27. Ary: Stai meglio?

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Ogni tanto Nathan si massaggiava il petto con espressione confusa. Forse stava cercando di venire a capo del suo strano problema.
«Stai meglio?» chiesi mentre avanzavamo nel tunnel dopo esserci lasciati alle spalle la caverna.
Il ragazzo annuì distrattamente.
«Non è meglio riposarsi?» chiesi incerta.
La sua caduta di prima mi aveva veramente turbata. Non sapevo se la mia tecnica avrebbe funzionato una seconda volta se fosse accaduto di nuovo. 
«No, sarebbe solo una perdita di tempo» commentò lasciando cadere la mano al suo fianco.
Ad un tratto ci ritrovammo in un bivio di tunnel.
Esitai, com'era normale fare in casi simili, ma Nathan proseguì al tunnel a sinistra come se fosse naturale.
«Avrei detto destra.» affermai anche se non era vero.
«Considerando che non c'è un valido motivo per la tua affermazione, io ti rispondo che sento dell'acqua. Tanta. Dove c'è acqua c'è fonte o, almeno, scorrerà da qualche parte. Ergo c'è un uscita. Non mi importa ora come ore dove sia l'uscita, l'importante è uscire.» disse accennando ad un sorriso.
«Sento ancora i serpenti addosso» commentò prima di sentire che i nostri passi iniziavano a far eco.
Aveva ragione.
Allargai di più il mio piccolo sole e lo proiettai davanti a me, illuminando un immensa distesa d'acqua.
«Wow un bacino sotterraneo! Che meraviglia!» esclamai.
«E l'acqua è tremendamente pulita» aggiunse Nathan con tono stupito bagnandosi le dita.
Alzai ancora di più il sole e lo resi il più luminoso possibile.
Evidentemente c'era qualche alga bioluminescente nei fondali di quello stagno perché l'acqua era fosforescente e si illuminava con bagliori verdi e celesti.
Emozionata iniziai a spogliarmi dei miei vestiti sporchi di terra e fango.
«Ma che Diavolo...!» esclamò Nathan guardandomi sconvolto.
Ma lo ignorai e, quando rimasi con solo l'intimo, mi fiondai nell'acqua, schizzando gocce luminose ovunque.
Mi aveva già vista quella mattina, non ero certo cambiata in quel lasso di tempo.
E poi era solo Nathan Cray.
Nuotai a dorso e immersi il volto nell'acqua sentendo tutta la mia sporcizia lavata via.
Ah! Come si sta bene! Ed è tutto bellissimo!
«Cosa ti fa credere che sia una buona idea buttarti dentro uno stagno sotterraneo bioluminescente?» mi chiese scuotendo la testa.
«Vuoi unirti a me?» chiesi ridendo.
Nathan alzò un sopracciglio, ma poi sorrise anche lui. Il sorriso infantile di un furbo bambino divertito.
«Ehi cocca, questo è il mio elemento» disse spogliandosi. Non che ne avesse bisogno, considerando che poteva separare l'acqua dai vestiti, ma avere più pelle possibile a contatto con essa era comunque diverso.
«Ti lascio il vantaggio di non usare i miei poteri, vuoi vedere che vinco lo stesso in una gara a chi arriva prima a quello scoglio?» disse entrando in acqua e puntando il dito contro uno scoglio proprio al centro del bacino.
«Senza i tuoi poteri sei una mezza cartuccia. Sono sempre stata più brava di te nella resistenza fisica.» commentai divertita.
«A che serve la forza senza il cervello» fece con tono allusivo.
«È una gara fisica questa e non sono stupida. Ti ho salvato la vita poco fa grazie alla mia genialità sai?» replicai a tono.
«Non sono io quello che continuava a sfidare un Imperium dell'acqua in uno scontro a chi scoppiava più palloncini pieni del suo elemento. Davvero pensavi di vincere?» mi chiese sorridendo nuotando vicino a me.
L'acqua non sembrava nemmeno muoversi al suo passaggio, mentre, attorno a me, si increspava ad ogni mio movimento e creava di conseguenza diversi anelli e onde.
«Contavo sull'idea che fossi onorevole abbastanza da rispettare il sistema "ad armi pari"» dissi indispettita.
«Ma certo! Era ovvio» rise alzando gli occhi al cielo.
«Pronta?» tagliò corto.
«Pensa per te. Io sono sempre pronta» affermai.
Sparai un proiettile di fuoco che non raggiunse il soffitto della caverna e scese poi a precipizio finché non si spense nelle acque.
E quello fu il nostro via.
Iniziammo entrambi a nuotare e lui, come promesso, non usò i suoi poteri. Era facile intuibile considerando che il suo sprint, nonostante fosse più potente del mio e l'avesse portato avanti, al lungo andare riuscii a raggiungerlo e superarlo.
Il mio orgoglio non mi permetteva di perdere anche se sapevo che era il suo territorio.
Le falcate delle mie braccia che incontravano e seguivano l'acqua per portarmi avanti si facevano più pensanti e bruciavano, ma quella sensazione adrenalinica mi faceva sentire così libera e felice. Ci misi ancora più impegno per raggiungere il prima possibile la mia metà, sapendo che l'Imperium dell'acqua fosse dietro di me.
Allungai le dita per toccare lo scoglio di fronte a me, ma i tempi vennero calcolati male perché, non ci arrivai. Necessitavo di un'altra bracciata, ma Nathan approfittò di quel secondo per appoggiare la mano prima di me.
«Urrà!» si esaltò alzando un braccio vittorioso.
Appoggiai la schiena allo scoglio e sbuffai.
«Voglio la rivincita» affermai.
«Ti brucia, eh?» rise divertito.
«Ne deve passare di acqua sotto i ponti prima che ci rimanga male per una cosetta simile» dissi fiera di me.
Ero contenta di quel familiare scambio di battute stupide. Mi sembrava di esser tornati ai vecchi tempi e il Nathan che fino a prima dello shock di ghiaccio sembrava così distante e differente, sembrò essere tornato quello di prima.
L'Elements doveva avergli fatto veramente male da causargli quel calo di temperatura corporea. Anche se ancora non me lo spiegavo.
L'Element, neanche allo stato naturale, agiva in alcun modo al corpo fisico.
«Ooooh, davvero?» chiese ironicamente alla mia affermazione.
Mi sorrise e in un attimo fu davanti a me, con una mano appoggiato allo scoglio alle mie spalle, accanto al mio viso.
«Sai, certe volte me lo chiedo... Ti rendi contro in che situazione sei?» chiese con un sussurro.
Delle gocce d'acqua scendevano dai suoi ricci bagnati e illuminavano la sua pelle come rugiada al mattino.
«Che situazione?» chiesi deglutendo.
Ritiro tutto quello che ho detto sulla familiarità. Questo non è il Nathan Cray che conosco!
«Sono certo che tu non sia veramente così ingenua» mi spostò una goccia d'acqua dalla fronte con l'indice.
«Non sono più un ragazzino, Ary.» si chinò su di me.
«Ho dei bisogni, sai?»
Cosa? Che bisogni? Di che sta parlando?
È troppo troppo troppo vicino!
«Pensi di ricordarti ancora come si bacia? Non sono forse stato un bravo insegnate?» le sue labbra ci avvicinarono alle mie, mentre teneva sempre lo sguardo fisso nel mio.
Sentivo il mio cuore battere velocemente e il cervello andare in tilt.
Non capivo cognitivamente cosa stesse succedendo.
«Cosa? Io... non so...» balbettai.
«Se fai un'espressione così carina mi farai sentire in colpa» sorrise socchiudendo le palpebre. Le lunghe ciglia bionde fecero tremare le gocce su di esse.
Strinsi d'istinto gli occhi.
Per evitare la realtà o per aspettare chissà cosa, non ne avevo idea. Qualsiasi cosa stessi aspettando non arrivò.
Schiusi un'occhio e sbirciai il ragazzo.
Era ancora vicinissimo a me, ma l'espressione era cambiata.
«Ary, non andare nel panico... Ma credo ci sia qualcosa nell'acqua con noi» sussurrò. Udito ciò, sbiancai.
Odiavo la parola qualcosa. Che diavolo significava qualcosa?! Avevo bisogno di identificazione!
«Okay, non so cosa sia, ma mi ha appena sfiorato una gamba e sembra grossa... Vorrei poterti dire che in quattro e quattr'otto ghiaccio tutto quanto e usciamo di qui, ma aver usato quella tecnica ad ampio raggio su quei serpenti mi ha sfiancato completamente. Non credo di poter sollevare nemmeno mezzo litro d'acqua, ora come ora.
Scusa, non ti ho detto niente prima per non preoccuparti.»
Forse divenni ancora più pallida.
Come sarebbe a dire che ha esaurito le forze per controllare il suo elemento?!
«Se eri stanco potevi dirlo prima di fare questa stupita gara.» sibilai irrigidendomi. Improvvisamente i miei piedi fluttuanti nell'acqua mi sembravano a rischio.
«Be', non mi stanco esattamente fisicamente quando uso troppo i miei poteri... Cioè, sì, mi stanco anche fisicamente, ma per gli Imperium dell'acqua è più una stanchezza mentale. Sai, cambiare le proprietà dell'acqua non è esattamente come sollevare qualcosa di pesante come quando controlli litri di acqua. Ma in questa tecnica non solo il raggio di elemento controllato era alto, ma ho dovuto anche trasferire direttamente dallo stato gassoso a quello solido senza passare da quello liquido che...»
«Sì, okay, non mi serve una lezione sugli Imperium dell'acqua» dissi tappandogli la bocca con una mano.
In quel momento qualcosa sfiorò la mia caviglia e sbiancai.
Anzi, non ebbi il tempo per sbiancare perché diedi di matto.
Saltai fuori dall'acqua rimanendo in equilibrio sullo scoglio e iniziai a sparare proiettili di fuoco nel laghetto.
Tutto esplose in geyser, eruttando vapori e piovendo acqua.
Partivano talmente tante sfere infiammate da me che l'intero paesaggio cambiò.
«Woooh! Fermati! Sei impazzita?!» esclamò Nathan cercando di fermarmi.
Ma non riuscendoci mi fece così tanta pressione sulla caviglia malridotta che gridai dal dolore.
«Perché l'hai fatto?!» esclamai incredula afferrandomi la gamba.
Intanto le acque tornarono calme e le fontane smisero di pioverci addosso.
«Che è successo qui?» esclamò la voce di una persona. Si udì chiaramente perché fece eco in tutta la grotta.
La figura di un uomo in divisa della B.L.C. ci individuò dalla riva.
La situazione era un po' imbarazzante considerando che io e Nathan eravamo mezzi nudi a dare di matto in un bacino sotterraneo e lui accanto ai nostri vestiti a fissarci.
Intanto altre due persone in divisa ci avevano raggiunti dal tunnel.
«Li hai trovati!» esclamò una voce da donna.
«Chi siete?» chiese Nathan che non sembrava condividere il mio imbarazzo.
Non sono gli aiuti dalla B.L.C.?
Ovviamente non ero così ingenua da pensare che chiunque portasse la divisa della B.L.C. fosse un attuale membro, ma attaccar briga in una situazione del genere non mi sembrava l'ideale.
«Mi chiamo Brendon» alzò le mani l'uomo.
«Vengo dalla Base oltreoceano italiana e questi sono i miei compagni. Guardia Leader della squadra Azzurra. Siamo qui per portarvi al sicuro.» proseguì.
«Squadra Azzurra della Base oltreoceano? Mai sentito dire» commentò Nathan.
«Certo che no, siamo top secret. Dubito che qualcuno inferiore ai Direttori e qualche prescelto sappia di noi.» disse.
«Ah, James Sharp ci ha detto di mostrarvi questo.» aggiunse come se se ne fosse appena ricordato. Alzò qualcosa con un braccio.
Assottigliai lo sguardo perché non vedevo cosa avesse in mano, ma la vista acuta di Nathan sembrò averlo colto perché si rilassò.
«Okay, ti credo» commentò.
«Cos'era?» chiesi.
«Una spilla di due aquile gemelle» rispose lui.
«Oh...» dissi capendo al volo.
Avevo sentito dire che tutti i vecchi compagni Giustizieri di James avevano tatuato un qualche tipo di aquila sul corpo. E, dopo la guerra, James aveva aggiunto due aquile gemelle tatuate sopra e sotto la sua clavicola sinistra.
«Okay, ora però come torniamo a riva?» chiesi.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now