8. Nathan: Cicatrici dell'anima

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Essere l'unico con la mattinata libera non era poi così divertente.
La mia amica Eloise aveva deciso di darmi buca per tornare in camera sua e dormire, cosa secondo lei molto più utile.
Effettivamente Eloise non passava molto tempo sola con me, se non necessario. Non lo faceva più dopo quel piccolo incidente che era successo tra di noi.
Probabilmente era l'unica cosa che teneva segreta a Rose e io non avevo la minima intenzione di rivelare la cosa alla sua migliore amica. Anche se un po' mi spiaceva per Rose, tenuta all'oscuro di tutto.
«Zero ispirazioni» borbottai infastidito lasciando ricadere la penna.
Poi mi venne un lampo di genio. Sicuramente anche Twain e Ary avevano superato la prova, ergo erano liberi anche loro. Potevo passare la mattinata ad andare dietro ad Ary, considerando che non ci parlavamo più dopo il bacio. Mi mancava, anche se la vedevo tutti i giorni.
Mi fiondai fuori dalla mia camera e quasi andai a sbattere contro una ragazza che stava correndo dalla direzione opposta.
La schivai appena in tempo, ma lei, per la fretta di fermarsi, perse l'equilibrio. Mi affrettai ad afferrarla, per la vita per evitare che cadesse, e simulai un casqué.
«Buongiorno, Tiara» le sorrisi.
La ragazza mi mise una mano in faccia per allontanarmi da lei e si rimise in piedi.
«Vado di fretta, Nathan.» mi liquidò alla svelta prima di voltarsi ed entrare nella camera infondo al corridoio, quella di Twain.
Nemmeno un grazie.
Alzai un sopracciglio riflettendo su ciò che avevo appena visto. Magari uscivano insieme e non lo sapevo.
Quindi Twain aveva superato quel problemino sentimentale che aveva tempo fa?
Non che mi interessasse conoscere la vita sentimentale di tutti. La mia era già abbastanza complicata da occuparmi perennemente.
Scrollai le spalle e andai a cercare la mia FireLiz.

«Come?» chiesi stupito davanti ad un Seth Frost troppo occupato a sistemare l'armeria per badare veramente a me. Quindi era possibile che si fosse sbagliato.
«Twain e Barker non hanno superato la prova e non hanno la mattinata libera.» ripeté l'uomo.
«E perché?» protestai come se avessero fatto un torto a me. Che Twain e Ary non superassero una prova tanto semplice non era assolutamente da loro. Ma che combinavano?
«Non sono affari che ti riguardano, Cray. Goditi la mattinata libera finché puoi.» mi liquidò anche lui.
Non avendo trovato Ary nei soliti posti ad accesso libero per noi senior ero andato da Seth Frost per chiedere se le avesse permesso di uscire dalla Base, cosa abbastanza ingiusta se glielo avesse concesso, considerando che a me era stato negato.
Feci dietrofront e mi diressi di nuovo verso i dormitori.
Considerando che le stanze erano state ricavate da delle celle, erano molto confortevoli, eccetto la finestra a sbarre, ci si intende.
Appena voltai l'angolo, per la seconda volta, rischiai di andare a sbattere contro qualcuno e quel qualcuno era la stessa ragazza di prima.
Questa volta Tiara riprese l'equilibrio da sola.
«Mi vuoi far prendere un'infarto?» mi accusò puntandomi un dito contro.
«Ehi, magari è perché sono uno schianto.» scherzai divertito.
Tiara mi guardò inarcando un sopracciglio, incredula. Quasi mi imbarazzai per aver sparato una battuta tanto idiota.
«Hai visto Ary?» chiesi cambiando argomento.
«Oh, beh...» distolse lo sguardo e si guardò alle spalle. «Potrebbe essere in camera...» commentò.
«Per caso mi sta evitando e non vuole vedermi?» chiesi scherzoso. La mia voce risultò molto più ferma di quanto pensassi, sembrava quasi noncurante, anche se ero consapevole di quanto ci rimanessi male all'idea. Strano non esserci ancora abituato. Strano che non mi fossi ancora arreso.
«Non sarebbe una novità.» commentò brutalmente Tiara.
Guardai Tiara abbattuto. Mi accarezzai la nuca e infilai l'altra nella tasca dei jeans.
«Per caso il mio approccio è sbagliato? Insomma, tu la conosci bene e...»
Tiara sorrise.
«Stai per caso chiedendo consigli amorosi a me?» chiese divertita.
«Sei una ragazza popolare, Tiara. Magari hai qualche segreto che fa innamorare le persone di te.» replicai scrollando le spalle.
«Credimi, non ho assolutamente niente di particolare e non ho fatto niente per indurre quei tre a farmi le feste come cagnolini.» rise scuotendo la testa.
Intanto ci stavamo incamminando. Non sapevo dove stessimo andando, considerando che stavo seguendo lei.
«Quattro.» la corressi con un ghigno di chi la sapeva lunga.
«Quattro?» ripeté.
«Tu e Twain... Ti ho vista entrare in camera sua.» spiegai divertito.
Tiara alzò gli occhi al cielo.
«Non dire idiozie! Nick si è ammalato e sono andata ad aiutarlo.»
«Ammalato? Perché anche lui si ammala?» chiesi fingendomi sconvolto. Però una parte di me era quasi sollevata. Il fatto che fosse ammalato spiegava perché lui e Ary non avessero superato la prova.
Non sapevo esattamente perché ci tenessi tanto che fossero al mio stesso livello. Forse era il mio animo competitivo che aveva bisogno di rivali.
«Evidentemente sì. È letteralmente saltato addosso a... Sì, insomma, è crollato.» balbettò.
Inarcai un sopracciglio ma lasciai correre.
Tiara raggiunse la biblioteca e automaticamente iniziai a sorridere, memore di quel bacio rubato alla ragazza che amavo.
«Devi fare il rapporto?» le chiesi.
«No. Ian si è offerto di farlo anche per me, e sinceramente non sono così santarellina da non approfittarne.» spiegò Tiara.
«Intanto mi metto avanti sul programma assegnatoci da Mr. Frost.»
E mettersi avanti con il lavoro non è una cosa che fanno le santarelline perfettine? Pensai, ma non lo dissi.
«Ti do una mano. Non ho niente da fare.» mi offrii sedendomi accanto a lei.
«Non hai nessun altro da infastidire, Nathan?» mi chiese lei con un sospiro.
«Tu non mi vuoi dire dov'è Ary.»
«Te l'ho detto! Magari è in camera sua a finire il rapporto!» esclamò agitando una mano.
«Okay.» scrollai le spalle non credendoci.
«Però lascia che ti aiuti.» affermai sorridendo.
Tiara mi fissò stranita.
«Come fa Arianne a resisterti?» chiese. «cioè, sai fare il carino molto bene. Persino io non saprei dirti di no.» Tiara si voltò completamente verso di me sinceramente curiosa.
«Non dirmi che ti stai innamorando di me, Tiara.» sorrisi di nuovo.
«Ah, ecco come fa.» disse scuotendo la testa e colpendomi la fronte con le dita.
«Ehi, non dirmi che non ci hai mai pensato. Magari tra noi due...»
«Non cominciare anche tu con questo noi. Ci sono già gli Stark e Ian. Saresti di troppo. Perché non torni a focalizzarti sulla tua FireLiz, invece di distrarti con altre ragazze?» mi riprese lei dando un altro colpo.
Mi postai la mano sulla fronte per massaggiarla.
«Guarda che fai male!» protestai.
«Mai stato concepito per far del bene.» disse controllando lo schermo.
«Comunque, dato che siamo qui...» iniziò lei.
«Non possiamo farlo in biblioteca» scherzai.
Tiara mi colpì ancora in fronte.
Probabilmente ormai ce l'avevo rossa.
«Stavo dicendo che tanto che siamo qui a parlare, ed è assai raro che parliamo solo noi due, vorrei chiederti una cosa.» Tiara stava fingendo noncuranza, ma vedevo le sue spalle in tensione.
«Dimmi, allora.» dissi.
«Cosa è successo tra te e Nick? C'entra con il fatto che hai lasciato la squadra, vero?» chiese.
Fortunatamente riuscii a non manifestare il mio stupore di fronte a quella domanda.
«Se ti stai preoccupando per la tua relazione con Twain non ce n'è bisogno. Non è successo niente tra di noi e mai succederà, considerando che sono etero. Però posso capire che Twain potrebbe essere attratto da me...»
«Piantala di scherzare! Hai sempre la battuta pronta?» sbuffò la ragazza.
Piegai la testa.
«Se te lo dicessi non mi vedresti più allo stesso modo. E nemmeno Twain.» sussurrai «Sei ancora sicura si volerlo sapere?»
«Allora è veramente successo qualcosa! Nick continua a negare!» insistette.
«Diciamo che entrambi abbiamo manifestato ciò che siamo veramente e lo scontrarsi delle nostre personalità ha rischiato di ammazzarci a vicenda.» dissi tranquillamente appoggiandomi allo schienale della sedia e allungando le gambe in avanti.
«Per ammazzarvi intendete che ve la siete data di santa ragione come spesso accadeva, vero?» chiese lei incerta.
«Io volevo veramente ucciderlo.» ammisi senza guardarla.
Fissavo le mie mani e il ricordo dei miei pugni stretti tanto da far penetrare le unghie nella carne mi tornarono in mente.
La voglia di colpire e di far del male, era sempre stata una parte di me.
Mi misi a ridere.
«Ma guarda la tua faccia, Tiara. Ti sei spaventata?» chiesi sorridendo ampiamente.
«Sta-stavi scherzando?» balbettò con gli occhi azzurri spalancati dalla sorpresa.
«Tu che dici?» chiesi con finto divertimento. La sua espressione si fece ancora più confusa.
«Non saresti qui se avessi intenti omicidi.» replicò la ragazza. «Mr. Xu non farebbe mai stare una persona così alla B.L.C.»
«Già» convenni.
Non così com'è.
«Ho cambiato idea. Non ti aiuto più.» dissi alzandomi in piedi.
«Buono studio.» le augurai allungandole una rosa.
«Che me ne faccio di una rosa?»
Agitai il fiore, facendo comparire in mano una penna al posto di essa.
Tiara la prese stupita e diffidente.
Le sorrisi ancora e poi uscii dalla biblioteca. Appena fuori portata il mio sorriso svanì.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now