
- Bene! Ti ascolto.
- Svolta a destra.
- D'accordo. Come mai?
- Non lo so. Mi andava di fare così. E d'ora in poi faremo così. Imbocca sempre la prima via che ti ispira fiducia, da qualche parte dovremo pur giungere, no?
- Stamattina c'è poco vento. Chissà dove ci porterà, soffiando con così tanta fiacca. -

Lasciandosi trainare da questa loro bizzarra logica, il taxi raggiunse, dopo una serie di scelte strampalate e di salite lunghe e impervie, una piccola radura, adibita a parcheggio. Partendo da lì, con pochi minuti di camminata, si aprì dinanzi a loro uno scorcio sull'intera foresta. Si potevano osservare alcune colline brulle al limitare della boscaglia, piccole città dalle antiche mura, non lontano da lì, e quegli immensi campi coltivati, attraversati da un unico fiume, la strada. E c'erano tanti, tantissimi turisti, a cui magari l'autista avrebbe potuto chiedere indicazioni, magari qualche consiglio su dove andare. C'era davvero gente di ogni tipo, per tutti i gusti. Le domande vennero a fiumi, a pioggia sulla folla, ma non servirono a nulla. Molti non seppero rispondere, molti altri non vollero. Molti guardarono l'autista in malo modo, con occhi cattivi, perfidi, girando i tacchi e cambiando strada. I due vagabondi temettero di doversene andare via a mani vuote, decisi a doversi affidare nuovamente alla sorte, finché non apparve un uomo anziano, bianco, barbuto e gobbuto, ma con un bagliore a illuminargli gli occhi. Non appena li vide capì che aveva qualcosa da dire loro, già pronto a uscirgli di bocca, e si avvicinò.
- Miei cari signori, siete sperduti?
- In realtà sì. Siamo nel bel mezzo di un nostro viaggio, ma senza sapere cosa fare. Conosce qualche posticino che valga la pena di visitare?
- Ne conosco.
- Le spiacerebbe indicarci la direzione?
- No, affatto. Ma vede, mio caro, nulla è gratuito in questo mondo, e anche questa piccola informazione ha il suo prezzo. Siete ancora interessati? -
I due si guardarono, pensando di non avere altra possibilità e, sperando in una tassa non spropositata, l'autista annuì, mentre il viaggiatore gonfiava già il volto di stizza.
- Bene. Non preoccupatevi, non mi occorre denaro. Desidero solo che mi portiate con voi e che mi diate del tu.
- Beh - sbottò il viaggiatore, sollevato - questo si può fare! Andiamo alla macchina.
- Calma, non abbiate fretta, miei signori. Non è necessario. Godiamoci per qualche altro istante il panorama. -
E rimasero lì, aggrappati alla staccionata di legno, almeno mezz'ora, a guardare il cielo, a cercare la vetta delle nuvole sopra le loro teste, a osservare la foresta danzare col vento e i fili d'erba prendere il Sole.

Giunsero al taxi con un certo languore in pancia, così l'uomo anziano propose una locanda che si trovava lungo la strada verso una piccola cittadina. E l'idea fu accolta a braccia aperte.
Non si trattò di un viaggio lungo. Dopo solo qualche chilometro in salita si imbatterono nelle mura di un'antica palazzina in pietra, dall'aspetto rustico ma accogliente. Consumarono un pasto indimenticabile e affittarono tre stanze per la notte, che passò rapida, come una folata di vento.
L'uomo anziano era sveglio all'alba. Lentamente e con fatica si alzò dal letto e si accostò alla finestra, posando il suo sguardo sull'orizzonte e sulle vette dei Monti; arrossivano. Forse si sentivano osservate ed erano in imbarazzo, o forse erano solo colpite dalla luce del Sole appena nato, che nel frattempo accarezzava la chioma della foresta.
I pini e gli abeti si stagliavano sui colli più in alto, ancora e sempre verdi, una fresca certezza intramontabile, una speranza che mai, mai vorresti vedere estinta, ridotta alle ceneri del falò di una sera d'estate. Ma anche gli alberi sono esseri mortali. E la speranza è solo il sentimento di un mortale.
Poi l'anziano signore vide faggi e pioppi, che allegri si abbronzavano più a valle, accanto al torrente, bruni, ingialliti come un vecchio ricordo, una fotografia dimenticata, con quelle vetuste venature di rosso sulle foglie, a farli sembrare anziani.
Il vecchio signore stette lì almeno un paio d'ore a sorvegliare quel paesaggio, dall'alto della sua finestra, affacciato dal davanzale di marmo, accanto ad una piantina di timo.

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