31. Nathan: Lacrime di coccodrillo

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Finalmente è finita.

Strinsi Ary tra le mie braccia e appoggiai il naso sulla sua cute, ispirando il suo profumo misto al fumo.

«Cosa ti è successo da spegnere in questo modo le tue fiamme?» mormorai tra i suoi capelli.

Ma ovviamente non poteva rispondermi. Il suo respiro era regolare e debole mentre dormiva profondamente dopo aver perso i sensi per la stanchezza.

Vidi i membri della B.L.C. catturare i membri della Resistenza e portarli in massa verso la Base.

Mi accigliai. Non sapevo se fosse una buona soluzione portarli nella Base. Le prigioni di questa sede estera non erano un granché.

Avevo fatto notare questa cosa a Nox, ma mi aveva detto che sarebbe stato solo temporaneo finché non fosse arrivata più gente dalle Basi principali.

Non sembrava neanche preoccupato e sorrideva amabilmente, assicurandomi che sarebbe andato tutto bene.

Che tipo strano.

Il solo pensarlo lo evocò al mio fianco.

«È sorprendente come abbia controllato bene le fiamme. Non ha bruciato niente.» commentò.

«Dopotutto è Jase il suo mentore, non mi dovrei sorprendere.» disse Nox accanto a me.

Nonostante tutti nell'area nord erano esausti per aver tenuto testa a così tanti nemici, Nox che era stato da solo alla zona est era più fresco che mai. Quale mostro poteva uscire illeso da una battaglia di questo calibro?
I Gemini erano proprio di tutt'altra pasta.

«Ary è stata brava perché ha talento. Geni non si diventa» replicai mentre mi rialzavo e prendevo Arianne in braccio a principessa.

Era una ragazza sorprendentemente leggera e non mi comportò alcuna fatica nonostante fossi stanco pure io.

C'era molta gente nelle infermerie tenute occupate dalle persone gravemente ferite.

In assenza di personale, era caldamente suggerito ai feriti lievemente di curarsi da soli nelle proprie stanze, così portai Ary nelle sue stanze.

Non era ferita se non per qualche graffio. Era solo esausta.

La lasciai sul suo letto e mi voltai per andarmene per poi esitare sulla soglia della porta.

Mi voltai di nuovo e le tolsi gli stivali sporchi e li appoggiai ai piedi del letto parallelamente.

Poi finalmente uscii dalle stanze.

Quando la porta si chiuse alle mie spalle mi appoggiai di schiena alla parete e scivolai a terra.

«Non ti ho perdonata per avermi spezzato il cuore» borbottai coprendomi la faccia con entrambe le mani.

Passai diversi minuti seduto lì con la mente in subbuglio.

Poi mi alzai e corsi verso le stanze dei Dirigenti dove trovai facilmente Nox, Eli e Courtney.

Non bussai nemmeno quando entrai, non ero quel tipo di persona. Lo facevo solo se necessitavo di accalappiare i favori di qualcuno.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now