5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?

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Un fastidioso suono stava disturbando il mio sogno pieno di farfalle infuocate danzanti.
«Ary? Muoviti! Non vorrai far aspettare Mr. Frost già il primo giorno?!»
«Cosa? Perché il gelo mi aspetta?» biascicai mettendomi seduta.
«No, scema! Dobbiamo andare a lezione di Seth Frost!» disse Tiara scuotendomi per le spalle.
«Sì, sì, Philadelphia, Seth Frost, allenamento. Sto collegando.» commentai prima di cacciare uno sbadiglio.
«Sarà meglio, perché ti devi ancora preparare! Io ti aspetto lì, okay?» disse lei tirandomi le guance per svegliarmi.
«Shi» farfugliai.
Poi uscì dalla mia stanza.
Non avevo chiuso la porta?
Dopo essermi preparata e attivata, raggiunsi di corsa l'aula nella quale avremo iniziato i nostri corsi speciali.
Appena arrivati capii di essere l'ultima.
Mi affrettai a raggiungere il fianco di Nick.
«Dimmi che non sono in ritardo.» bisbigliai.
«Non sei in ritardo.» replicò Nick. Poi fece un cenno verso l'uomo biondo in meditazione a gambe incrociate sopra una roccia artificiale.
Rimasi diligentemente in silenzio.
Per mezzo secondo buono.
«Si è addormentato?» bisbigliai a Nick notando che l'uomo non si muoveva.
«Il suo chiacchiericcio disturba la meditazione, Miss Barker» commentò Seth Frost ad occhi chiusi facendomi prendere un colpo.
Sentii il gruppetto Gordon ridacchiare.
Poi aprì gli occhi e si alzò.
Si diresse verso di noi e ci guardò uno per uno squadrandoci dalla testa ai piedi, esaminandoci.
Poi sospirò.
«Pensavo che gli Sharp avessero fatto un lavoro migliore.» commentò.
Il gruppetto Gordon ridacchiò nuovamente.
«Io non riderei tanto, fossi in voi. Non siete migliori nonostante il vostro mentore sia Martin» fece notare. «Anzi.» aggiunse.
Questa volta fui io a ridacchiare.
«Come può dirlo dopo averci solo guardato?» chiese Ian. Domanda legittimissima, se non fosse stato per lo sguardo assassino di Seth.
Quest'ultimo, però, abbozzò un sorrisetto inquietante.
«Vuoi dimostrarmelo?» gli chiese calmo.
Fino a venti secondi prima ero certa che Ian avrebbe accettato volentieri, ma dopo la domanda rivoltagli, vedevo quasi il sudore colargli dalle tempie.
«No, signore.» rispose Ian.
«Bene. Vi ho già anticipato ieri cosa dovrete fare. Come vedete, oggi ci sono delle postazioni. Ognuno prenda il suo posto.» disse voltandosi di spalle.
«E io dovrei passare anche le lezioni con l'elemento con lui?» sentii bisbigliare Abigail.
«Esatto. Problemi?» chiese Seth senza voltarsi.
Quell'uomo aveva le antenne al posto delle orecchie?

La mia testa non era mai stata così pensante e le mie mani mai così segnate. Fare pratica con le corde era doloroso. Quando giunse l'ora di pranzo quasi mi venne voglia di piangere dalla gioia.
«Davvero? Posso mangiare?» esagerai.
Poi finsi di essere troppo debole per camminare.
«Portami in braccio, Nick.» dissi teatralmente con il dorso della mano appoggiato sulla fronte.
«Sono troppo esausta.»
«Se non ti muovi ti lasciano senza cibo.» disse lui superandomi.
«Ehi! Sei crudele!» esclamai balzando in piedi per raggiungerlo.
Anche tutti gli altri si stavano dirigendo in mensa, Tiara accerchiata dai tre idioti della squadra Gordon; Abigail appiccicata come una scimmia al Rubinetto; le due Imperium dell'aria pappa e ciccia che sghignazzavano per qualcosa sul telefono. Tutto nella norma.
E io potevo pranzare sola con Nick.
Almeno, è quello che avevo sperato. Purtroppo gli altri si accomodarono al nostro stesso tavolo.
«Che carina, mi hai tenuto il posto?» commentò il Rubinetto sedendosi nel posto che avevo riservato a Nick che si sedette davanti a me.
Lanciai un'occhiata assassina al Rubinetto che finse di non avermi vista, poi
guardai dispiaciuta Nick.
«Che c'è? Vuoi fare cambio?» chiese riferendosi al suo posto.
«No, lascia stare.» borbottai agitando la forchetta.
«Ohi, Nathan, grazie ancora per il favore» disse Ian sorridendo.
«Prego, anche se per me equivale a prostituirsi. Però ricordati di quello che mi hai promesso tu.» replicò il Rubinetto.
«Certo, amico, una promessa è una promessa.» disse facendo un ghigno verso i gemelli che alzarono gli occhi al cielo contemporaneamente.
«Non è ancora finita, Ian, non gongolare.» disse Albert, quello con i capelli più lunghi.
«Appunto, siamo solo all'inizio, non perderemo.» sbuffò Alan.
«Di che state parlando?» intervenne Nick curioso.
«Non chiederlo, non lo vuoi sapere.» intervenne Abigail.
«Ma...»
«Non chiedere, fidati.» disse rassegnata la ragazza dai capelli rosa. Poi tornò a dedicare le sue attenzioni al Rubinetto.
Peccato, anche io lo volevo sapere, ma non volevo sentirmi rispondere da Abigail, perciò rimasi zitta.
«Non barate, eh» avvertì Ian ai gemelli, ignorando l'interruzione.
«Quando mai avremmo barato? Perlomeno, io mai fatto! Al, semmai!» replicò Alan.
«Non dire idiozie, Al!» si scaldò il fratello.
«Come fate a riconoscervi se vi chiamate entrambi Al?» mi lasciai sfuggire.
«Non è ovvio? Io non sono lui e lui non è me. Siamo gemelli, non la stessa persona. Non vedo quale sia il problema.» disse Albert.
«Tecnicamente un tempo eravate lo stesso ovulo fecondato dallo stesso spermatozoo. Insomma, zio Stark ha ottenuto due danni collaterali attraverso un solo atto...» prese parola il Rubinetto.
«Non dirlo.» lo bloccai disgustata.
«... di divertimento.» concluse ghignando.
«Oh mio Dio, mi sono appena immaginato mamma e papà a letto» commentò Alan fingendo conati di vomito.
«E pensare che oggi dovremo vederlo! Grazie tante, Nathan.» sbuffò Albert.
«Ci sono sempre.» sorrise alzando il bicchiere.
«Oh, non fare il finto figo, Nathan.» intervenne Eloise.
«Ma lui è figo.» disse Abigail tutta convinta.
Ridacchiai.
«Se volete saperlo vi diciamo noi di cosa stanno parlando.» propose Rose.
«Lo sapete?» chiese Ian scettico.
Abigail alzò gli occhi al cielo.
«Oh, non fare l'altezzosa, Abby. Sono certa che la cosa interessa anche a te.» disse divertita la mora con la coda di cavallo perenne.
«Perché dovrebbe interessarmi?» chiese Abigail.
«Perché sono certa che si tratta di questo.» disse allungando il telefono e proiettando uno schermo con la stessa immagine bidimensionale in tre lati, in modo che tutti al tavolo potessero vederla.
«Ma cosa! Che fate!» esclamò il Rubinetto buttandosi sul telefono.
«Tranquillo, Nathan, non sei così disgustoso da far passare l'appetito. Inoltre se l'hai fatto significa che ti piace essere guardato, no?» disse Rose agitando una mano e sorridendo diabolicamente.
«Ma io non...» lanciò uno sguardo nella mia direzione. Sembrava quasi imbarazzato.
A dire il vero anche io lo ero. Avevo visto l'immagine solo per qualche secondo, però mi era rimasta impressa.
«Emh, non è che ne posso avere una copia?» chiese Abigail.
«Ti basta iscriverti su Twitter. Ormai è virale. Non si direbbe, ma tuo fratello è molto popolare.» disse Eloise tutta allegra.
«Non è mio fratello.» sbottò Abigail.
«Mettetelo via e basta.» commentò il Rubinetto.
Poi si rivolse ad un Ian sghignazzante.
«Vedi di mantenere la promessa.» gli disse prima di alzarsi da tavola.
«Ma bene! Guarda che avete fatto.» sbottò Abigail alzandosi pure lei per star incollata al Rubinetto.
«Oh! Si è offeso veramente?» commentò Eloise per nulla dispiaciuta.
«Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe vergognato di essere visto a torso nudo.» disse Rose allusiva.
Entrambe le ragazze mi guardarono e ridacchiarono.
Forse non erano così simpatiche come credevo.
«Che c'è?!» sbottai.
«Niente, niente, è che... Tu non sei su Twitter, vero?» mi chiese Rose.
«No. Trovo i social Popolani noiosi.» dissi.
«Già, sono assaaaaaai noiosi.» commentò Eloise sarcastica. Poi anche lei e Rose si alzarono da tavolo.
«Perché si comportano così? Cosa c'entro io?» chiesi rivolta a Tiara che non aveva ancora parlato perché si stava ingozzando di cibo.
Come facesse a mangiare così tanto non l'avrei mai saputo.
«Non chiederlo a me.» si mise sulla difensiva.
«Ma tu usi i social!»
«Ma non ci sto mica tutto il tempo come loro.» esclamò facendo un cenno ai gemelli che, appena si accorsero di esser stati interpellati da Tiara, misero via i rispettivi telefoni in fretta e furia per poi sorriderle angelicamente.
Tiara alzò gli occhi al cielo, sistemandosi meglio dietro la sagoma più grande di Nick, seduto affianco a lei.
Dal suo canto, Nick non sembrava per niente interessato alla questione, nonostante avesse posto la domanda in precedenza.
Probabilmente, una volta compreso che si trattava del Rubinetto, aveva perso la voglia di sapere i dettagli della questione.
Io comunque ero curiosa di sapere perché Nathan Cray si era fatto fare una foto a torso nudo per poi pubblicarlo su un social.
Era sempre stato appariscente, ma non in quel senso. Lui amava stupire, non farsi ammirare fisicamente. Godeva nell' ingannare gli altri con la sua capacità illusoria. Era un tipo di esibizionismo diverso.
Non avrei mai pensato che...
Arrossii inspiegabilmente.
«Ehi, a che pensi?» mi colse Nick alla sprovvista.
«Cosa? Niente!» dissi iniziando a sentire caldo.
«Io, vado. Buon divertimento con il tuo allenamento speciale.» affermai in fretta.
Poi mi rivolsi a Tiara.
«E tu sei sporca qui.» dissi toccandomi l'angolo della bocca. Poi mi dileguai.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now