33C - Lock

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Quando questo pomeriggio ho discusso con Jordan e ci siamo praticamente ignorati tutto il tempo fino al locale, dove abbiamo discusso di nuovo, non avrei mai pensato che le cose si sarebbero evolute in questa maniera.

Le sue mani sono ovunque mentre ci divoriamo a vicenda. Sono seduta sull'isola in marmo, le gambe schiuse, la schiena inarcata a causa della differenza d'altezza e le mani tra i suoi capelli. Jordan si avventa sul mio collo mentre ansimo, colpita dal desiderio furioso che mi scorre nelle vene. È come se finalmente stessi dando sfogo a tutta l'attrazione repressa nell'ultimo mese. Voglio solo che mi tocchi ogni centimetro di pelle. E lo fa.

Lascio scorrere le mani sulla sua camicia e, senza pensarci due volte, la strattono. I bottoncini rimbalzano dappertutto, rivelando l'addome asciutto e tonico di Jordan. Rilascio un respiro tremolante mentre gli faccio scivolare di dosso l'indumento. Il moro si scosta di un passo e, senza offrirmi spiegazioni posa le mani sull'orlo del mio abito, ma non lo toglie del tutto, si limita a tirarlo su, fino a scoprire il tessuto in pizzo degli slip.

Il suo sguardo diviene più intenso, ma non fiata. Mi fa scendere dall'isola e, con una mossa studiata, mi fa voltare. Poggio le mani sul marmo tiepido e ansimo ancora una volta quando sento le sue mani posarsi sulle mie cosce e poi risalire con calma. Il suo corpo aderisce al mio come un manto caldo, le labbra accanto al mio orecchio.

«Lo hai messo per lui questo?» Pizzica il tessuto morbido del vestito, ormai giunto ai fianchi. Sento una mano posarsi tra le mie gambe, ricopre la mia intimità con un singolo movimento. «Ti sei messa questa bella biancheria per lui? Mmh?»

Non ribatto, accecata dal piacere che la sua mano esercita su di me mentre la muove piano. Poco dopo il tocco svanisce ma non ho il tempo di protestare perché scosta gli slip con due dita umide e mi tocca, proprio lì. Dritto alla meta. «Lo vorresti qui?»

Ancora una volta taccio, annebbiata dal modo in cui mi sfiora. D'improvviso, toglie la mano e ritorna sul vestito. Lo tira su, togliendomelo del tutto. Rimango con solo gli slip addosso. Avendo l'abito un reggiseno incorporato, non ne ho indossato uno.

«Sai cosa si dice?» sussurra al mio orecchio mentre sento il rumore della fibbia della sua cinta.

«Cosa?» bisbiglio a corto di fiato, troppo presa dal suo tocco.

«Chi tace acconsente, Lock» mormora.

Sento una nota tesa nella sua voce e non so nemmeno cosa significhi ciò che ha appena pronunciato, ma in questo istante non importa. Anzi, giro il dito nella piaga perché la mia vendetta non si è ancora del tutto esaurita. «E se anche fosse?» Lo stuzzico.

Jordan trema ma non risposte, piuttosto, agisce: un calore si espande sul mio fondoschiena quando lo sento lasciarmi un sonoro schiaffo. Poi di nuovo. «Ti stai accontentando allora? Rispondi» ringhia, livido. È come se stesse facendo fatica a contenersi.

E, a prescindere da tutto, stavolta voglio dargli una certezza, specie quando sta per succedere ciò che bramo da settimane. Se fossi al suo posto e pensassi che vorrebbe un'altra impazzirei. Perciò basta così. Mi sono stancata di reprimere l'istinto. E poi, provocazioni o meno, le cose non cambieranno.

«Voglio te. Solo te» ammetto, estenuata da questo continuo rincorrerci. Tutti i punzecchiamenti, le battutine, gli sguardi... dobbiamo mettere fine a tutto. Grattare il prurito. Soddisfare la fame. Mettiamola in qualsiasi modo, ma dobbiamo arrivare al dunque perché sono stanca di sentirmi così frustrata.

«Ah, sì?» Si muove dietro di me, poi lo sento ancora una volta pressarsi alla mia schiena. La sua intimità a contatto con il mio fondoschiena. È nudo. Jordan Baxter, dietro di me, è nudo e pronto.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now