37C - Sarò una brava mamma, te lo prometto

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Tutto avrei creduto di vedere oggi, tranne che il mio ex ragazzo al parcheggio dell'aeroporto di Brisbane. Cosa diamine ci fa lui in Australia? Sono così grata a mio padre per aver deciso di svignarsela il prima possibile. Se l'avesse visto, a quest'ora ci sarebbe finito lui in prima pagina con il bisogno di una copertura per ammorbidirgli l'immagine.

«Merda» bisbiglio, quando lo vedo muoversi nella nostra direzione. La squadra si sta già disperdendo nelle loro vetture, ma Jordan si accorge all'istante del mio cambio d'umore. Certo, forse perché gli sto stritolando la mano.

«Che succede?» domanda.

«Ce ne dobbiamo andare. Tipo adesso. E non girarti» sibilo, innervosita.

«Perché?» Mi guarda confuso.

«Il mio ex si sta muovendo nella nostra direzione e non ho la più pallida idea di come ci sia arrivato qui da Chicago.»

Jordan arcua un sopracciglio. «In aereo?»

Lo fulmino con lo sguardo e tento di strattonarlo verso destra, ma non c'è niente da fare.

«Non capisco perché comportarsi in questo modo. È stato lui a tradirti, no? Sua la vergogna.»

Sospiro e allento la presa. In effetti, ha ragione. Non posso preoccuparmi di Phil, specie quando non sono più affar suo. È strano non sentire più le farfalle nello stomaco quando lo guardo ma, a pensarci bene, era da molto prima che rompessimo che non mi sentivo più la stessa nei suoi confronti. A lungo andare, non credo che avremmo resistito più di due anni insieme. Questo non significa che doveva tradirmi, ovvio.

«Andiamo.» Sollevo il mento. Non ho nulla per cui sentirmi in colpa.

«Cali?»

Ecco. Nemmeno un passo e me lo ritrovo davanti.

«Cali. Wow. Ciao! Io... credevo non fossi tu e invece... wow.» Sembra sinceramente sorpreso di vedermi qui.

«Phil.»

«Che ci fai qui a Brisbane? Sei lontana da Chicago.» Sorride. Come se fossimo amici di vecchia data e non mi avesse accoltellato alle spalle.

«Potrei dire lo stesso di te» ribatto. Sta davvero cercando di fare due chiacchiere con me dopo tutto quello che è successo? È incredibile. Ho sofferto, mi ha fatto pensare il peggio di me stessa per un mese intero, prima che la mia migliore amica mi facesse tirare la testa fuori dal culo.

«Caspita, sei bellissima. Veramente.» Phil allunga una mano nella mia direzione ma viene fermato da Jordan che gliela scaccia via all'istante. «Meglio che vai, bello» ringhia.

Phil sembra riconoscere la sua presenza solo adesso. «Non stavo parlando con te, mi pare.»

«No, infatti, stavi parlando con la mia fidanzata e non mi va a genio l'idea che tu le stia così vicino dopo ciò che le hai fatta passare.»

«Fidanzata?» Phil sembra colto alla sprovvista. «Quelli sono affari miei e di Cali, quindi—»

«Calista.» Lo interrompo. Sono stufa di sentirlo chiamarmi in quel modo. Non sono una sua dannata amica. «Per te sono Calista. E non so cosa credi di fare rivolgendoti a me in questo modo ma voglio che tu te ne vada. Non parlarmi, non guardarmi, ignora la mia esistenza. Dopotutto, lo hai fatto egregiamente in certi momenti, no?»

«Calista» mormora lui. «Non so come altro dirtelo, ma... sono davvero dispiaciuto.»

«No, sei solo un verme» risponde Jordan, avanzando di un passo. «E ora, a meno che tu non voglia un ordine restrittivo nei confronti della mia donna, farai meglio a levarti di mezzo.»

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora