Capitolo 55

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ELLA

Charlie mi posizionò una microcamera agganciata allo scollo della maglia, Cole lo guardò sospettoso ma non disse nulla. Mi diede delle cuffiette che misi subito nelle orecchie e iniziò a spiegarmi che la microcamera era dotata anche di microfono quindi loro potevano vedere e sentire tramite computer tutto ciò che udivo e vedevo io. Per comunicare invece c'erano le cuffiette, loro mi parlavano tramite un altoparlante e io sentivo tramite esse. Era importante che stessi attenta a non perdere niente né a spostarle dalla posizione in cui le aveva messe il riccio.

Eravamo in auto, ad un isolato di distanza dalla loro base, nascosti tra qualche albero e intenti a parlare tra noi, o meglio...tutti parlavano a me. Chi mi rassicurava, chi mi pregava di stare attenta, alla fine erano solo tante voci una sopra l'altra che capii a malapena. Mi concentrai solo su Charlie che si impegnò con estrema calma a spiegarmi tutto, come funzionavano le apparecchiature, come avrei dovuto piazzarle e come accenderle prima di andare via. Era importante che non mi sfuggisse niente della sua spiegazione, una svista e tutto il piano saltava. Anche se, grazie al microfono e alle cuffiette, avremmo comunicato tutto il tempo, se avessi avuto un dubbio ci sarebbe stato comunque lui ad aiutarmi in diretta.

"Capito tutto?" mi chiese e io annuii sicura. Il cuore mi batteva in preda all'ansia, ma cercai di non darlo a vedere. Erano già tutti abbastanza tesi e dovevo tranquillizzarli, far vedere loro che ero tranquilla e che sapevo di potercela fare. Se non credevo io in me stessa come potevano farlo loro?

"Io credo ancora che sia una pessima idea.." mormorò Cole guardando fuori dal finestrino posteriore, ma nessuno gli rispose.

"Se dovessi aver paura o se dovesse succedere qualsiasi cosa non esitare ad uscire immediatamente, capito?" mi guardò Josh sporgendosi dal sedile dietro al mio.

"Ce la faccio." annuii.

Anche Rayan, al centro tra Josh e Cole, si sporse un po' in avanti guardandomi. "Hai preso tutto?"

"Si." guardai la sacca con tutto l'accorrente e la strinsi nella mano.

"Noi ci sposteremo, saremo più lontani per evitare che possano vederci, è sempre meglio non rischiare e questo non è proprio un nascondiglio sicuro." mi disse Charlie. "Comunicheremo tutto il tempo, basta che segui me e andrà tutto bene."

"Ok." presi un respiro profondo, mi girai a guardare Cole che ancora guardava fuori dal finestrino. Strinsi le labbra e scesi dall'auto buttando tutta l'aria che stavo trattenendo. Mi dispiaceva vederlo così distaccato ma sapevo che era solo preoccupato per la situazione. Mi resi invisibile e iniziai a camminare verso la loro casa. In lontananza sentii l'auto di Charlie mettersi in moto e andare via, mi strinsi nelle spalle e aumentai di poco il passo lungo il bordo della strada. Era sera, tutto buio, senza neanche un lampione ad aiutarmi lungo il tragitto, e seppur ero invisibile mi inquietava camminare con quell'atmosfera intorno a me.

"Ella, mi senti?" sentii nelle cuffiette la voce del riccio.

"Si."

"Bene, continua sempre dritto. Tra duecento metri troverai una piccola deviazione lungo la strada, sarà tutta in discesa. Invece di proseguire dritto tu prendi quella deviazione."

"Ok."

Seguii le indicazioni e quando me la trovai davanti percorsi la discesa. Era una strada sterrata e piena di erbacce, visibilmente abbandonata. Chiunque fosse capitato di lì avrebbe fatto retromarcia e avrebbe preso un'altra strada, dava segno di essere una strada abbandonata o un vicolo cieco. Eppure, guardandola attentamente, potevo notare alcune anomalie che facevano pensare il contrario. C'erano impronte di pneumatici e in alcuni punti anche di piedi. Se qualcuno, come me, ci avesse fatto un po' più di attenzione avrebbe potuto capire che quella strada non era del tutto abbandonata e che qualcuno invece passava spesso di lì.

Wings [Cole Sprouse]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora