40C - Un milione e mezzo di dollari

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La tranquillità e il divertimento che avevo respirato fino a un'oretta e mezza fa si dissipano nel momento in cui mi sistemo davanti al laptop per controllare le e-mail.

Continuo a fissare il contenuto di un messaggio in particolare, raggelata sul posto. Massaggio le tempie, incredula. Mi dico che è uno scherzo, che non può succedere davvero.

Faccio un respiro profondo e mi allontano dalla scrivania, recupero il cellulare e mando un messaggio a Natalie. Cammino nervosamente per la stanza, la pioggia batte sulla finestra già da un po' e il cielo è grigio e tetro come la sottoscritta.

Che sta succedendo?

Adesso che inizio a essere un filo più lucida, sento il cuore che va a mille.

Ritorno alla scrivania e cerco qualsiasi cosa che possa ricondurmi al minimo indizio, ma niente. È tutto anonimo. C'è solo una gran bella minaccia. Una che non può vedere la luce del sole altrimenti rovinerebbe la carriera di molteplici persone, incluse mio padre. E dopo tutto quello che ha fatto per me... non posso permetterlo.

Soffoco un singhiozzo e chiudo di scatto il laptop.

Un milione e mezzo per il silenzio.

Un milione e mezzo per lasciare sepolto qualcosa che deve restare tale.

Dove li prendo un milione e mezzo di dollari? Non posso chiederli a papà, diventerebbe un segugio e vorrebbe sapere ogni singolo dettaglio e poi sarei costretta a mentirgli. Anche se, quale scusa posso inventare che sia decente abbastanza da domandargli tutti quei soldi? Andiamo.

Non posso nemmeno chiederli a Natalie, una cifra del genere ce la sogniamo in due. È vero, lavoro e con gli anni, non toccando un centesimo, potrei forse arrivare a una cifra così grande, ma in due settimane? No.

Jordan, così come qualsiasi altro membro della squadra è fuori discussione. Scopiamo, fingiamo, ma non siamo nient'altro. E poi, anche a lui, cosa dovrei dire? "Ciao, mi presteresti un milione e mezzo di dollari? Giuro che te li restituisco! Oh, non posso dirti a cosa mi servono ma devi fidarti."

Mi tollera a fatica. Figuriamoci se mi presterebbe tutti quei soldi senza fare domande.

Il punto è che non ce la faccio più. Questo segreto mi corrode da anni e ho giurato che lo avrei portato nella tomba con me, che lo avrei rivelato solo alle persone di cui mi fido ciecamente.

Di Jordan ti fidi, è inutile negarlo. Potresti dirgli la verità.

Scuoto il capo. Siamo tutta una finzione, non posso addossargli una cosa di questo calibro. Se si scoprisse, manderei all'aria contratti su contratti, lo so. La squadra ne risentirebbe moltissimo. E non voglio essere guardata diversamente dalle persone che ho imparato ad apprezzare in questi ultimi tre mesi. L'Australia mi ha fatto bene; ho concluso un libro su cui ero bloccata da mesi, fatto nuove amicizie, ho conosciuto Jordan Baxter, un uomo che, per quanto mi sforzi di ignorarlo, si insinua in ogni mio pensiero e mi fa battere il cuore. Ho persino un cane.

Non voglio tornare a Chicago con la coda tra le gambe, rintanandomi nel mio appartamento e rinunciare al mio mondo. Perché è chiaro che ne risentirebbe anche il mio lavoro. Basta un solo errore sui social. Uno solo e sei condannata alla miseria per anni. Non voglio diventare una di quelle persone che hanno la fedina social sporca. E non perché mi importi di restare immacolata ai loro occhi ma perché amo il mio lavoro e voglio continuare a farlo con serenità.

So cosa accadrebbe se venisse tutto fuori.

Perderei followers. Lettori. Vendite. Supporto.

Perderei supporto. Ed è a quello che tengo più di ogni altra cosa. Per svolgere un lavoro così pubblico, costantemente sotto l'occhio critico di lettori, blog e organizzatori di eventi, un'autrice ha bisogno di essere supportata. Quando ho annunciato di essere entrata nel blocco dello scrittore, i miei lettori non hanno fatto altro che incoraggiarmi a prendermi del tempo, a rilassarmi e scrivere quando ne sentivo il bisogno, senza pressioni. E per mi ha significato tutto. Ma so anche che le persone possono essere tanto comprensive quanto velenose, senza darti possibilità di spiegazione. So che in molti non capirebbero, che troverebbero modi di gettarmi in pasto ai lupi.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now