13. Nick: Italia

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Là dentro l'aria non circolava abbastanza. Per questo non mi piaceva così tanto andarci.
Mi sforzai di aguzzare la vista per cercare la mia compagna di squadra, sperando che non avesse fatto la stessa fine della sua amica.
Mi saliva ancora il nervoso solo pensandoci.
Fa tanto la responsabile ma poi si metteva in situazioni simili?
Pregai con tutto il cuore che Ary non si fosse cacciata nei guai come suo solito, non avrei sopportato.
Uscire era stata proprio una brutta idea, considerando che non mi ero divertito nemmeno.
Forse era per via del mio pessimo senso del ritmo.
Quando eravamo a San Francisco, James ci incitava spesso ad uscire alla sera per divertirci, cosa che non facevo spesso, nonostante Arianne e Tiara cogliessero sempre le opportunità.
Me ne stavo rintanato nella mia stanza a leggere manga e guardare anime e talvolta riproducevo pure alcuni personaggi dei miei personaggi preferiti.
Ovviamente il mio talento del disegno non era lontanamente paragonabile a quello di James, però non me la cavo male. Il mio stile è meno realistico e molto più animato.
Al di sopra della musica si udì un coro di esclamazioni di stupore e degli accesi chiacchiericci attirarono la mia attenzione.
Una folla di persone ronzava attorno a qualcuno. Qualcuno che faceva parecchio rumore.
Si udirono dei vetri rotti e un tonfo sordo.
Sfruttai il momento in cui la folla si allontanò dallo stupore per sgusciare tra le persone e inoltrarmi tra i primi spalti.
Arianne aveva appena buttato a terra due ragazzi e un terzo era in piedi sconvolto.
Una ragazza era caduta a terra dallo spavento e fissava Arianne stupita.
«Chiedi scusa! Brutto porco!» ringhiò la ragazza stringendo la presa.
Il tipo a terra biascicò qualcosa di incomprensibile. Evidentemente non era in grado di parlare ma alla mia amica non sembrava importare.
Mi precipitai verso di lei e tentai di trascinarla via, ma appena le toccai una spalla rischiai di ricevere una gomitata in faccia.
Se non fosse per i miei riflessi avrei avuto già il naso rotto. Come quell'altro tizio che si lamentava a terra e con le mani premute sul naso.
«Ary!» esclamai tra l'arrabbiato e lo spaventato.
«Cosa?!» esclamò lei.
«Andiamo via di qui, sei impazzita per caso?» chiesi afferrandole per un braccio. E questa volta si lasciò allontanare dal povero Popolano malcapitato.
«Sei ubriaca anche tu?» le chiesi ignorando la gente che bisbigliava. Fortunatamente molti avevano preferito ritornare a farsi gli affari propri.
«Sono minorenne.» fece notare lei.
«Nessuno dei nostri ha l'età per bere, è per questo che abbiamo utilizzato i nostri documenti falsi per entrare.» replicai.
«Non bevo mai. Per principio. Posso divertirmi anche senza alcol.»
«Picchiando Popolani?» sibilai tirandola per un braccio e cercando di allontanarla ancora.
Ma lei puntò i piedi infuriata.
«Stavano importunando quella ragazza!» sbottò indicando il punto in cui poco fa avevo scorto la ragazza a terra. Ma era sparita.
«Che adesso non c'è più! Ma prima c'era!» insistette alzando il mento verso di me, come a provare a contraddirla.
«Ary, non è una buona motivazione per...»
«Guarda Nick, non sono impulsiva come credi.» mi disse bloccandomi.
«Ho provato a fermarli civilmente come avreste fatto tu o Tiara ma poi mi hanno palpata il se...»
«Loro hanno cosa?!» fu il mio turno di interromperla.
«Non tutti e tre, solo quello dalla quale mi hai allontanato.» si affrettò a dire mentre ritornavo indietro.
Evidentemente aveva capito le mie intenzioni prima di me.
Il ragazzo si stava rimettendo in piedi con l'aiuto dell'amico.
Lo raggiunsi e gli diedi un pugno in faccia, facendolo cadere di nuovo, assieme all'amico che lo stava trattenendo.
«Sei fortunato che non sia autorizzato a mutilarti.» gli dissi chino su di lui con le mani a trattenere la parte anteriore della maglia.
Poi mi rialzai raggiunsi Arianne e le presi il polso per poi trascinarla fuori dal locale.
Continuai a trattenerla anche quando non rischiavamo più di perderci a vicenda in mezzo alla folla.
Arianne era stranamente silenziosa, così rallentai per controllare che fosse tutto a posto.
Lei stava sorridendo ampiamente, anche se cercava di trattenersi, coprendosi inutilmente la bocca con la mano libera. Sembrava parecchio divertita da qualcosa.
«Perché stai sorridendo?» le chiesi.
A quel punto lei iniziò a ridacchiare.
Okay, mi stavo spaventando. Aveva fumato qualcosa inavvertitamente?
Arianne si coprì gli occhi e poi si accarezzò la guancia, senza smettere di ridacchiare in quel modo strano.
«Stai bene?» chiesi.
«Sì, sì, sto una favola!» squittì tutta allegra.
Mi fermai e la presi per le spalle, fermandola.
La fissai negli occhi, cercando di capire se fosse lucida.
Lei smise di ridere per poi coprirsi il volto con entrambe le mani.
«Sicura di stare bene?» chiesi afferrandole le mani per liberarle la faccia.
«Sto benissimo!» esclamò liberandosi dalla mia presa per poi correre davanti a me, saltellando.
«È che sono così felice!» disse voltandosi e incrociando le mani dietro la schiena.
Aveva i lampioni in controluce che le creavano una sorta di aureola bianca attorno ai capelli dorati acconciati in cima alla testa.
«Sei stato così figo là dentro. È stato carino quello che hai fatto per me.» affermò.
«Oh! Quello.» mormorai distogliendo lo sguardo.
Ripensandoci ero stato veramente troppo precipitoso. James non avrebbe mai perso il sangue freddo, nemmeno in una situazione del genere.
Dovevo realmente lavorare sui miei impulsi.
«Meglio non dire a nessuno che ho preso a pugni un Popolano. Altrimenti non ci farebbero più tenere l'Element.» commentai raggiungendola.
«E cosa c'entra?» chiese.
«Si suppone che almeno il leader della squadra Élite sia in grado di controllarsi sempre. Se non riesco nemmeno a trattenermi davanti ad un pervertito cosa mi impedisce di cedere alla tentazione dell'Element?» commentai.
«Tu potresti farcela, credo in te. E poi quel tipo se lo meritava.» disse lei.
«Sophie era la persona più allenata della storia della B.L.C. e ha ceduto all'Element, anche se per poco. Non sono migliore di lei. A detta dei russi ci vuole un buon equilibrio tra costanza e incostanza per sviluppare una resistenza maggiore. E comunque non è il tipo che mi ha fatto perdere lucidità. Sei stata tu.» affermai.
«I-io?» balbettò.
«Nessuno allunga le mani sulla mia Arianne Barker, non è così?» dissi con affetto.
Arianne distolse lo sguardo.
«Suppongo sia così.» mormorò.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now