1C - Il mondo sottosopra

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Osservare il mondo sottosopra ha un non so che di affascinante, ma forse è solo il sangue alla testa a parlare. Di certo non mi fa bene continuare a stare in questa posizione. Lo yoga nemmeno mi piace, ma dicono tutti che aiuta a rilassare e in questo momento ho decisamente bisogno di stare calma. Quindi yoga, una qualche posizione incomprensibile, la sottoscritta con la testa alla rovescia... et voilà, relax.

O forse no.

Dovrei liberare la mente da ogni pensiero negativo e focalizzarmi sul respiro, chiudere gli occhi e abbandonarmi alla meditazione. Ma come faccio quando il laptop non fa altro che fissarmi dal tavolo, in attesa che mi ci piazzi davanti e torni a lavorare?

«Maledizione» mugugno, nel vano tentativo di non spezzarmi l'osso del collo mentre ritorno a una posizione normale per gli esseri umani.

«Caspita, questa volta sei durata ben...» Sposta lo sguardo sul suo orologio. «Cinque minuti interi. Facciamo progressi.»

Fulmino con lo sguardo la mia migliore amica dai tempi del liceo e sbuffo. «Ci sto provando almeno, tu non fai altro che mettermi pressione.»

«Sono un'istruttrice di yoga, sono di parte. E comunque, non te la cavi malaccio per aver fatto un paio di lezioni, quella è la posizione del kapalasana e di solito ci vogliono settimane per raffigurarla. Dovresti congratularti con te stessa. Certo, non respiri abbastanza e sei più tesa di una corda di violino, ma che mi aspetto da una che non segue i miei corsi?» Natalie sospira rassegnata e si alza dal divano.

La conosco da anni e non ho mai, ripeto, mai assecondato questa follia dello yoga. Tuttavia, qualche mese fa, quando sono iniziati i problemi, mi ha ripetuto fino allo sfinimento che questa dannata disciplina mi avrebbe aiutata e così ho dato una chance. Ha risolto i miei problemi? No. Mi sono ritrovata con il corpo dolorante dopo solo una lezione? Diamine, sì.

«Ci rinuncio, dichiarerò il fallimento e andrò a vivere sotto il primo ponte che trovo.» Massaggio la nuca e prendo posto sulla sedia. Lo schermo del laptop è diventato nero, un po' la rappresentazione della mia vita da sei mesi a questa parte.

«Il Michigan Avenue Bridge è adorabile in questo periodo dell'anno, specie se consideriamo l'acqua gelida del fiume. E poi, se ti stabilisci lì, posso venirti a trovare d'estate, ci sono degli spettacolini adorabili» sghignazza Nat.

Le scocco un'occhiataccia. «Non sei per niente d'aiuto, stronza.»

«Ascolta.» Lascia la tazza di tè che si stava preparando e prende posto sull'altra sedia libera, a pochi passi dalla sottoscritta. «Perché non prendi davvero in considerazione la proposta di tuo padre?»

La scruto sorpresa. «Dici sul serio?»

Natalie annuisce, adesso più seria. «Non apprezzo che la mia migliore amica se ne vada in un posto che dista quasi diciotto ore d'aereo, ma è chiaro che hai bisogno di cambiare scena. Sai bene quanto serve, no? Prenditi un paio di settimane, qualche mese, tutto il tempo necessario per schiarirti le idee e tornare più fresca. E poi, non rimuginare troppo su quello stronzo, è l'ultima cosa che si merita.»

Rilascio un profondo sospiro e passo una mano sul viso primo di trucco. «Già. Non è semplice cancellare due anni di relazione, ma hai ragione. Se c'è qualcosa che si merita sono gli insulti. Comunque, pensi davvero che dovrei andare?»

Natalie mi riserva un sorriso incoraggiante. «Ti manca tuo padre, no? Qui l'aria è diventata pesante e non c'è niente a trattenerti. Be', ci sono io, ma possiamo accordarci per i fine settimana e sentirci con le videochiamate, non c'è modo che non resti aggiornata.»

Man mano che parla, l'idea diventa sempre più allettante. Papà mi ha prenotato un volo la prossima settimana, il dodici marzo. Visto che un paio di giorni fa non è riuscito a raggiungermi per il compleanno mi ha proposto di raggiungerlo a Brisbane e trascorrere un po' di tempo con lui. Dapprima ho accantonato subito l'idea, tuttavia, con il passare dei giorni e l'evidente stato di frustrazione in cui mi ritrovo, inizio a pensare che forse non è un'opzione così terribile. Casa di papà è abbastanza grande per avere i nostri spazi e il quartiere è così calmo e pacifico da non avere grandi distrazioni.

«Sai che c'è? Ci vado. Non so quanto tempo resterò, però lo faccio. Voglio fare un buon lavoro e se continuo a guardare l'agenda, soffoco.»

«Ben detto! Adesso avvisa tuo padre, io ordino la cena perché muoio di fame.»

«E il tè?» La guardo divertita.

«La mia migliore amica partirà per chissà quanto tempo, al diavolo il tè. È il momento di grassi. Ordino da Burger King» ribatte, decisa.

Mi slancio in un raro gesto d'affetto e l'abbraccio. Siamo entrambe delle ragazze abbastanza aperte e affettuose ma facciamo fatica a dimostrarcelo a vicenda. Preferiamo i piccoli gesti alle parole e, soprattutto, preferiamo fare questi gesti quando lo riteniamo necessario, senza ostentare troppo. È bello e rende il nostro rapporto unico.

«Ci pensi che sarà il nostro penultimo abbraccio prima della tua partenza? Dannazione, con chi guarderò le repliche di Modern Family?»

«Sempre con me.» La fisso, ovvia. «Solo che ci scriveremo per messaggi perché in Australia dormiranno. Anzi, sai che c'è? Programmo un messaggio da mandare a papà, a quest'ora starà dormendo.»

«Perfetto. Metti via quell'affare e piazzati sul divano, ho bisogno di sfogare la mia frustrazione su qualcuno.»

Alzo gli occhi al cielo ma faccio come mi dice e chiudo il pc. «Ascolta, anche io penso che Haley sarebbe stata perfetta per Andy, ma che vuoi farci? La cosa non cambierà dopo tre maratone.»

«Non voglio pensarci» borbotta contrariata.

Recupero il pc, l'agenda e le svariate penne colorate e filo in camera. L'appartamento è tutto fuorché ampio, ma l'ho affittato con i miei soldi e non potrei esserne più fiera. Mi mancherà, però credo che Nat abbia ragione sul serio. Cambiare scenario mi aiuterà. Dopotutto, non è quello che io stessa scrivo per i miei personaggi? Magari l'Australia mi aiuterà a vedere le cose in modo diverso e la vicinanza di papà mi darà il conforto di cui necessito. Mi manca moltissimo.

Scrivo il messaggio e imposto l'orario di invio, poi recupero un maglioncino dall'armadio e lo metto sopra alla maglia che indosso già. Nonostante i riscaldamenti siano accesi continuo a sentire freddo, stupido clima.

Più tardi, il messaggio si invia.

A papà: Indovina chi verrà a tenerti un po' di compagnia la prossima settimana? Esatto, la tua figlia preferita!

Ti voglio bene, papà. E mi manchi moltissimo.

Ci vediamo presto!

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now