Ventinovesima tappa

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La donna uscì dalla stanza. Era alta, snella, mulatta di carnagione, con una gonfia capigliatura riccioluta, castana, e le lentiggini a puntinarle le guance, sotto i due occhi del colore delle nocciole.

Il viaggiatore, rimasto solo con la stanza, riprese sonno e si appisolò.
Dormì fino a saziarsi e riaprì gli occhi tre ore più tardi. La donna era accanto a lui, stava sistemando il flacone della flebo. Anzi gli aveva appena rimosso l'ago, che si apprestava a buttare nella spazzatura.
- Buongiorno. - Mugugnò il viaggiatore, sbadigliando.
- Siamo nel cuore del pomeriggio.
- Buon pomeriggio, allora.
- A te! Hai fame?
- Del cibo non guasterebbe.
- Stavo giusto bollendo del farro. Ne vuoi?
- Sì, volentieri.
- Allora scendo a farne due piatti. -
Tornò dieci minuti dopo, tenendo per mano due grassi piatti di farro, condito solamente con olio e sale. Fu un pranzo semplice, leggero, ma il viaggiatore lo consumò di gusto, discorrendo e conversando amabilmente con la giovane donna.

- Ti dispiace se ti do tanta confidenza? Sai, mi rendo conto che tu non mi conosci, anzi non hai la benché minima idea di chi io sia, ma ho passato gli ultimi tre anni curando le tue ferite e accudendo il tuo corpo, dovunque la tua mente fosse, quindi ti conosco già da parecchio. - Chiese timidamente la dottoressa.
- Non deve scusarsi. Ha detto bene, stamani. Lei è la mia salvatrice. Certo, una delle due, ma comunque mi ha aiutato moltissimo. Io le devo fin troppo. Troppo più di quanto io possa fare per restituire il favore.
- In primis, dammi del tu. E ti prego di non chiamarmi dottoressa, non c'è bisogno di queste formalità.
- D'accordo.
- E poi in quel periodo mi annoiavo. Al buio non posso lavorare molto, ovviamente. Sei stato quasi una manna dal cielo, come io per te. E, se ci tieni a saldare questo debito, tienimi compagnia stando qui,  solo finché non riparto, il mese prossimo.
- Ne sarò lieto.
- Bene! Nei prossimi giorni farai un'intensa terapia! Ti rimetterò in piedi presto, vedrai. Potrai tornare dovunque tu abiti come nuovo. E potrai aiutarmi nelle ricerche. A proposito, da dove vieni?
- Io non ho una casa. Non più da molto tempo. Viaggio e sto bene con me stesso.
- Sei un viaggiatore?
- Sì.
- Oh, che bello. Ho sempre ammirato quelli come te. Voi  volate sulle vostre speranze, andate avanti sul vostro cammino sfruttando quello che avete e cogliendo i fiori che avete a disposizione, prima che appassiscano. Saper improvvisare è importante, almeno in questo nostro mondo pieno di imprevisti.
- Sì, abbastanza. L'ultima volta non è andata un granché bene, però.
- Ero curiosa, infatti. Cos'è successo?
- Ero in nave con due cari amici, conosciuti durante il viaggio. Uno ha trovato la sua metà e si è separato da noi. L'altro non avrebbe vissuto ancora molto a lungo. Ci siamo imbattuti in una tempesta, avendo probabilmente sbagliato rotta. Lui ha fatto la sua scelta. Io la mia.
- È morto?
- Sì, concedendosi al mare e al cielo. Ha abbracciato una natura furibonda, ma ha trovato la pace. Ne sono sicuro.
- Quindi, spero di non essere indiscreta, perché viaggi?
- Mi dicevo di non saperlo, - esitò - ma la riposta l'avevo in tasca. Avevo solo paura di annegare, provando a raccoglierla. Sono un fuggitivo, anch'io come chiunque. Non fuggo da una vita che non mi si addice, ma dal mio passato. E non posso ( sarebbe troppo semplice ) dimenticare certe cose. Non Anna. Mi ha reso migliore. Voglio tornare a viaggiare per la gioia di farlo, per la gioia di sentirmi nuovo.
- Hai avuto un passato difficile?
- Una tempesta che incombe su un prato fiorito.
- A proposito! Me ne stavo dimenticando! Quando ti ho spogliato, per medicarti, si intenda, ti ho trovato al collo questo pendente. Ecco, tieni. Mi sono permessa di aprirlo, ma non v'è alcuna foto.
- No. Me l'ha dato il pirata. È il suo regalo d'addio. Ma non ho avuto tempo di riempirlo. Grazie, per averlo custodito. Potresti prendere il mio vecchio cappotto? Scusa se ti faccio alzare.
- Eccolo. L'avevo lasciato qui, appeso all'attaccapanni dietro la porta. Perché ti serve?
- Perché vi avevo cucito dentro una cosa. -

Il viaggiatore strappò la tasca destra, esponendo una bustina di plastica, legata col filo al tessuto del cappotto. Aprendola ne cavò alcune fotografie. Una, in particolare, era molto piccola, adatta alle dimensioni del ciondolo.

- Ecco. Ti presento mia figlia Anna, il mio angelo custode.
- Com'era bella! Sembra davvero scesa dall'Empireo, caduta in terra per donare la beatitudine al genere umano.
- Già.
- Quanti anni avrebbe ora?
- Se non erro, diciassette.
- Caspita!
- Ero giovane quanto l'ho avuta. Per lei mi sono concesso a mille lavori. Ne ho combinate di ogni, e ovviamente l'ho cresciuta facendole vedere sempre posti nuovi. Viaggiavamo assieme.
Sono stati i quattordici anni più colorati della mia vita. E poi sono tornato in questo mondo in bianco e nero. -

E ammutolirono per qualche secondo.

- Tu invece di dove sei?
- Sono nata in un paese del Sud, molto lontano da qui. Ma l'ho lasciato ben presto per dedicarmi alla mia passione.
- E sarebbe?
- La natura. Io ho tre lauree, viaggiatore: biologia marina, zoologia e veterinaria. È una cosa che mi ha portato via parecchi anni, ma credo ne sia valsa la pena. Sono alla ricerca della cura di questo nostro mondo. È malato, viaggiatore.
- Lo so bene. La sua malattia è la negligenza dell'uomo, suo figlio.
- E come curare l'uomo?
- Lo si può educare?
- Forse. Avevo già provato a pensarci, ma non sarebbe semplice.
- E perché sei qui?
- Per studiare da vicino gli effetti dell'inquinamento sul continente ghiacciato e sulla sua fauna. Purtroppo gira così tanta disinformazione. Per contrastarla sono giunta fin qui, con la scusa di curare gli animali feriti.
- Hai un sogno straordinario.
- È troppo per una sola donna. Sarà pure un bel sogno, ma da sola non arriverò lontano.
- Posso aiutarti io.
- Sul serio?
- Sì! Mi farebbe star bene.
- Ne sono felice.
- Sai cosa? Parti con me! Viaggiamo assieme, e lungo la strada divulghiamo le tue ricerche, la tua verità.
- Facciamolo! -

E si strinsero la mano, da grandi soci.

Il viaggioWhere stories live. Discover now