Trentacinquesima tappa

1 2 0
                                    

Il viaggiatore uscì dal teatro con le lacrime agli occhi, commosso dalla tragedia.

- Era banale e mediocre.
- E tu sei una donna crudele.
- Viaggiatore, ne avranno scritte a centinaia basandosi su trame simili. L'intreccio è dozzinale, incentrato sulle solite scemenze.
- E tu sei una donna crudele. - Ribadì lui, imbronciato.

Erano sul marciapiede, invischiati nella folla. Come loro, molti altri discutevano dell'opera e della sua esecuzione. Esponevano le loro idee e opinioni, prettamente negative. In pochi si sprecarono ad arrampicarsi sugli specchi per improvvisare una difesa contro le troppo forti accuse.

- Una vera porcheria.
- Una tragedia sprovvista di scansione in atti, robaccia!
- Immondizia scritta sul foglio e recitata, niente di più.
- Qualcuno di mia conoscenza avrebbe fatto causa al regista!
- E come?
- E con quale accusa?
- Il tempo è denaro. E far perdere tempo significa rubare, amici miei.
- Hai ragione!
- Chiederò il rimborso! -

Il viaggiatore tentò di trattenersi e pareva ci stesse riuscendo, quando il controllo gli sfuggì dalle mani.

- L'arroganza alimenta la vostra voce. - Attirò l'attenzione su di sé. - La impoverisce, le sottrae il poco che ha da offrire.
- Chi è lei? - Infastidito, domandò uno di quei signori.
- Ah, come darle una risposta? Chi sono, dottoressa?
- Il viaggiatore. Chi altri? - Fece spallucce. L'uomo pareva confuso, non soddisfatto della risposta. 
- Non sono nessuno. O potrei essere chiunque, uno qualsiasi nell'immensità dell'alveare, mescolato agli altri nell'odore e nell'aspetto, nelle frustrazioni, nel bene e nel male. O potrei essere quell'unico stronzo diverso da tutti gli altri. Sono il viaggiatore e nessun altro. Non ho bisogno di darle un nome perché possa insultarmi meglio.
- Lei è un gran maleducato!
- Lo so. Lo sono e me ne vanto.
- Sbaglia!
- Sbaglio volentieri. -

Il viaggiatore girò i tacchi e si allontanò, lasciandosi dietro il fruscio delle sue parole, rinfrescate dall'agitarsi del vento, sospinte del mugugnare e dal brontolare di quei vetusti signori antipatici. Non molti minuti più tardi si fece vedere il ballerino. Si era struccato e lavato e rivestito. Non aveva più addosso i colori pungenti del trucco né quegli indumenti tanto strani e stravaganti. L'abito da sera gli calzava a pennello. Era di un blu notturno e spettrale, in naturale sintonia con i suoi occhi.
Il ballerino non era un ragazzo sciocco. E tantomeno stupido. Aveva sentito dalle finestre del suo camerino cosa si mormorasse in strada, nel mentre che si cambiava. Si fissò nello specchio e si chiese quanto di vero ci fosse in quegli insulti. Indagava le sottili curve delle sue iridi alla pazza ricerca di una risposta. E il suo sguardo gli sussurrò di lasciarsi scivolare di dosso quella vita, di lasciar perdere certi discorsi, di riporli in un armadio a prendere polvere. Non voleva interessarsi di quei ricconi capricciosi, sempre scontenti e lamentosi. D'altronde aveva portato a termine il suo lavoro e l'avevano pagato generosamente.

- Se qualcosa di buono c'era sul palco quella era la tua voce. - Gli aveva detto il capocomico, un suo grande ammiratore. - Crepi l'avarizia, ti do il doppio! -

E se n'era andato con le tasche piene, gonfie di tanti pensieri.

- Amici miei! - Gridava, correndo loro incontro. - Non son piaciuto ma me ne sbatto!
- L'importante è quello.
- Cosa combinate stasera? -
I due si strinsero nelle spalle, privi di alcun programma.
- Ho voglia di perdermi in qualche follia. - Confessò - Vi unite a me?
- L'albero bianco è favorevole. - Il viaggiatore sghignazzò di gusto, ma si sorprese ad essere l'unico.
- Bene, ho sentito di una certa locanda. Si nasconde nel cuore del nucleo più antico della megalopoli. E di bizzarrie non ne mancano da quelle parti!
- Il viaggio ne ha viste tante di stranezze.
- Ma è un bene, caro il mio viaggiatore. - Insistette il ballerino, prendendoselo sotto braccio. - Altrimenti, sarebbe una vera noia! Te lo immagini, andare a zonzo e peregrinare in questo folle volo di Ulisse, un giorno dopo l'altro senza mai fermarsi a ridere per qualche oscenità dimenticata in giro dallo sbadato scrittore dalla cui penna è sgorgato questo sregolato mondo? Sarebbe un viaggio inutile, per non dirlo orribile!
- Non trovo modo di dissentire. - Ammise il viaggiatore. - Il mio viaggio si sta scrivendo da sé. - E si fermò per un istante, come se avesse perso qualcosa tra le parole da dire. - No, mi sbaglio. - E si sorrise. - Lo state costruendo voi, lo state realizzando un tassello alla volta! E non me n'ero neanche accorto.
- Noi, chi? - Gli domandarono con aria stupita.
- Nulla, scusatemi. - Una lacrima sfuggì alle sue redini. - Bene, amici miei. Portatemi dove volete andare! -

Il viaggioWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu