Tredicesima tappa

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- Bene, signori miei, si va a dare un'occhiata a queste fantomatiche terme? -
E su sollecitazione dell'autista i tre si alzarono dal tavolo e si allontanarono alla chetichella, senza pagare la colazione.

- Misero risarcimento per l'esperienza difficile di ieri sera. - Si giustificò il viaggiatore, discutendo con il grillo della sua testa.

La città era spalmata su un piccolo colle, non molto alto ( ai piedi dei Monti sul confine ), sulla cui sommità svettavano le terme, rinchiuse in corpulento complesso di costruzioni.
Le fenditure geotermiche fungevano da cardine, per la piccola comunità. E le terme, come ovvio, incarnavano una succulenta attrazione turistica, fonte di notorietà e grassi guadagni.
I tre vagabondi non esitarono a entrare, si spogliarono, e si gettarono nelle acque calde, torbide, poiché ricche di minerali ( e del sudore dei visitatori ) e proprio per questo munite di un odore non esattamente eccellente. La sala era ampia e attrezzata con svariate vasche, pronte ad accogliere un'affollata e chiassosa massa di clienti.
Nonostante tutto, la tranquillità dell'ambiente restava intatta; inviolato il torpore pacato e rilassante, in cui, immersi in una bolla atemporale, i problemi e i demoni di ogni mattina svanivano nel vapore, si scioglievano nel languore delle pareti azzurre, affogati dalla nebbia di voci sussurri soffocati dai bollori dell'acqua ristagnante.
L'autista si stava godendo l'esperienza mistica e trascendente, tenendo gli occhi socchiusi, la vista appannata. Li riaprì solo un istante, giusto il tempo di un secondo, per sbirciare come se la stessero passando i suoi amici.
E si ritrovò davanti a sé la donna della spiaggia. Con lo sguardo suadente, magnetico, stava scrutando e scavando sul fondo delle pupille del povero autista. Lo ammaliava e intimoriva, lo incuriosiva e lo invadeva di fremiti misti tra terrore ed eccitazione.
Era bella? Era l'apocalisse, l'incontro tra terra e mare, in un amplesso di schiamazzi e stridori tra acqua e cielo, le onde e la sabbia e il Sole all'alba, immerso nell'inconsistenza dell'orizzonte.

L'autista si alzò di soprassalto, svegliando un'anziana accanto a lui. Spostò lo sguardo da un lato all'altro della sala e, si rese solo lentamente conto, lei non c'era più. Dove l'aveva vista seduta e i loro occhi avevano intessuto storie e racconti, giaceva adesso solo il vuoto.

- Ho bisogno di uscire. - Disse ai due accompagnatori e se ne andò a cambiarsi, di gran fretta. Di sicuro non sarebbe più entrato in un bagno termale, e si sarebbe perso poi qualcosa?

Il viaggioWhere stories live. Discover now