4C - Sono la mamma di Ri-Hanna

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Trascorro i successivi quattro giorni a casa, a recuperare sonno e ambientarmi, tuttavia non tocco il pc. Il giorno mi dedico a piccole faccende domestiche e la sera guardo film con papà. Oggi, però, ne ho abbastanza. Sto molto meglio e ho finalmente preso il ritmo australiano; prima di tutto voglio andare a fare un po' di spesa ed esplorare il quartiere, poi raggiungerò papà a Lang Park perché voglio curiosare sul suo luogo di lavoro.

Sento Natalie giornalmente, anche se a orari differenti, e attraverso lunghi audio podcast. È il modo migliore per restare aggiornate, fateci causa.

Indosso un paio di jeans, una maglia e delle sneakers, poi passo a pettinare i capelli e infine mi trucco. Quando sono pronta, esco di casa e mi guardo intorno. Il quartiere è molto carino e, sebbene sia circondata da grattacieli, questo non è un male perché mi fa sentire più vicina a casa. Cammino un paio di minuti e mi fermo davanti a un bar, lo Sparrow & Finch Espresso. Mmh, il nome è alternativo e promette bene.

Ordino un americano e un muffin al cioccolato. Ho già fatto colazione stamattina, ma sono passate ore, devo rifocillarmi.

Ringrazio la ragazza e mi sistemo a un tavolino, poi apro Instagram e digito sulla barra di ricerca il profilo di mio padre. Come capo allenatore, gli è stato fortemente consigliato di crearsi un profilo personale su cui poter condividere aggiornamenti sulla squadra. È divertente che abbia acconsentito se consideriamo che conta più di cinquecentomila followers, con tanto di verificato, e ha solo sei post, due per anno. Sono tutte foto in cui è ritratto da solo, nel bel mezzo di una partita, o foto di merchandising. Ciò che è ancora più divertente è che segue solo l'account ufficiale dei Broncos, nessun altro. Già, nemmeno la sua preziosa figlioletta, ecco perché oggi le cose cambieranno.

Rispondo a un paio di e-mail e concludo lo spuntino, poi continuo a girare un po' per le strade affollate fino a quando raggiungo il primo supermercato che trovo. Diamine se fa caldo.

Avrei potuto prendere la macchina, ma avevo voglia di sgranchirmi le gambe. Tuttavia, per raggiungere lo stadio la utilizzerò. Papà è pieno di soldi, è innegabile, e gli piace viziarmi, ma sono la sua unica figlia quindi non lo biasimo chissà quanto. Negli anni mi piace pensare che abbia fatto un buon lavoro con me; non mi reputo una smorfiosa e viziata, anzi, tutto quello che ho l'ho ottenuto con i miei sforzi. Avrei potuto navigare negli agi e ottenere contratti con una sola telefonata, invece ho sempre mantenuto la mia vita lavorativa ben distanziata da quella privata, così come mio padre. È anche per questo che utilizzo uno pseudonimo e non ci sono moltissime informazioni sulla sottoscritta online. Mi presento agli eventi, ai firmacopie e metto tranquillamente la mia faccia in rete, ma non mi sbilancio troppo.

Nonostante la mia buona volontà, sono anche una schiava del materialismo – non posso mentire – e ammetto che mi piace l'idea di avere un'auto tutta mia qui. Di questa se ne occupa papà, ma solo perché non viene quasi mai utilizzata, invece quella che possiedo a Chicago è una spesa tutta mia. In poche parole, è come se avessi una figlia. Quando ho saputo che papà voleva comprarmi una macchina ho insistito affinché fosse in seconda mano e dello stesso modello, una mini-Cooper. È abbastanza costosa in seconda mano, figuriamoci a prezzo pieno. Ci sono voluti due mesi prima di riuscire a convincerlo, ma alla fine ce l'ho fatta. Dunque, adesso sono la mamma di Ri-Hanna. Ri sta con papà, Hanna con me.

E sì, le mie auto prendono il nome di Rihanna la cantante. È colpa mia se quella donna è una dea? Non credo proprio. Sono stata a quattro concerti e conto di farne altri cento perché sì. Mi lavo a ritmo di Pon De Replay e quando i miei protagonisti ci danno dentro rileggo la scena dieci volte con Kiss It Better in sottofondo.

Giudicatemi se ne avete il coraggio.

Dopo aver fatto un po' di spesa, torno a casa grondante di sudore, tanto che sono costretta a rifare una doccia, e preparo il pranzo. Conoscendolo, starà mangiando qualche roba unta e poco sana. Meglio i miei hamburger di broccolo con contorno di patate al forno e crostini. Consumo la mia porzione in fretta, maledicendomi perché non mi fa bene, e trasferisco tutto dentro un portapranzo che ho regalato a papà qualche anno fa.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now