11J - Se Calista Spencer pensa di poter-

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«Dovrete vivere insieme. Non c'è verso che la gente creda alla stronzata che preferite aspettare il matrimonio. È antiquata, non regge e la tua fama ti precede» asserisce Louis, il team manager. «Potrete vivere da te o optare per un appartamento in centro, possiamo trovarne uno in affitto già domani.»

Non mi volto in direzione di Calista Spencer, so già che ha in faccia l'espressione da "te l'avevo detto" e cazzo se lo sapevo anch'io, ho solo cercato di evitarlo il più possibile ma poi non ho fatto altro che pensarci tutta la notte, arreso all'idea di dover condividere la mia casa, il mio spazio personale con una perfetta sconosciuta. Non importa che la trovi sexy da morire, che abbia delle gambe toniche e lunghe che si legherebbero perfettamente al mio bacino mentre la scopo contro la parete. Non importa perché si sta insinuando nella parte più privata di me e lo detesto.

«Ora che l'articolo è uscito e sono ufficialmente sotto l'occhio del ciclone, possiamo chiudere la faccenda? Abbiamo una partita tra tre giorni e devo ancora metabolizzare tutta questa storia del cazzo» sibila il coach riservandomi un'occhiataccia, come se fosse colpa mia.

E non lo è?

Stupida coscienza.

È vero, avrò fatto le mie stronzate ma questa sarebbe stata l'ennesima.

L'ennesima che non puoi permetterti. A meno che tu non voglia dire addio agli sponsor.

Stupida, stupida coscienza.

«Papà» mormora Calista al mio fianco.

«Tutto bene, Cali.» La rassicura subito il coach. È ancora così strano vederlo ammorbidito nei confronti di un altro essere umano. Lo abbiamo sempre associato a una specie di robot, ma con sua figlia? È come se fosse un altro uomo; devoto, amore, comprensivo, dolce. Calista stravede per lui e non ci ha pensato due volte a mettersi in gioco per lui. È chiaro che tenga a suo padre e farebbe di tutto pur di non farlo finire guai, incluso frequentare per finta un tipo come me.

«Jordan, hai capito?» domanda Raul Pasadina, il nostro direttore sportivo. «La squadra non può permettersi di perdere sponsor, soprattutto a inizio stagione.»

«Per non parlare della cattiva pubblicità» aggiunge Ken Caruthers, il direttore generale della squadra. «I danni sarebbero notevoli e non sono pronto a far vedere quelle percentuali disastrose al presidente, quindi vedete di rigare dritto. Non ci sei di mezzo solo tu, ma tutta la squadra.»

Annuisco una sola volta.

«In quanto a lei, signorina Spencer, firmerà un contratto di non divulgazione. Qualsiasi informazione, dettaglio che riguarderà la squadra o il suo fidanzato verrà divulgata, sarà lei a pagarne le conseguenze» riferisce Louis.

«Chiaramente, niente interviste a meno che non siano passate prima da me» aggiunge Tim, l'addetto stampa. «Niente dichiarazioni, post sui social, niente iniziative.»

«Dopo la partita mi è concesso postare delle foto dell'anello di fidanzamento?» chiede lei, sventolando quel dannato affare che le ho dato. Be', da un lato meglio così che mamma se lo sia dimenticato, almeno non mi è toccato uscire e andare in cerca di anelli di fidanzamento.

«Quello da dove viene fuori?» Aggrotta la fronte Louis.

«Lo ha visto qualcuno?» si unisce Tim.

«Ieri sera abbiamo cenato insieme per parlare di questa storia e gli ho fatto presente che avrei avuto bisogno di un anello. Ho scattato qualche foto» spiega la ragazza. È tranquilla, o questo è quello che vuol far credere. In realtà, credo che anche lei sia abbastanza agitata per questa storia, specie la parte in cui dovrà condividere del tempo con me. Non ci piacciamo, questo è evidente, ma dovremo fingere bene. Per il bene della squadra.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Donde viven las historias. Descúbrelo ahora