24. Nick: Caduti

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Agii in fretta.
La prima cosa da fare era evitare quell'accerchiamento e farsi spazio.
Creai un vortice d'aria e lo puntai verso l'alto. La salita era più difficile da scalare ma stare dabbasso era significava venire individuati più facilmente.
«Correte! Vi copro la retrovia!» esclamò Arianne da sopra l'albero.
«Scordatelo! Con tutte queste foglie incendieresti tutti gli alberi! Farò io da retrovia!» esclamò Tiara. Poi tirò un poderoso pugno al terreno che tremò violentemente. Tutte le foglie si alzarono disturbando la visuale dei nostri assalitori. 
Mi alzai da terra e mi fiondai verso l'apertura da me creata con l'assistenza di Tiara. Agguantai la ragazza che era pronta a lanciare un altro dei suoi attacchi.
Eloise e Rose avevano recuperato gli altri due e tutti, con la forza del vento, fuggimmo il più veloce che potevamo.
«Sembrano abbastanza considerevoli da non usare il fuoco» mi disse la voce di Tiara all'orecchio.
Essendo trasportata a principessa aveva le braccia allacciate al mio collo e una completa visuale sulle retrovie. Ottimo per tenere d'occhio che stava succedendo, se non fosse per il solletico che quasi mi fece perdere la presa su di lei.
«Qualcosa di buono» commentai.
Ogni volta che il mio piede calava a terra per poter riprendere la spinta in avanti quello si sfracellava ad opera degli avversari.
Nonostante la difficoltà maggiore cominciai a creare cuscinetti d'aria su cui appoggiarmi in modo che mi facessero da trampolino.
Inoltre, con tutti gli alberi davanti, era assurdamente difficile avanzare.
«Eloise sta perdendo terreno. Deve avere difficoltà a mantenere Nathan in aria... Ma tu continua a correre. Nathan sta prosciugando gli alberi per aiutarla» disse ancora Tiara nell'orecchio.
«È fuori di testa?! Ha uno degli Element!» esclamai appoggiando i piedi sul ramo di un albero per voltarmi a guardare.
«Anche tu! Ora muoviti! Non è il momento per lamentarsi! Fidati per una volta di lui!» sbottò la ragazza prendendomi la faccia tra le mani e obbligandomi a voltarmi verso l'ascesa.
«Seminali!» mi ordinò ancora l'Imperium della terra.
«Devo stare attento a non-» un proiettile d'acqua mirò alla mia testa e riuscii a schivarlo di striscio «usare l'Element. Più veloce di così e potrei perdere il controllo dei miei poteri.» terminai come se niente fosse.
«Stupido ottuso Leader! Più li soffochi più i tuoi poteri si indeboliscono! Di questo passo morirò insieme a te! E non voglio!» sbottò Tiara agitandosi tra le mie braccia.
«Credo che questo sia il caso in cui dovrei offendermi» borbottai.
Continuai ad avanzare correndo.
«Il punto di incontro lo conoscete tutti?» gridai a Rose ed Eloise che annuirono nella trafila.
«Allora per ora separiamoci e cerchiamo di seminarli!» ordinai continuando ad avanzare.
Le due ragazze non si fecero ripetere l'ordine nonostante non fossi il loro Leader e si allontanarono in direzioni diverse portandosi Arianne e Cray con loro.
La buona notizia era che il gruppo della Resistenza che ci inseguiva si divise.
La cattiva era che cinque di loro, la maggior parte, avevano deciso di seguire me e Tiara.
«Ma porco cane! Non è che voglia che seguano gli altri ma è talmente fastidioso essere sempre quelli seguiti!» esclamò la mia compagna di squadra agitandosi.
Sciolse un braccio dalla stretta e poi e per non perdere equilibrio, l'altra si appigliò strettamente ai miei vestiti.
«È davvero difficile controllare il terreno senza toccare direttamente terra... Avrei dovuto padroneggiare questo elemento prima di partire.»
Non sapevo se se ne rendeva conto, ma il suo continuo inveire iniziava a mettere a serio rischio il mio timpano destro.
Ma non dissi niente. Ero troppo occupato a cercare una via per seminarli.
Inoltre, continuare a correre senza una precisa meta mi stava facendo perdere l'orientamento in mezzo a quei alberi. E a quel punto sarebbe stato difficile arrivare al punto di incontro.
Tiara evocò una collina di terra appena saltai una pendenza ripida.
La Resistenza fu veloce e passarono l'ostacolo dividendo il muro di terra in due parti.
Mi voltai in quella frazione di secondo in cui erano distratti e con la mano sulla schiena di Tiara evocai un potente vortice che li spazzò via facendoli rotolare giù dal pendio. La potenza era tale che non solo colpì la fazione nemica, ma creò una strada fra gli alberi sradicandoli e catapultò i nostri corpi contro altre piante alle nostre spalle, spezzando diversi tronchi.
«Ahia, questa faceva male» mormorai.
Ero disteso scompostamente tra i rami di un albero con Tiara addosso.
L'albero, forse in bilico dall'essere franto, decise di cadere aumentando i danni.
Uno stormo di uccelli autunnali presero il volo.
«Sì, fa malissimo» concordò Tiara alzando il busto.
I suoi capelli prima raccolti si sciolsero ricoprendo il suo volto.
Staccai immediatamente l'Element dal collo e l'allungai alla mia amica.
«Tocca a te.» dissi.
«Adesso?» sbuffò saltando giù dal disastro che avevo causato.
Probabilmente controllava se ci stavano ancora inseguendo.
«A meno che tu non voglia che evochi un ciclone.
Non sarebbe facile da scusare ai Popolani, considerando che questa non è una zona da ciclone. Non è la Florida.» replicai sorreggendomi con un braccio. Stranamente quello perse forza e mi fece perdere l'equilibrio.
Tiara mia prese al volo e poi sgranò gli occhi sconvolta osservandosi la mano.
«Oh, mio Dio!» esclamò vedendola ricoperta di sangue.
Mi resi conto solo in quel momento del dolore alla schiena e, come un demente che non si era ancora capacitato della situazione, provai a toccarmi la ferita alzando un braccio. Sentii solo una punta di legno prima di cedere al dolore.
«Okay, niente panico!» esclamò Tiara mentre sembrava essere lei quella mortalmente ferita.
La mia vista iniziava a sfocarsi.
No, non va bene.
«Prima allontaniamoci. Ce la posso ancora fare ad allontanarmi non è insopportabile» anche solo dire quelle parole mi costava una fatica immane, ma cercai di sorridere a favore di Tiara.
Piegai una gamba per vedere se tutto il resto funzionasse.
Era consuetudine dei Imperium ferirsi e sopportare il dolore. Bisognava prepararsi a qualsiasi tipo di missione, dopotutto.
«Okay, da uno a dieci direi che è un buon settantasette, ma posso ancora muovermi quindi andiamo» affermai muovendomi con cautela.
Fortunatamente avevamo pensato di cercare Bit in divisa e quindi arrivai facilmente alle PXZ in tasca e le ficcai in bocca.
Sapevo che non era saggio ingoiarle prima di aver esaminato e pulito la ferita ma almeno potevo placare il dolore. Al resto avrei pensato dopo.
Io e Tiara cominciammo ad allontanarci e lasciai alla mia amica il compito di far sparire le nostre tracce.
Quando fummo abbastanza lontani decidemmo di nasconderci in un dislivello che aveva una buona copertura da parte degli alberi. C'erano foglie a terra ovunque e anche se fossero state macchiate di sangue sarebbero stati facile sbarazzarsene in qualche modo.
Tiara fece muovere gli alberi sposando il terreno nella quale avevano messo radici per farmi passare meglio.
Usai i miei poteri per mantenermi in equilibrio perché non sentivo abbastanza forza nelle mie gambe.
Quando Tiara ritornò accanto a me, mi concessi di cadere in ginocchio e a respirare affannosamente.
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi.
«Siamo lontani dal punto di incontro?» chiesi a Tiara.
«No. Ma ora non è il momento di pensare a quello. La tua ferita.» mi disse la ragazza guardandomi con le sopracciglia inarcate. Sembrava parecchio arrabbiata e non ne capivo il motivo.
Non era mica colpa mia se mi ero ferito!
Provai a tastarmi di nuovo la zona ferita perché in assenza di dolore non capivo molto se ero sul punto di morire.
Sentii i pezzi di legno conficcati nella mia carne e con uno scatto del polso lo tirai fuori.
«AH!»
L'esclamazione non venne neanche da me ma da Tiara che mi guardò con orrore e le mani sulla bocca aperta.
Perdevo così tanto sangue che mi iniziava già a girare la testa. Le mie mani erano viscide e non sapevo nemmeno se le stavo tenendo premute sulla ferita.
Tiara accorse e mi guardò ad occhi spalancati.
«Tu sei assolutamente fuori di testa! Imbecille so tutto io, ti sembra il modo?! Ma ti vuoi uccidere?! Sei deficiente?! Vuoi morire così tanto?!» agitava le mani all'impazzata.
Poi si tolse lo zaino e anche la giacca della divisa.
«Non siamo alla B.L.C. dove ti mettono tutto a nuovo in un nano secondo! Abbiamo fatto sì e no due lezioni di primo soccorso! Non so riportare in vita i morti!» continuava a gridare.
Volevo dirle di abbassare la voce in caso la sentisse qualcuno della Resistenza ma ero troppo stupito e spaventato da lei.
Iniziò a cercare qualcosa nello zaino.
«Okay, il lato positivo è che ho le medicine, quello negativo è che non c'è Ary per cauterizzare la tua ferita. Quindi userò questo.» e tirò fuori dallo zaino quello che sembrava uno di quegli accendini a pistola da cucina.
«È un accendino?» chiesi.
«No.» replicò. Ma non mi disse cosa fosse.
Ricordavo vagamente di averlo visto in mano ad alcuni ingegneri mentre lavoravano metalli per i loro nuovi ordigni e sapevo per certo che non sparavano piccole fiammelle.
Tiara mi strappò praticamente i vestiti di dosso. Non che potessero essere salvati. Un buco sulla schiena era difficile e brutto da rattoppare, soprattutto per una divisa come quella della B.L.C., ma provai ugualmente pena per i miei vestiti per come li sbrindellò lei. Ed ebbi anche più paura di quella ragazza perché aveva stracciato a mani nude un tessuto resistente come quello della divisa. E sapevo fosse parecchio robusto perché una volta ci avevo provato senza ottenere risultati desiderati.
«Stai fermo» mi ordinò.
Mi versò qualcosa sopra la ferita ma non sentii alcun dolore.
Il laser si che faceva male.
In qualche modo riuscii a mantenere la mia dignità senza piangere e a non attirare l'attenzione della Resistenza gridando. Quest'ultimo era probabilmente merito della divisa tra i miei denti.
Nonostante l'aria fredda anche senza vestiti addosso mi sentivo ricoperto dal sudore.
Tiara stracciò ancora di più la mia maglietta e la imbevve nel disinfettante, premendola poi contro la ferita.
Poi si levò la sua con un unico gesto e strappò anche quella.
«Oh, wow» balbettai.
Poi il mio sguardo si abbassò automaticamente fissandosi sulla pelle bianca retta dal pizzo scarlatto e audace del suo intimo.
«Oh» dissi di nuovo prima di distogliere lo sguardo imbarazzato.
«Okay, questa non me l'aspettavo» commentai mentre lei distruggeva la sua maglia.
«Sono tette Nick, sono certa che non siano le prime che tu abbia visto» disse lei inarcando le sopracciglia senza un minimo di pudore.
Distolsi nuovamente lo sguardo per non imbarazzarmi ancora di più.
Stavo facendo la figura dell'idiota.
«Sì, ma, insomma, non pensavo fossero così grosse» dissi. Probabilmente la perdita di sangue mi aveva dato alla testa perché in condizioni normali non avrei mai detto una cosa del genere.
Tiara non disse niente ma si allungò per fasciarmi la ferita.
All'odore ferreo del mio stesso sangue si sovrappose il suo buon profumo.
Era troppo vicina.
E mi girava la testa.
«Sul serio Nick?» chiese lei.
In un primo momento non capii. Pensai si fosse offesa per quello che avevo detto ma il suo sguardo sembrava più divertito.
«Sei arrossito» mi spiegò «hai la faccia completamente rossa, se solo potessi darti uno specchio!» rise divertita.
«Come ti può restare del sangue da affluire in faccia?» continuò a ridere di me.
«Be', almeno non è affluito in altre parti perché spogliarsi in quel modo risveglierebbe anche un morto.» dissi.
Tiara abbassò lo sguardo corrugando le sopracciglia e poi ritornò a sostenere il mio sguardo.
Si avvicinò così tanto che trattenni d'istinto il respiro.
Sentivo il mio cuore iniziare a battere più velocemente e sembrava che tutti i pensieri costanti che avevano abitato rumorosamente la mia mente avessero deciso di silenziarsi tutti quanti.
Ma Tiara mi strappò solo dalle mani la collana con Element.
Fino a qualche secondo prima mi sembrava di avere la testa più leggera di una piuma. Mi sentivo senza problemi e senza ansie inutili e tutto ad un tratto il peso di tutte le mie azioni e momenti mi ricadde addosso.
Eh?
Eh?!
Eeeeeeeh?!
Sotterratemi, altro che risvegliare i morti.
Avevo ancora una mano alzata, come se avessi avuto l'intenzione di toccarle la guancia.
Mi sentii subito il volto il accaldato e mi coprii la faccia con le mani distogliendo lo sguardo dalla mia amica.
«Però, non hai neanche chiuso gli occhi quando mi sono avvicinata. Quanta audacia» commentò Tiara rimettendosi la sua giacca della divisa.
«Ti prego...» mormorai in imbarazzo.
«Allora anche tu hai un lato del genere, chi l'avrebbe mai detto! Dopotutto sei davvero un ragazzo» continuò senza lasciarmi pietà.
«Dimmi la verità. Ci hai mai voluto provare con me?» mi chiese.
Si accucciò accanto a me e appoggiando il suo volto sui pugni chiusi ad incorniciare il suo volto delicato.
Tiara mi sorrise.
«Lo sai che è stato l'Element» le dissi scompigliandomi nervosamente i capelli.
Ah! Vi prego! Datemi un tombino!
«Sai ci stavo pensando... Siccome non ha molto potere questo Element sembra che il massimo che faccia sia toglierci i nostri freni inibitori o qualcosa del genere.» disse giocando con il ciondolo.
Sentivo di sapere dove sarebbe andato a parare quel discorso. Non volevo ascoltarla.
«Insomma, pensaci. Io che cedo alla paura e non riesco a fare niente paralizzata da essa. Cedere è l'ultima cosa che dovrebbe fare un Imperium della terra come me e io sono cresciuta sui principi degli Imperium della terra.
E quando provo questa paura e ho l'Element addosso ho questa visione di creare muri, fortezze, muraglie di terra attorno a me.
Ary che perde il controllo delle sue emozioni. Sono sempre confusi e disturbati, quando ha l'Element. Una cosa mortale per Imperium del fuoco come lei. Non riesce nemmeno a concertarsi e le sue fiamme divampano tanto da poterla consumare.
Lei che nutre le sue fiamme di emozioni positive, tormentata da quelli negative?
Nathan che diventa super mega stronzo perdendo quella maschera di controllo, quella sua superficie tranquilla che aveva sempre avuto. Da pioggia di trasforma in burrasca.
Lui che è un marionettista manda all'aria lo spettacolo?
E tu. Tu che non agisci mai d'istinto, che ti trattieni sempre e ti soffochi... Sembra che a te l'Element faccia bene in un certo senso.»
Appena Tiara terminò di parlare anche il ciondolo smise di girare tra le sue dita e si chiuse nel pugno della ragazza.
«Andiamo al punto di incontro» tagliai corto.
Non ne volevo parlare.
L'avevo notato anche io come i miei poteri funzionassero bene quando avevo l'Element addosso. Non solo bene. Avevo sempre la sensazione di avere il mondo nelle mie mani, come se potessi fare tutto, anche l'impossibile.
Ma era proprio quello il problema.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now