4. Nathan: Due di picche

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Cosa potrei fare nel gran finale del prossimo spettacolo?
Dovrei dare l'annuncio ufficiale...
Ma devo ancora trovare il luogo adatto per il numero d'apertura. Dopotutto le colombe non saprebbero dove volare una volta liberate e non voglio certo che caghino addosso agli spettatori...
Oh! E se invece di feci producessero coriandoli?
Sarebbe disgustosamente divertente.
Trovare delle facce disgustate, stupite e confuse insieme sarebbe il massimo!
Dovrei cercare una colonna sonora in allegretto e...

«Ahi! Ma perché!» esclamai tenendomi la nuca dolorante, mentre Joanne Sharp mi guardava con il cipiglio inarcato e un rotolo di fogli in mano.

Solo lei poteva far così male con un semplice rotolo di carta.

«Perché hai lo sguardo da "cosa farò nel prossimo spettacolo" e non stai seguendo quel che dico.» mi disse.

«Non ho lo sguardo da "cosa farò nel prossimo spettacolo"! E poi che razza di faccia sarebbe?» protestai anche se ero convinto avesse ragione.

«Oh, e invece sì che ce l'hai.» disse Rose con un sorrisetto di chi la sapeva lunga.

«Hai presente? Sguardo sognante e perso, più il sorrisino da "lo adoreranno"» le diede corda Eloise. Quelle due Imperium dell'aria erano nate per andare a braccetto.

Alzai gli occhi al cielo.

«Non è vero. Sono un mago e...»

«La mia faccia è una pokerface» conclusero le due ragazze al posto mio.

«Prevedibile come il sorgere del sole.» commentò Eloise allargando le braccia.

«Prevedibile come la pioggia che cade» disse Rose.

«Prevedibile come la tua cotta per Arianne Barker!» esclamarono in coro prima di scoppiare a ridere.

«Cosa?! Smettetela voi due! Non è divertente! E non parlate in sincronia! È inquietante!» sbottai.

«Su, bambinetti. Continuiamo quello che stavo cercando di spiegarvi.» affermò Joanne sorridendo.

«Sì, sí, Italia, Ribelle viscido da catturare vivo e bla bla bla...» commentai gesticolando l'oca con la mano.

«Oh! Allora stavi ascoltando Nathan.» commentò Joanne.

«Comunque sia andrete a Philadelphia da Seth come vi avevo informato in precedenza.»

«Ma non avremmo fatto meglio ad andare direttamente lì? Che senso ha avuto iscriverci in questa Accademia?» chiese Eloise giocherellando con un ciuffo di capelli rossi.

«Sciocca! Abbiamo fatto tutto perché Nathan voleva rivedere la sua bella, no?» scherzò Rose dando una spintarella all'amica.

«Ma certo! Siamo proprio altruiste!» esclamò Eloise.

«Piantatela voi due!» gridai sentendomi il volto in fiamme.

La mia cotta per Arianne Barker era qualcosa di dominio pubblico. In pratica, tutti sapevano che mi piaceva, e con tutti, intendo proprio tutti. Eppure solo lei sembrava insistere con la farsa della nemesi.

Quando ero più piccolo le davo corda, poiché sembrava l'unico modo per attirare la sua attenzione, dato che le illusioni non funzionava con lei. Ma da quando Joanne aveva annunciato che avremmo dovuto collaborare con la squadra di suo fratello, mi sono ripromesso di farle capire apertamente i miei sentimenti nei suoi confronti.

Avevo tentato almeno due volte di invitarla ad uscire, ma entrambe le volte Twain ci aveva interrotto.

Il miei problemi con Twain erano Iniziati all'epoca degli Iniziati. Twain era quel tipo di persona che si credeva migliore emarginandosi, il contrario di me in pratica. Ma non fu certo un disaccordo tra ideali che accese e consolidò questo astio reciproco.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now