23. Ary: Aiuto!

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Davanti l'ospedale più vicino, l'infermiera che stava fumando ai cancelli fece cadere la sigaretta e rimase a guardarci sconvolta.
«Aiuto!» sbottai furiosa sorreggendo Michela.
«Che è successo?» mi chiese uno dei paramedici che si è avvicinato a portare via Michela.
«Incidente d'auto. C'è anche un uomo...» dissi con il mio miglior italiano.
Li condussi dove Nick aveva disteso Gianluca e poi, prima che si voltassero per farmi altre domande, sparii dalla circolazione.

Nick stava bendando la testa di Tiara.
La vecchia carretta era troppo distrutta per poterla riutilizzare come mezzo di trasporto quindi l'avevamo lasciata in un parcheggio sperduto di un vicolo buio. Nessuno avrebbe sospettato troppo. Era la natura Popolana evitare tutto ciò che fosse troppo inquietante.
E, anche se si fossero avvicinati, non avrebbero mai indovinato come, perché e chi avesse utilizzato quella carretta da ridurla in quel modo.
In quel momento quei due si erano appartati su una delle panchine attorno ad una piazzola con al centro una fontanella senza acqua, proprio sotto quello senza lampione. La piazza era circondata da alberi con ancora resistenti figlie dorate attacchiate.
Sotto le fronde e con la luce dei lampioni era talmente buio che a malapena le loro sagome.
Avvicinandosi potevano essere scambiati per una coppia di innamorati che desiderava privacy.
Intimità, un'altra cosa che allontanava gente comune e li intimava a non avvicinarsi.
«Fa ancora male?» chiese Nick alla nostra compagna di squadra.
Lei si tastò la fronte e poi scosse la testa.
«Li ho lasciati in ospedale.» dissi annunciandomi.
Sentivo un fastidio nel petto che bruciava dolorosamente ed era tutta la notte che avevo una certa nausea.
Non erano passate neanche ventiquattro ore da quando avevo baciato Nick e non ne avevamo neanche parlato, ma sembrava che se ne fosse già dimenticato.
Scossi la testa. Non era il momento di pensare a quello. Era normale che si preoccupasse per Tiara.
Prima che potessimo solo riflettere sul da farsi, ricevetti una chiamata al telefono.
Lo presi e feci partire l'ologramma in modo che anche Tiara e Nick fossero partecipi.
«Ary dove siete? State bene?» l'immagine di Nathan era stranamente indistinta ma riconoscibile.
Aveva scannerizzato solo la testa quindi solo quella comparve. Era comico, per questo mi sfuggì una risata che tentai di soffocare con la mano libera.
«Suppongo che la seconda domanda sia bene.» disse la testa di Nathan.
«Ti invio le coordinate. Abbiamo recuperato Nick e Gianluca e c'era anche Michela, lunga storia, non chiedere. La Resistenza ci ha inseguito e Tiara è rimasta ferita, ma hanno desistito presto. Forse non si volevano allontanar troppo, non saprei. Tu?» riepilogai.
«Be', anche io ho un po' di cose da raccontare. Rose ed Eloise stanno bene anche perché ho pescato il Twain grande quando ho trovato Eloise. Con loro abbiamo recuperato anche Courtney e ho incontrato due tipi della Resistenza dalla quale ho ottenuto informazioni piuttosto interessanti. E abbiamo scoperto anche altre cose qui e lì... Vi racconterò tutto quando ci incontriamo e comunque, avete avuto notizie da parte dei rinforzi?» chiese.
«Sì, siamo stati contattati da Joanne e ci hanno detto che arriveranno presto. Quindi adesso dove andiamo?» chiesi.
«Courtney ed Eli hanno detto che fra qualche ora si sposano e poi tornano a casa. Dato che avete detto che Gianluca sta bene non dovrebbero esserci particolari problemi... Ah, giusto. Non abbiamo il Flash ce l'hanno rubato, dopotutto. Non che avessimo potuto usarlo subito... Quindi resta da capire come dovremmo gestire questi Popolani.» commentò come se parlasse fra sé e sé.
«Cosa?! Courtney ed Eli si sposano adesso?!» esclamò Tiara sconvolta proprio mentre Nick diceva:«Tornano in quella casa?!» e io che, francamente, rimasi stupita di quanto la mia questione fosse quella più logica quando esclamai:«Chi cazzo hai detto che ha il Flash?!»
«ARY!» esclamarono sia Nick che Tiara per il mio linguaggio scurrile mentre ovviamente Nathan rideva.
«Cosa?!» sbottai offesa.
Cosa pretendevano che dicessi "perdindirindina! l'arma più pericolosa per una mente umana è stata rubata dai nostri nemici di cui non sappiamo ancora nulla?!"
«Il resto ve lo spiego di persona.
Vi invio la posizione di dove staremo per le prossime ore in ricognizione. È un Hotel niente male che ha accolto Courtney a braccia aperte. Sapevate che è piuttosto famosa nel campo dei musicisti classici? Quindi vi basta dire che siete con lei. Oppure in caso faccio aspettare Eloise nella Hall»
«Eh?! Perché io?» sentimmo protestare la voce della ragazza.
«Perché me lo devi» tagliò corto il ragazzo.
«Okay, allora ci vediamo dopo» e attaccò.
«Che salta in mente a mio fratello? Tornare in quella casa! Non si preoccupa delle persone che faranno domande dato che c'è stata una sparatoria e un rapimento? E poi i Serafino sono i loro vicini e sono in ospedale! E non abbiamo il Flash! Dio santo che fine ha fatto il Flash?! Perché è stato rubato?! Ah, no, non dovrebbe essere sorprendente questo. La domanda è come!» Nick andò avanti a lamentarsi per un altro quarto d'ora, in modo quasi isterico, ma io e Tiara eravamo troppo stanche per prestargli attenzione. Insomma, tanto si sapeva che faceva sempre domande senza risposta.
Piuttosto rimuginai sull'unica delle sue domande che tormentava anche me: il Flash.
I miei amici vedevano l'importanza del Flash in modo un po' distorto. Sapevano che era importante, ma per loro era come il Sacro Graal, qualcosa di importante e sacro ma che non li riguardava. Perché noi non avremmo mai avuto modo di usarlo.
Eravamo solo Senior e l'autorizzazione era data solo a poche persone oltre ai capi Dirigenti. E anche allora, dovevano avere il via dal Capo in carica, Meng Xu.
Per me era diverso. Avevo visto il vero Flash in azione e fin da piccola, con l'influenza del nonno, avevo avuto racconti di esperienze dirette con quell'aggeggio infernale.
Sì. Era infernale per me. Era solo un oggetto inanimato eppure aveva cambiato, anzi, stravolto la vita di così tante persone dopo un semplice battito di ciglia. Mi cugina era un buon esempio.
E poi i cattivi volevano sempre il Flash.
Eppure sapevo che in certi casi, come quelli di Michela, era necessario più che mai per tenere segreta l'esistenza degli Imperium ai Popolani.
Nick e Tiara erano relativamente calmi perché pensavano che James e la B.L.C. si sarebbero occupati del problema del Flash.
Anche io ero d'accordo, ma l'idea che quell'ordigno fosse nelle mani sbagliate anche in quel preciso istante mi metteva ansia.
«Joanne non ha detto quando sarebbero arrivati i rinforzi, vero?» chiesi.
«Non ti preoccupare. Non ci abbandoneranno a noi stessi. Però ricordiamoci che la nostra missione non cambia: Bit è la nostra priorità.» mi disse Nick mettendomi una mano in testa e scompigliandomi i capelli.
Disse quello isterico fino a due secondi fa.
«Intanto andiamo da Cray e gli altri».

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now