42. Nick: Confronto

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Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa...

Nathan Cray rimase in detenzione per diversi giorni.

Non ci era chiaro cosa avesse fatto, sapevamo solo che aveva combinato qualcosa e Sophie Hunter era rimasta coinvolta.

Sophie era stata mandata alla Base 1 ed era stata accompagnata da Joanne poiché James aveva altro lavoro da fare.

Ovviamente avevo visto il mio mentore protestare con Meng Xu mentre parlavano attraverso il video comunicatore.

Non era tipo da obbedire tranquillamente e questa volta non potevo dargli torto.

Ed era per questo che ero stato invitato anche io mentre comunicavano. Mr. Xu mi aveva direttamente chiesto il favore di assicurarmi che James facesse il suo lavoro.

Come se avessi qualche possibilità di contenere James Andrew Sharp.

Una volta terminata la chiamata avevo chiesto a James cosa fosse successo esattamente, ma l'espressione dell'uomo si incupì ancora di più.

Però, la cambiò immediatamente, facendomi quasi pensare di essermela immaginata. Poi mi sorrise dicendo:«Non ti preoccupare».

Non gli feci più alcuna domanda.

***

Diversi giorni dopo mi imbattei in Arianne che aveva un'espressione agitata, ansiosa e preoccupata. Non potevo non notarla mentre veniva fuori dal bosco correndo e si guardava intorno come se stesse cercando qualcuno o qualcosa.

«Ary!» la chiamai alzando una mano per attirare la sua attenzione.

Il secondo dopo me ne stavo già pentendo.
Con tutte le cose che erano successe negli ultimi giorni mi era passato di mente che fossimo ancora ai ferri corti.

Ma lei sembrava aver superato qualsiasi cosa perché si precipitò verso di me e mi afferrò per le braccia.

Con occhi sgranati e agitazione papabile mi chiese:«Hai visto Nate?!»

«Eh? È già fuori?» chiesi colto di sorpresa.

«Chiamami se lo vedi. Per favore, è importante» mi disse preoccupata.

Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro e la vista mi fece stringere il cuore.

«Che è successo?» le chiesi con cautela.

«Nate... È che volevo... È colpa mia, lo so che è colpa mia, ma pensavo fosse la scelta più giusta! Non volevo ferirlo così...» disse incespicando le parole e senza dare un senso compiuto alle sue frasi.

«Non l'avevo mai visto così arrabbiato» disse mordendosi il labbro inferiore.

«Cray... Arrabbiato?» chiesi stupito.
Nathan Cray non era persona da mostrare le sue emozioni.

Francamente, ero certo che non ne possedesse.

«Okay, ti avverto se...»
«Grazie!» esclamò senza lasciarmi finire di parlare. E se ne andò di corsa.

Perché?

Non sapevo perché sentissi l'amaro in bocca.
Era una sensazione sconfortante che mi faceva sentire strano.
Più ci pensavo, meno riuscivo ad individuarne il motivo.

La prima cosa che feci fu di scendere negli piani segreti della B.L.C., filai dritto nella sala Operativa dei nostri responsabili tecnici e chiesi accesso alla localizzazione del Programmatore di Cray.

Solitamente non mi era permesso questo genere di accesso, ma dato che Cray era uscito di recente dalla detenzione, era importante che più membri possibili lo tenessero d'occhio.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now