22C - Metterti in ginocchio è la tua risposta a tutto?

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Mordicchio il labbro inferiore, fissando la pagina vuota del romanzo. Le cose procedono a rilento, ma sono passetti avanti. La strategia del non scrivere quando non ne sento la voglia funziona perché mi invoglia a farlo con più fervore nel momento in cui mi viene un'idea e me l'annoto. Ad esempio, ieri sera il ballo con Jordan mi ha ispirata parecchio e stamattina ho annotato la cosa in agenda.

Sono agli inizi e devo prima documentarmi, ecco perché post partita, venerdì, vedrò di fare qualche domanda alla squadra. Il mio protagonista ha un passato turbolento, ma un carattere ancora da delineare nel dettaglio. La protagonista, invece, è proprio una stronza. E mi piace. Ho sempre scritto di eroine coraggiose, anche di donne fragili che hanno bisogno di appoggiarsi a qualcuno ma mai di una stronza a tutto tondo. È un'esperienza nuova, una che mi invoglia a continuare. Non ho idea di dove mi porterà quest'esperienza, però sono pronta a scoprirlo.

Ricevo una mail di aggiornamento sui miei ordini e annuisco soddisfatta. Visti i recenti sviluppi ho cambiato l'indirizzo di spedizione qualche settimana fa. Oggi Jordan Baxter si ritroverà con un ufficio colmo di libri, stickers, segnalibri, gadget vari e molto altro. L'intenzione era quella di presentare al Festival tre capitoli inediti del nuovo romanzo. Avevo pensato di caricarli su un file e incorporarli con un codice QR da scannerizzare. La cartolina sarebbe stata una dei gadget inclusi con l'acquisto dei libri, ma, dato che sono agli inizi non voglio dare false speranze quindi vedremo come procede la scrittura e magari conserverò quest'idea per il prossimo evento.

Rileggo i capitoli precedenti, correggendo qualche refuso, e poi ritorno al nuovo capitolo. Coraggio, Cali, rilassati e goditi la scrittura.

Tolgo gli apparecchi dalle orecchie perché il silenzio religioso che mi avvolge mi fa sentire più concentrata e inizio a scrivere.

Ho scritto solo diciotto romanzi finora, per una media di tre all'anno, ma mi piacciono tutti e conto di andare avanti con lo stesso spirito. Quando ho iniziato, scrivevo per piacere agli altri. Storielle che immaginavo potessero essere apprezzate da ragazzine di dodici-tredici anni. Prima della pubblicazione, per fortuna, ho compreso che ciò che scrivo deve piacere in primis a me. Non c'è libro peggiore di quello disprezzato dalla stessa autrice. Ecco perché ci impiego più tempo adesso.

Non ho idea di quanto tempo scorra, scrivo e basta, circondata dal lieve ronzio nelle orecchie e la luce del sole che filtra dalla finestra.

Una mano mi scuote la spalla, facendomi cacciare un urlo. Giro la testa di scatto e porto una mano al petto quando vedo Jordan, in piedi davanti a me.

Rimetto gli apparecchi e lo fisso. «Sei impazzito? Sono quasi morta d'infarto.»

«Ti ho richiamata mille volte!» ringhia, innervosito.

Be', in fin dei conti non ha torto. «Di solito tolgo gli apparecchi quando devo concentrarmi. Scusa. Che succede?»

«Di sotto ci sono almeno sei pacchi pesanti come macigni a tuo nome, perciò sono io a chiederti che diamine succede.» Assottiglia lo sguardo. Indossa una maglia bianca e dei pantaloni della tuta grigi, niente scarpe o ciabatte ai piedi. Sexy.

Essendosi svolto ieri l'evento di beneficenza questa mattina hanno iniziato gli allenamenti alle nove, ciò significa che hanno concluso intorno all'una. Gli ho chiesto se volesse qualcosa per pranzo ma mi ha informata che avrebbe mangiato qualcosa allo stadio e poi revisionato alcuni filmati con la squadra. Ho pranzato con un toast prosciutto e mozzarella e poi mi sono messa a scrivere. Sapevo della sua presenza in casa solo perché mi ha scritto che stava tornando e non voleva trovare il bagno occupato. Ma quanto tempo è trascorso da allora?

Getto un'occhiata all'ora e sbarro gli occhi quando noto che sono quasi le cinque del pomeriggio. Ho scritto due capitoli e mezzo e non me ne sono nemmeno resa conto. Dio, è questo che intendo quando parlo di orgasmi letterari.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now